Massacro a Nizza, 84 vittime tra cui molti bambini. Aggiornamenti in tempo reale

15/07/2016 di
attentato-nizza-2

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UN UOMO SI LANCIA CONTRO IL KILLER

Terrore, sangue, morte, ma anche azioni eroiche, di comuni passanti, e di agenti di polizia. Sul lungomare di Nizza c’è stato anche chi ha rischiato la vita, e l’ha persa, per fermare il tir della morte. Un uomo che, inforcato uno scooter, si è lanciato dietro al camion e ha tentato il tutto per tutto per fermarlo, ma è finito schiacciato dalle ruote del mezzo. E anche un altro sconosciuto che, a mani nude, è saltato nella cabina, ed è riuscito a distrarre il terrorista, dando modo così a due agenti, tra cui una donna, di sparare, e ‘neutralizzarè infine il terrorista. Il nome del primo eroe, che dal motorino ha tentato «l’abbordaggio», non è ancora noto. Ma il suo sacrificio è stato filmato da un giornalista free lance tedesco, Richard Gutjahr, col suo smartphone. Ora quelle immagini stanno facendo il giro del mondo, e c’è chi parla di una sorta di lotta di ‘Davide contro Golià. «Mi trovavo sul balcone di un albergo, che si affaccia proprio sul lungomare», ha raccontato Gutjahr. «Il camion procedeva molto lentamente, cosa che mi ha sorpreso. Ed era inseguito da un motociclista che lo ha affiancato. Ha cercato di superarlo, e anche di aprire la portiera sul lato del conducente. Ha tentato di entrare nella cabina di guida, per neutralizzare il conducente, a mani nude». A questo punto il terrorista si è probabilmente servito dell’arma da fuoco che aveva con sé, una pistola automatica calibro 7.65, ha sparato al motociclista, che è caduto, finendo sotto le ruote del camion. È andata decisamente meglio ad un secondo eroico passante, che è riuscito a saltare nella cabina del camion. Così ha distratto il terrorista, che è riuscito ad impugnare la sua pistola e a far fuoco, ma senza colpirlo. A quel punto, è sceso dalla cabina del camion, illeso, e il terrorista ha poi rivolto l’arma contro due poliziotti che erano lì, ma che nel frattempo erano riusciti a prendere bene la mira e hanno sparato mettendo a segno una gran numero di colpi. Nel giro di poco tempo, sono poi arrivati altri agenti, che a loro volta hanno sparato contro il camion, che alla fine, è stato raggiunto da almeno 50 colpi. Il terrorista è stato poi trovato morto, riverso sul sedile accanto a quello di guida. Questa dinamica è stata descritta anche dal presidente del Dipartimento delle Alpi Marittime Eric Ciotti. «Una persona è saltata sul camion per tentare di fermarlo – ha detto Ciotti -. È stato in quel momento che la polizia è stata in grado di neutralizzare questo terrorista. Non dimenticherò mai il viso di questa poliziotta che ha intercettato il killer».

 

