Ventotene, isola a rischio: divieti ovunque

13/01/2011 di
ventotene

Gentile direttore,

il 97% del territorio di Ventotene è a rischio, lo ha detto chiaramente l’Autorità di Bacino del Lazio a seguito della tragedia del 20 aprile scorso, quando due bambine di tredici anni furono uccise da una frana avvenuta – secondo i magistrati – per l’incuria e la pessima gestione del territorio da parte degli amministratori locali.
Il nuovo Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) identifica come pericolosa buona parte del territorio, delle case e degli alberghi che si affacciano sul mare! In pratica le splendide coste di questa perla del Tirreno sono al momento interdette, come dimostrano anche i numerosissimi cartelli di divieto che, adesso, sono sparsi ovunque.

Cosa resta da visitare allora a Ventotene?
Beh, ci sono i siti archeologici: la villa imperiale di Giulia, il museo archeologico, le cisterne romane. E poi c’è il Museo della migrazione, unico nel suo genere, che racconta l’importanza naturalistica di Ventotene come crocevia di milioni di uccelli che migrano tra l’Africa e l’Europa. Infine l’incredibile carcere borbonico di Santo Stefano, appena dichiarato ‘patrimonio europeo’, dove furono prigionieri Settembrini, Bresci, Amendola e Pertini. E tutte queste meraviglie sono illustrate da guide straordinarie, un gruppo di ragazzi e ragazze isolani appassionati di archeologia e natura che non ha eguali per competenza e capacità divulgativa.
Questo fino a qualche giorno fa…

Oggi anche tutti questi luoghi sono interdetti al pubblico per motivi – dice una precisa ordinanza del sindaco – di sicurezza.
E così di punto in bianco la cooperativa di guide si ritrova disoccupata, e piuttosto “arrabiata” visto che il direttore del parco naturale aveva promesso loro una convenzione più stabile con il Comune rispetto ai contratti precedenti, che duravano di mese in mese, da anni.
E gli isolani si ritrovano senza più nulla da poter offrire ai turisti affamati di storia, mare e natura: il che per un’isola che vive di turismo non è piccola cosa!

Ma perché, se il museo archeologico viene chiuso gli uffici comunali sono invece aperti, pur trovandosi nello stesso edificio? Cosa manca al museo della migrazione, inaugurato appena 4 anni fa, rispetto ad altri edifici comunali – tutti rigorosamente aperti e frequentati – come la casa alloggio per gli anziani, la scuola elementare, il centro informazioni del parco? E infine perché è il direttore del parco naturale, un medico in pensione amico del sindaco, a doversi occupare dei musei e dei siti archeologici?

Tra appena due mesi  a Ventotene incominceranno ad arrivare i primi bambini dei campi scuola (forse), e poco dopo i primi turisti. Come verranno accolti? Con un grande cartello che recita: “isola chiusa per grave incapacità amministrativa”!

Adele Faccio