Sarah, Misseri conferma lo stupro sul cadavere. Ecco la nuova versione

Nel corso dell’interrogatorio in carcere dell’altro ieri davanti al pm Mariano Buccoliero e al procuratore aggiunto, Pietro Argentino, della Procura della Repubblica del Tribunale di Taranto, Michele Misseri, ha confermato di aver violentato il corpo della nipote di 15 anni, Sarah Scazzi, sotto un albero di fico prima di portare il cadavere nel luogo dove si trova la cisterna interrata nella quale lo ha gettato e dove è rimasto per 42 giorni, cioè dal 26 agosto al 7 ottobre. Lo riferiscono fonti investigative. Nella nuova versione fornita l’altro ieri, Michele Misseri ha riferito che a uccidere Sarah è stata unicamente la figlia Sabrina e che lui è intervenuto successivamente, nella fase dell’occultamento del cadavere. Il nuovo racconto però farebbe venir meno il movente delle precedenti molestie dell’uomo verso la nipotina e del conseguente raptus sessuale, rendendo ancora più inspiegabile il successivo vilipendio di cadavere. Misseri non ha mai ritrattato l’episodio di necrofilia. Ad annunciare una possibile ritrattazione della seconda parte della prima confessione era stato il suo avvocato, Daniele Galoppa. L’altro nuovo particolare fornito da Misseri è stato quello della corda che ieri ha fatto ritrovare nell’auto della moglie, Cosima Serrano, e che sarebbe servita non per uccidere Sarah ma per calarne il corpo nella cisterna interrata.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI – Questa è la ricostruzione del delitto di Sarah Scazzi, secondo l’ultima versione dello zio reo confesso Michele Misseri e come in parte anticipato oggi da alcuni quotidiani e di cui si è avuta conferma dagli inquirenti. Nel primo pomeriggio del 26 agosto Sabrina Misseri, figlia di Michele, avrebbe atteso la cugina Sarah, con la quale aveva appuntamento per andare al mare, in strada dinanzi all’abitazione. Le due cugine avrebbero litigato – forse per motivi di gelosia per un amico comune di comitiva, Ivano – e Sabrina avrebbe trascinato nel garage Sarah: la discussione molto breve sarebbe degenerata e Sabrina avrebbe strangolato con una cintura trovata in garage la cugina. Poi Sabrina sarebbe tornata in casa informando di tutto il padre Michele che stava dormendo, l’uomo avrebbe rassicurato la figlia che avrebbe pensato ad occultare il cadavere ed è andato nel garage, mentre Sabrina tornava in strada dove stava per arrivare l’amica Mariangela, con la quale, insieme a Sarah, sarebbe dovuta andare al mare. Quando Sabrina e Mariangela si sono allontanate, più tardi, per cercare Sarah, Michele Misseri sarebbe andato via alla guida della sua Seat Marbella nel cui bagagliaio aveva riposto il cadavere, coprendolo con un cartone, e sarebbe andato nel suo podere in contrada Mosca. Nelle vicinanze dello stesso podere si sarebbe fermato vicino ad un albero di fico tirando fuori dall’auto il cadavere e abusandone. Poi lo avrebbe ricollocato nella vettura raggiungendo il podere e nascondendo il corpo in un pozzo per la raccolta dell’acqua piovana pieno d’acqua. Per adagiare il cadavere nel pozzo Misseri lo avrebbe prima legato con una corda al collo e ai piedi, sfilando poi la corda da un capo e tirandola su per poi eventualmente distruggerla.
IVANO, “VOGLIO SOLO GIUSTIZIA PER LEI” – «Non voglio esprimere giudizi, prendere posizione o fare ipotesi: voglio solo che sia fatta giustizia per Sarah. Un messaggio per Sabrina? Nessun messaggio, ripeto: voglio solo che sia fatta giustizia». Ivano Russo, 27 anni, suo malgrado, dal 26 agosto è al centro della tragedia di Avetrana (Taranto). Ora parla con l’ANSA, pacatamente, ma non vuole più telecamere davanti casa e continua a dire «no» a proposte di nuove interviste televisive. Per evitare ulteriori problemi, ha anche contattato un consulente legale «Io ho la mia vita, voglio solo guardare al mio futuro e al progetto di aprire un autolavaggio». Per giorni e giorni, del resto, è stato più volte intervistato, il suo volto è ormai noto a tutta l’Italia. Nelle famiglie lo chiamano solo per nome, Ivano, come si fa con uno dei tanti personaggi di un qualsiasi reality-show. «Fino a quando Sarah non era stata trovata – racconta – credevo fosse giusto parlare alla tv. Lo ritenevo un modo per offrire un contributo alle ricerche». Perchè Ivano non aveva mai pensato che quella ragazzina 15enne fosse stata ammazzata nella villetta della famiglia Misseri. E mai (almeno fino alle ultime, clamorose, novità) aveva pensato che Sabrina avesse avuto un ruolo da protagonista nell’omicidio di Avetrana. «Mai, mai – ribadisce – ho pensato che Sabrina fosse colpevole. È assurdo, è tutto assurdo. Dalle sue parole, dai suoi discorsi – Ivano si ferma un attimo a ricordare quei giorni passati insieme a Sabrina a cercare Sarah – mi sembrava che ci fosse solo la voglia di ritrovare la cugina». Ora, invece, Sabrina, 22 anni, è in carcere, a Taranto, in isolamento. «Non ho niente da dire a Sabrina, non ho alcun messaggio da inviarle», dice con convinzione «In questo momento – scandisce bene le parole – io ho le mie idee, ma non ho alcuna intenzione di parlarne con i giornalisti. O addirittura di dirle in televisione. Credo solo che gli inquirenti stiano facendo un ottimo lavoro e che riusciranno a fare giustizia per Sarah. Io voglio solo questo». Ivano parla di Sarah con grande affetto, ma poi cambia decisamente tono se qualcuno gli ricorda che proprio lui, bel ragazzo di 27 anni, potrebbe essere stata la «causa» di questo incredibile delitto. Gli inquirenti pensano che Sabrina, gelosa delle «attenzioni» di Ivano per Sarah, volesse dare una «lezione» alla cuginetta, più piccola di lei di sette anni. «È per me insopportabile ascoltare tutto ciò. Anzi, mi offende profondamente. Come si fa a pensare che io, a 27 anni, possa essere interessato a una ragazzina di 15 anni? È assurdo, è tutto assurdo». Certo è che dopo l’arresto di Sabrina la vita di Ivano è cambiata, probabilmente per sempre. «Proprio così – risponde – pensi che ieri sera sono uscito, come fanno tutti i ragazzi il sabato sera. Ho notato che avevo gli occhi addosso. Tutti mi guardavano, qualcuno anche ‘malè. Insomma, ho capito che ero al centro dei ragionamenti delle persone che si trovavano nel mio stesso posto. Ma a me non interessa, ora devo pensare solo al mio futuro».
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