LE VITTIME E LE LORO STORIE

La prima vittima dell’attentato terroristico a Nizza è una donna musulmana, Fatima Charrihi, madre di sette figli. Il figlio della donna, la definisce «una vera musulmana». «Indossava il velo, praticava l’islam vero, non quello dei terroristi», ha raccontato. L’Express pubblica anche la foto del permesso di soggiorno della famiglia. Secondo il figlio la donna è la prima vittima perchè «prima di lei non c’erano altri cadaveri». Ma tra le vittime della strage sono tanti i turisti stranieri arrivati a Nizza da tutto il mondo. C’è il papà americano con il figlioletto appassionato di basket. Ci sono due liceali tedeschi con la loro insegnate. C’è la mamma marocchina con il suo bambino e quella tunisina che ancora non sa dov’è finito il suo. Turisti russi, ucraini, svizzeri, armeni, cinesi. Se l’assassino cercava un luogo dove colpire con la Francia anche una rappresentanza di tutto il mondo civilizzato non poteva trovare meglio della promenade des Anglais, sette chilometri affacciati sul mare dove da 150 anni passeggia il turismo internazionale. Sean Copelan di 51 anni e suo figlio Brodie di 11, sono stati fra le prime vittime ad essere identificate. Originari di Lakeway in Texas, erano in vacanza con la loro famiglia. Appartengono alla Paola-Fuerst Schule, una scuola di Charlottenburg, a ovest di Berlino, i due liceali tedeschi e la loro insegnante uccisi dalla folle corsa del terrorista. Erano in gita scolastica come altri studenti tedeschi di altre cinque scuole che però non hanno segnalato problemi. Al momento sarebbero due le vittime svizzere, si tratta di Linda Casanova di 54 anni abitante nel Canton Ticino e di un bambino di cui ancora non si consoce l’identità. Secondo le autorità svizzere però il numero delle vittime elvetiche potrebbe aumentare. Diversi i russi coinvolti nell’attentato, tenendo conto che a Nizza vive una comunità russo-ortodossa. Tra i morti ci sarebbero una cittadina russa, Viktoria Savchenko, di poco più di vent’anni, e una connazionale russa, Natalia Otto, mentre altre due persone di nazionalità russa risultano al momento disperse. Inoltre, due cittadine russe sono rimaste ferite e sono ricoverate in ospedale a Monaco e Nizza: si tratta di Polina Serebryannikova e di Galina Sokolova. Ancora nel pomeriggio non si sapeva nulla di ufficiale sulla sorte di una ventina di cittadini belgi dati per dispersi. Con un tweet il ministro degli esteri belga Didier Reynders annunciava che fra le vittime «probabilmente» si trovavano un belga di origine e una donna kazaka residente in Belgio. Anche l’Armenia ha le sue vittime nel triste elenco. Secondo le autorità di quel paese sarebbero almeno due i morti. L’elenco dei paesi che vede suoi cittadini coinvolti nella strage è ancora lungo: Ucraina (una vittima), Marocco (una donna e un bambino), Algeria (una donna), Cina (due morti), Tunisia (due trentenni: Bilal Labaoui e Olfa Bent Souayah il cui figlio di 4 anni è dato per disperso, di origini tunisine anche il cinquantenne Abdelkader Toukabri, che lavorava come meccanico a Nizza).

 

AGGIORNAMENTO ORE 19

Sono 84 le persone rimaste a terra senza vita sulla Promenade des Anglais di Nizza dopo essere state falciate dal camion guidato dall’immigrato tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Dieci sono bambini, 202 i feriti di cui 52 in gravissime condizioni. Tra questi ultimi un 53enne di Cuneo, Andrea Avagnina, consigliere comunale di San Michele di Mondovì, dispersa la moglie. ‘Devo consegnare gelatì, così il killer è riuscito a beffare la polizia ed entrare nell’isola pedonale del lungomare. La strage era stata pianificata: Bouhlel aveva parcheggiato il camion in un quartiere di Nizzail 13 luglio, lo aveva noleggiato due giorni prima. Ieri sera ha raggiunto il mezzo in bicicletta, sul camion era da solo. Testimoni dicono che era depresso per il divorzio dalla moglie. La donna oggi è stata fermata. La polizia tunisina ha riferito che il padre e alcuni parenti appartengono al mondo dell’estremismo islamico. Uno dei familiari lavora all’aeroporto diNizza, forse proprio per questo motivo lo scalo è stato evacuato oggi per alcune ore. Ansia per i cittadini italiani che potrebbero essere stati coinvolti nell’attentato. Il console non esclude la possibilità poichè erano molti ieri sera i connazionali sul lungomare, tra le 30mila persone che partecipavano alla festa del 14 luglio e che volevano vedere i fuochi d’artificio. La Procura di Roma ha aperto un’indagine per strage anche in relazione alla possibile presenza di vittime italiane. Morto l’eroico motociclista che ha provato a fermare il camion quando ha capito che cosa stava succedendo e a cui il killer ha sparato. La prima vittima di Bouhlel è stata una donna musulmana madre di 7 figli. Tra gli altri che hanno perso la vita, due studenti tedeschi e un insegnante di Berlino; due svizzeri con un bambino; un cittadino tunisino; una studentessa russa di 20 anni. Hollande ha prolungato di 3 mesi lo stato di emergenza in Francia che si sarebbe dovuto concludere il 26 luglio e proclamato 3 giorni di lutto nazionale a partire da domani. Blindati i confini. Il presidente ha annunciato che saranno rafforzati i raid in Siria e Iraq e ha sottolineato: ‘Siamo stati colpiti il 14 luglio, giorno simbolo della libertà, perché i jihadisti negano i diritti fondamentalì. Poi si è appellato all’unità nazionale affermando che ‘il nemico continuerà a colpirè. Mentre il califfato esulta, i leader dell’Occidente si sono stretti intorno alla Francia. Il neopremier britannico Theresa May ha riaffermato l’impegno contro il terrorismo ‘spalla a spalla con Parigì. Merkel ‘a fianco dei francesi, vinceremo la battaglià. Renzi ha scritto: ‘Le immagini di Nizza continuano a rimbombare nella testa e fanno male. Ma i terroristi non l’avranno vinta, maì. Condanna del Papa, ‘violenza ciecà. Turisti in fuga da Nizza, gli alberghi si sono svuotati nelle ultime ore. La città è piombata nel silenzio, le spiagge oggi sono state interdette.

 

LE NUOVE TECNICHE DEI TERRORISTI

La strage di Nizza compiuta con un Tir lanciato sulla folla è stata ispirata alle nuove tecniche propagandate nei mesi scorsi dall’Isis e annunciate solo poche settimane fa dal sedicente portavoce dell’organizzazione jihadista, Abu Muhammad al Adnani. Prima dell’inizio del mese islamico di Ramadan, alla fine di maggio, Adnani aveva esortato i «combattenti sulla via del jihad» ad attaccare i miscredenti ovunque essi fossero e di ucciderli con qualsiasi mezzo. «Se non siete in possesso di pallottole o di ordigni, afferrate una pietra e spaccategli la testa. Oppure uccidente con un coltello. O investitelo con un’auto. Gettatelo dall’alto di un palazzo. O strangolatelo con le mani. Usate il veleno!». In Siria e in Iraq l’organizzazione dello Stato islamico opera dal 2013 come una forza di insurrezione. E non usa solo tecniche tipiche del terrorismo, come autobomba e kamikaze contro civili, ma anche modalità di guerriglia contro eserciti regolari e milizie ostili. In Occidente, la nebulosa di radicali che si rifanno all’Isis dimostra una accresciuta capacità di condurre azioni terroristiche tanto sanguinose quanto spettacolari usando però strumenti contro i quali non sembra esserci protezione. In uno dei numeri di Inspire, rivista in inglese di propaganda jihadista, si suggeriva di usare i camion come delle falciatrici, «non per tagliare l’erba ma per falciare i nemici di Dio». Con la battaglia portata ora nel cuore dell’Occidente, i seguaci dell’Isis – siano essi organici al gruppo o semplicemente adepti alla ricerca di un loro personale riscatto – si sentono legittimati a ricorrere a tecniche e strumenti solitamente non usati per condurre attacchi premeditati. L’attentatore di Nizza ha potuto facilmente eludere i controlli, portando il Tir a cui era alla guida in un’area dove un’autobomba o un commando di miliziani forse non sarebbe potuto arrivare. Rifornirsi di esplosivo è inoltre assai più difficile in una città europea che non in Siria o in Iraq. Per molti aspiranti terroristi-cittadini europei la via più semplice sembra dunque quella di affidarsi a quel che offre il panorama urbano: un camion, un’auto, pietre, coltelli. Proprio come affermava Adnani e come teorizzava al Qaida, la madre dell’Isis.

 

NIZZA E L’ESTREMISMO ISLAMICO

All’apparenza paradiso costellato di hotel lussuosi, ristoranti in riva al mare, cinema e buon vino, la Costa Azzurra è uno dei luoghi europei dove l’estremismo islamico prospera di più. Terreno fertile per il terrorismo, la regione di Nizza ospita il 10% di tutti i 1.400 francesi o residenti in Francia segnalati dall’intelligence per i lori legami con il jihadismo. Un quadro inquietante e noto alle forze dell’ordine da tempo. Un rapporto pubblicato solo pochi giorni fa rivela che il fenomeno della radicalizzazione nella zona è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi due anni. Qualche decina i casi segnalati nel 2014, 476 all’inizio del 2015 e ben 3.600 oggi. D’altra parte che Nizza fosse nel mirino dei terroristi islamici non era un segreto. Nel 2014 fu sventato all’ultimo minuto un attentato durante il Carnevale della città. Due giorni prima dell’inizio della manifestazione simbolo della città fu, infatti, arrestato un uomo appena rientrato dalla Siria e nel suo appartamento furono ritrovati diversi esplosivi artigianali. A sole tre settimane dalla strage al supermercato kosher di Parigi, il 3 febbraio del 2015 Moussa Coulibaly aggredì a coltellate tre militari francesi di guardia a un palazzo di Nizza che ospita diverse istituzioni ebraiche. Un attacco non paragonabile alla strage di questa notte ma che fece scattare nella città, unica all’epoca in tutta la Francia, la massima allerta terrorismo. Principale centro del radicalismo in Francia, su una popolazione di un milione di abitanti nell’ultimo anno oltre 500 persone sono state segnalate nella regione per vicinanza all’estremismo islamico. E dalla sola Nizza, negli ultimi anni sarebbero partiti ben 1.000 ‘foreign fighters’, il doppio ad esempio di quelli che hanno deciso di unirsi alla jihad partendo da Bruxelles. Sullo sfondo di uno scenario a tinte fosche la figura di Omar Omsen, vero nome Omar Diaby. Quarant’anni, di origine senegalese, per i servizi anti-terrorismo francesi è uno dei principali reclutatori di jihadisti nizzardi in Siria dove è fuggito nel 2013 in forza ad Al Nusra, la branca di Al Qaida nel paese. Autore di diversi video di propaganda Omar Omsen, che si si è autoproclamato imam radicale proprio a Nizza, è a capo di una cellula di 30 giovani jihadisti francesi attivi a Latakia e provenienti come lui dalla città sulla Costa Azzurra. Poco prima della sua partenza per la Siria aveva lavorato a Nizza in un chiosco halal, chiamato ‘Nusrà.

TURISTI IN FUGA DA NIZZA

Musei chiusi, manifestazioni culturali annullate, turisti in fuga, i titoli del settore che crollano in Borsa. La strage di questa notte rischia di colpire Nizza anche nel cuore della sua economia. Regina della Costa Azzurra, la splendida cittadina costiera, amata dai grandi pittori e dal jazz set, accoglie ogni anno nelle sue spiagge e nella sua Promenade des Anglais oltre 4 milioni di turisti, seconda solo a Parigi come meta più gettonata di Francia. Con i suoi lussuosi alberghi e le mille pensioncine, la città che ha dato i natali al nostro Garibaldi, secondo l’ufficio turistico locale, assorbe da sola il 40 per cento del flusso dei vacanzieri della Costa Azzurra con un ritorno economico di 1,5 miliardi di euro l’anno. Un giro d’affari che il terrorismo e la paura potrebbero ora pesantemente ridimensionare. I segnali sono allarmanti: le compagnie aeree e i tour operator più attivi in Francia hanno sofferto oggi per tutta la giornata, chiudendo in rosso anche di oltre il 3%. È il caso della tedesca Thomas Cook, che a Francoforte ha perso il 3,9%, e dell’operatore alberghiero francese Accor, il più grande gruppo del settore in Europa, che ha registrato un calo del 3,4%, dopo essere arrivata a perdere oltre il 4%. Male anche Easyjet, in rosso alla Borsa di Londra del 2,7%. Air France è in calo a Parigi dell’1,8%, mentre Ryanair ha perso a Londra il 2,11%. Aeroports De Paris segna -0,8%. Intanto già stamattina, secondo le testimonianze di numerosi albergatori della zona, intorno alla Promenade, molti turisti hanno deciso di lasciare la città francese e di spostarsi in altre località, oppure di tornare direttamente a casa. E se le associazioni italiane dei tour operator ancora non si esprimono, sottolineando che è troppo presto per mettere in fila i dati, gli albergatori raccontano ai cronisti di continue disdette. Dai fan di Rihanna, attesi per oggi (ma il concerto della pop star è stato comunque annullato) alle famiglie. «È tutta la mattina che riceviamo chiamate di rinuncia per le vacanze – ha raccontato Paolo Portulez, receptionist di un hotel a pochi metri dalla celebre passeggiata lungomare – e credo ne arriveranno altre nelle prossime ore. Questo attentato ha colpito molto la gente. Cosa accadrà ora? Faremo come Parigi, ci saranno momenti difficili ma poi la vita proseguirà come prima». Gli alberghi però sono stati preziosi, proprio la notte scorsa, come rifugio per le folle in fuga dalla corsa del tir assassino. Molti clienti del suo albergo, ha raccontato ancora Portulez, hanno aperto le proprie camere per ospitare, anche fino all’alba, decine di persone scappate dal luogo dell’attentato. «In tanti si sono riversati nella hall e molti di loro sono stati accolti nelle stanze dai nostri clienti – ha detto – Noi non abbiamo chiuso la porta a nessuno. Questa è la solidarietà dei francesi».

 

FRANCIA BERSAGLIO NUMERO UNO

Ancora una volta, la terza in 18 mesi, da Charlie Hebdo al lungomare di Nizza, passando per le stragi del 13 novembre al Bataclan e nei ristoranti di Parigi. È sempre la Francia il bersaglio numero uno del terrorismo jihadista. Che il 22 marzo ha colpito nella francofona Bruxelles quando i piani della cellula franco-belga di colpire durante gli europei di calcio sono saltati per l’arresto di Salah Abdeslam. Il mondo torna a esprimere il cordoglio, ma anche a porsi la domanda: perché ancora la Francia? Le ragioni vanno cercate a partire dalla storia coloniale francese, nella mal riuscita integrazione dopo l’indipendenza dell’Algeria e la fine delle colonie francofone nel Maghreb, nella ghettizzazione delle banlieue, nei suoi valori laici che identificano l’intero mondo occidente. Ma anche nella porosità delle sue frontiere, nelle riconosciute mancanze dell’intelligence e degli apparati di sicurezza, così come nell’impegno militare, nella postura di dichiarata «guerra al terrorismo» e, non ultimo, nella percezione di vulnerabilità. Tra i Paesi dell’Europa occidentale, la Francia è quello a più alta percentuale di immigrazione non riuscita. Già negli anni ’90 subì due ondate di attacchi legati a gruppi estremisti algerini. Ma il detonatore della nuova ondata di terrore guidata dall’Isis sembra trovare le radici nell’intervento in Libia, voluto da Nicolas Sarkozy, e nella retorica scelta dal governo. Il primo a schierarsi al fianco degli Stati Uniti nella coalizione. Nelle banlieue, tra i giovani tra 18 e 36 anni, sottoistruiti, con lavori saltuari e in genere con un passato di piccola criminalità, il jihadismo riesce a reclutare con facilità, facendo leva sul risentimento verso un Paese la cui potenza militare, ad esempio, ha stroncato l’offensiva islamica in Mali e in Centrafrica. Infatti sono almeno 600 i cittadini francesi partiti per la Siria come ‘foreign fighter’. La Francia è anche l’obiettivo più rappresentativo dell’intero Occidente, con i suoi valori di laicità, libertà, uguaglianza e non discriminazione della donna. Già a settembre del 2014, all’inizio delle operazioni in Siria, il portavoce dell’Isis Mohammad al-Adnani aveva invocato attacchi contro «l’odiosa Francia». Al tempo stesso, è anche il più facile da colpire. L’inchiesta parlamentare sugli attacchi del 13 novembre ha riconosciuto il «fallimento globale» dell’intelligence francese, ha fatto emergere che per le regole d’ingaggio i militari in servizio al Bataclan non potevano usare le armi. E la percezione della vulnerabilità, assieme alla retorica della «guerra al terrorismo» incoraggia chi è disposto a farsi reclutare, in un Paese che «è sull’orlo della guerra civile tra estremisti di destra e estremisti islamisti», come ha dichiarato il 24 maggio in Parlamento Patrick Calvar, direttore della Dgsi, i servizi di intelligence interna. Lo stesso che martedì scorso si diceva «persuaso» che i terroristi «presto passeranno allo stadio delle autobomba».

 

KILLER DEPRESSO DOPO LA SEPARAZIONE

Un uomo solitario, burbero, diventato «instabile e depresso» dopo la rottura con la moglie, con alle spalle qualche condanna per reati minori. Un musulmano non troppo praticante, che non andava in moschea e quest’anno non aveva nemmeno rispettato fino alla fine il Ramadan. È questo il profilo di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, 31 anni, l’attentatore di Nizza, secondo le prime notizie diffuse da inquirenti e media. Originario della città tunisina di Msaken, nel nordest della Tunisia, Bouhlel abitava da tempo a Nizza e aveva un permesso di residenza della durata di dieci anni. Di lavoro faceva il corriere, e da poco aveva ottenuto la patente per i mezzi pesanti. Era sposato e padre di tre figli, ma aveva rapporti deteriorati con la famiglia. Il suo matrimonio si stava concludendo con un amaro divorzio dopo un periodo teso, in cui Bouhlel era anche stato anche indagato per violenze coniugali. Quanto ai parenti tunisini, secondo un vicino intervistato dalla radio France Info era «in rotta» anche con loro, e non rientrava in patria «da anni». Versione confermata dalle autorità di sicurezza tunisine, che hanno riferito ai media francesi che l’ultimo ingresso dell’uomo nel Paese risale a quattro anni fa. Poco cordiali anche le relazioni con gli altri abitanti della palazzina in cui si era trasferito dopo la separazione. La vicina di pianerottolo racconta di avergli parlato solo una volta, per un problema di contatori dell’elettricità, mentre diversi membri della famiglia che occupa l’appartamento sopra il suo dicono che non ricambiava mai i saluti, e negli ultimi tempi era apparso sempre più nervoso e instabile. Il nome di Bouhlel era noto alla polizia e alla giustizia ordinaria per alcune indagini a suo carico, partite da accuse per reati minori, e per una condanna per minacce e violenze, nel marzo scorso. Dopo un banale incidente stradale aveva colpito più volte con un pezzo di legno l’altra persona coinvolta, era stato fermato, posto in libertà vigilata e infine condannato a una breve pena di prigione con la condizionale. Era però «ignoto ai servizi segreti, sia a livello nazionale sia locale», ha precisato il procuratore di Parigi Francois Molins, confermando che l’uomo non era uno dei famigerati ‘schedati S’, le persone individuate e registrate come vicine ad ambienti estremisti. L’attentatore era musulmano, ma sempre secondo le testimonianze dei vicini non sembrava molto praticante. «Era un uomo poco religioso, che non pregava, non andava in moschea, amava la salsa e le belle ragazze», racconta uno di loro alla stampa locale, spiegando che il mese scorso aveva cominciato il digiuno per il Ramadan, ma l’aveva mantenuto solo per qualche giorno. «Non era mai stato oggetto della minima segnalazione di radicalizzazione», ha detto ancora il procuratore Molins. Il padre però, riferiscono i media tunisini, è ritenuto vicino agli ambienti dell’estremismo islamico ed è iscritto al partito religioso Ennadha. Alcuni suoi parenti sarebbero stati condannati durante il regime di Ben Alì, e avrebbero poi approfittato dell’amnistia per uscire di prigione.

 

AGGIORNAMENTO ORE 16

“Devo consegnare gelati”. Così Mohamed Lahouaiej Bouhlel, un emigrato tunisino di 31 anni residente in Francia dal 2011, è riuscito a beffare la polizia ed entrare nell’isola pedonale del lungomare di Nizza uccidendo 84 persone tra adulti e bambini. I media della Tunisia scrivono che aveva ottenuto un permesso di soggiorno grazie al matrimonio con una franco-tunisina residente nella città, dalla quale ha avuto tre figli. L’uomo sarebbe stato depresso per l’imminente divorzio. La moglie stamani è stata fermata. Il padre di Bouhlel, secondo la polizia tunisina, sarebbe noto come estremista ed iscritto al partito islamico Ennhadha. Altri parenti sono ritenuti vicini ai fondamentalisti e, condannati, sono usciti dal carcere beneficiando dell’amnistia generale del 2011. Uno dei familiari del killer lavora all’aeroporto di Nizza e forse proprio per questo motivo lo scalo è stato evacuato oggi per alcune ore.

Il presidente Hollande arrivato a Nizza ha detto che “ci sono 50 feriti tra la vita e la morte, tra le vittime tanti stranieri e bambini”. Un chirurgo italiano che lavora al Centre Hospitalier Universitaire di Nizza ha riferito di 188 feriti, di cui 98 gravi, 25 sono in rianimazione. Il bilancio delle vittime resta di 84 persone morte. Nella città molti turisti hanno interrotto le vacanze e lasciato gli alberghi. I sostenitori dell’Isis, riporta il Site, hanno celebrato il massacro, ma al momento non c’è stata una rivendicazione ufficiale. I leader dei Paesi occidentali si stringono intorno alla Francia. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che la ‘Germania è a fianco della Francià, ‘malgrado le difficoltà, vinceremo questa battaglià. Vicinanza di Theresa May: spalla a spalla con Hollandè. Il premier Matteo Renzi: ‘I terroristi non l’avranno vinta, maì. Condanna del Papa. Messaggi di solidarietà anche da Hamas e Olp. La Francia ha prolungato di altri tre mesi lo stato di emergenza che doveva concludersi il 26 luglio. Hollande ha annunciato che saranno rafforzati i raid in Siria e Iraq: ‘Siamo stati colpiti il 14 luglio, giorno di Festa Nazionale e simbolo della libertà, perché i fondamentalisti negano i diritti. La Francia è inorridita da questa tragedia, questa mostruosità, ma siamo più forti dei fanaticì. “Siamo in guerra”, ha detto il ministro dell’Interno Cazeneuve.

 

AGGIORNAMENTO ORE 12,30

Identificato il killer che ieri sera si è lanciato con un camion falciando per due chilometri la folla della Promenade des Anglais in festa per il 14 luglio e sparando sui passanti. Si chiamava Mohamed Lahouaiej Bouhlel, franco-tunisino di 31 anni, era noto alla polizia per violenze e uso di armi, ma non risultava alcun legame con il terrorismo. I suoi documenti erano dentro il tir con il quale ha ucciso 84 persone.

Perquisizioni sono in corso nella sua abitazione. È stato neutralizzato da un uomo e due poliziotti, uno degli agenti è una donna. Tra le vittime ci sono tanti bambini, 54 sono ricoverati, mentre quelli ritrovati da soli tra la folla sono stati radunati nella caserma Auvare, sede principale della polizia in città. Una ventina i feriti in condizioni gravissime. Molti italiani risultano irrintracciabili, il console generale d’Italia a Nizza invita alla calma perchè in molti nel caos di ieri sera hanno perso il cellulare o non sono riusciti a rientrare in casa. Tuttavia ammette che il rischio che cittadini italiani siano rimasti coinvolti ‘effettivamente c’è’.

Il presidente francese Francois Hollande ha prolungato di altri tre mesi lo stato di emergenza che doveva concludersi il 26 luglio. E ha annunciato che saranno rafforzati i raid in Siria e Iraq: ‘Siamo stati colpiti il 14 luglio, giorno di Festa Nazionale e simbolo della libertà, perché i fondamentalisti negano i diritti. La Francia è inorridita da questa tragedia, questa mostruosità, ma siamo più forti dei fanaticì. ‘Siamo in guerrà, ha detto il ministro dell’Interno Cazeneuve. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che la ‘Germania è a fianco della Francià, ‘malgrado le difficoltà, vinceremo questa battaglia. Il premier Matteo Renzi ha ritwittato le dichiarazioni di Hollande. I sostenitori dell’Isis, riporta il Site, hanno celebrato il massacro, ma al momento non c’è stata una rivendicazione ufficiale. I cadaveri non possono essere spostati dalla Promenade des Anglais fino a che gli esperti della Scientifica non avranno concluso le analisi. Un corpo steso, coperto da un telo dorato e accanto una bambola con il suo vestitino rosa: è una delle immagini più drammatiche della strage.

 

AGGIORNAMENTO ORE 10

Diversi corpi, ricoperti da un lenzuolo blu, si trovano ancora sul marciapiede della Promenade des Anglais, il lungomare di Nizza, dove ieri notte un uomo è piombato con un tir sulla folla sparando. A terra ha lasciato 84 morti – questo per ora il bilancio – e decine di feriti, alcuni gravi. Tra le vittime molti bambini.

I sostenitori dell’Isis, come riporta su Twitter il Site, hanno «celebrato» il massacro, ma al momento non c’è stata una rivendicazione ufficiale. Secondo il ministro dell’interno Bernard Cazeneuve circa 70 esperti della scientifica stanno lavorando e i corpi non potranno essere rimossi prima che abbiano finito le loro analisi. Le strade del centro della città sono praticamente deserte. Si teme ancora la presenza di complici del killer. L’accesso agli stabilimenti balneari, pubblici e privati, lungo la Promenade, è stato interdetto dalle autorità locali dopo l’attentato di ieri sera.

Tutti i bambini ritrovati soli tra la folla ieri sera sono radunati nella caserma Auvare, sede principale della polizia in città. Il presidente francese Francois Hollande, che oggi sarà a Nizza, ha prolungato di altri tre mesi lo stato di emergenza in Francia che doveva terminare il 26 luglio. «Rafforzeremo le operazioni contro i terroristi dell’Isis in Siria e in Iraq e contro chi ci attacca nel nostro territorio» – ha detto Hollande – «nulla ci farà cedere nella nostra volontà di lottare contro il terrorismo». Sono stati ulteriormente rafforzati i controlli da parte italiana sul confine di Stato a Ventimiglia sia a Pont St.Ludovic che a Pont St. Louis dopo l’attentato. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha partecipato questa mattina alla riunione del sottosegretario Marco Minniti con i vertici delle agenzie di intelligence. La Farnesina «invita i connazionali presenti aNizza ad evitare spostamenti ed a seguire le indicazioni delle Autorità locali».

Ancora nessuna conferma dell’eventuale presenza fra le vittime e fra i feriti di italiani. Il killer di Nizza, un franco tunisino di 31 anni, «è stato neutralizzato da un uomo e due poliziotti», uno dei quali è una donna, come ha raccontato a radio Europe 1 il presidente del Dipartimento delle Alpi Marittime Eric Ciotti. «Una persona è saltata sul camion per tentare di fermarlo – ha detto Ciotti -. È a quel momento che la polizia è stata in grado di neutralizzare questo terrorista». (ANSA)