LA CORAZZATA DEL CENTRODESTRA SEMPRE PIU’ FORTE A LATINA

31/03/2010 di

di MONICA FORLIVESI *

Sempre più forte. Il centrodestra in provincia di Latina si espande senza tentennamenti e si conferma trainante alle elezioni regionali. Qui la neo presidente Renata Polverini ha ottenuto il 63,29% dei consensi, 174.278 voti contro il 57,96% (180.322 voti) di Francesco Storace nel 2005 in provincia. La candidata del centrosinistra, Emma Bonino, non è andata oltre un risicato 36,14%, 99.529 voti, mentre nella precedente tornata Piero Marrazzo arrivò al 39,13% (121.717 voti).


Al centrodestra non resta che esultare: diminuisce il numero dei votanti ma aumenta la percentuale dei loro consensi. Rispetto alle scorse regionali, quando non esisteva il Pdl bensì An e Forza Italia, il risultato è sceso in maniera quasi impercettibile: sommando i rispettivi voti i due partiti arrivarono al 43,06% contro l’attuale 42% del Pdl.

Ottimo il risultato dell’Udc che nella provincia registra la percentuale più alta di tutta la regione: il 10,12%, contro il 6,1% che è la media regionale e il 10,99% del 2005. Risultato che è valso al segretario provinciale Michele Forte e al consigliere riconfermato, suo figlio Aldo, la telefonata di congratulazioni del leader nazionale Pierferdinando Casini. Vi aspettavate di più dalla candidatura di Fabrizio Cirilli come indipendente nella lista dell’Udc? «Assolutamente no, anzi – sottolinea Aldo Forte – perché abbiamo costruito la vittoria più difficile: chi avrebbe rinunciato a persone che portano voti come Galardo, Carnevale e Palmieri? Noi sì, l’abbiamo fatto in nome di una politica di livello più alto, nel segno del rinnovamento e di una classe politica giovane e più preparata. Quello di Fabrizio Cirilli, che ha scelto una strada altrettanto difficile, quella di aderire alla Costituente di centro, e non è stato facile da spiegare al suo elettorato, è stato un ottimo risultato, per questo va valorizzato».

Per quanto riguarda il centrodestra non si può poi non tener conto del risultato della lista Polverini che ha ottenuto 18.984 voti, il 7,48%, cinque anni fa la lista del candidato presidente Francesco Storace ottenne il 5,8% dei consensi. Infine La Destra di Storace con i suoi 6.615 voti ha ottenuto il 2,6%. E gli equilibri interni al centrodestra? Il sindaco Vincenzo Zaccheo lascia intendere di aver avuto la meglio sul coordinatore provinciale Claudio Fazzone con il successo del candidato sostenuto da lui Stefano Galetto. Il senatore ha perso effettivamente parte delle preferenze ottenute cinque anni fa, ma è pur sempre il più votato del Lazio e allo stesso tempo i voti ottenuti da Giovanni Di Giorgi vengono letti come voti “contro” il sindaco di Latina. Insomma la lotta interna al Pdl non si placa.

Situazione ben diversa quella del centrosinistra, perde e lo fa peggiorando il dato del 2005, dal 39,13% scende al 36,14. Il Partito democratico tiene, Uniti per l’Ulivo ottenne il 18,21% il Pd il 20,4, forte calo dei Verdi che passano dal 2,5% di cinque anni fa all’attuale 0,66, bisogna tener contro del fatto che una parte dei voti sicuramente è confluita in Sinistra ecologia e libertà, che ha ottenuto l’1,93%. Diminuzione anche per Rifondazione comunista che passa dal 3,74% all’1,99.
Ma diamo un’occhiata ai comuni. La Polverini ha vinto un po’ ovunque, anche dove i sindaci sono di centrosinistra, l’ha spuntata la Bonino solo in qualche piccolo centro come Bassiano, Cori, Roccagorga. Sezze roccaforte rossa non lo è più da un po’, tanto che nonostante il sindaco di centrosinistra ha vinto, con il 51,8%, la Polverini, così come a Pontinia, giunta di centrosinistra e vittoria al centrodestra con un sonoro 71,6%. Infine Aprilia dove il voto rispecchia la disaffezione per la politica già espressa alle scorse amministrative con la vittoria di una coalizione di liste civiche che ha sbaragliato Pdl e Pd. E’ la città che ha avuto l’affluenza più bassa: il 55,46% e 1.360 schede nulle (4,7%). Un altro dato in controtendenza è il flop dei big: il candidato più votato è Michela Biolcati Rinaldi (926 voti) consigliere comunale della lista civica del sindaco alle regionali si è presentata con il Psi.

 

SETTE IN REGIONE, NON ERA MAI SUCCESSO

di GIOVANNI DEL GIACCIO *

Un risultato così non s’era mai visto. A urne chiuse la provincia di Latina sarà rappresentata da sette consiglieri regionali, un dato senza precedenti da quando si vota con questo sistema ma mai raggiunto anche ai tempi del proporzionale. Vengono confermati Claudio Fazzone (Pdl), 49 anni, senatore – eletto cinque anni fa e poi dimessosi per il Senato con il posto lasciato a Romolo Del Balzo – Claudio Moscardelli (Pd), 48 anni, che nel 2005 venne eletto nel “listino” di Piero Marrazzo – e Aldo Forte, 36 anni, che è capogruppo uscente dell’Udc. Il resto è una “squadra” tutta nuova: Stefano Galetto (Pdl), 40 anni, assessore fino all’inizio della campagna elettorale; Giovanni Di Giorgi (Pdl), 43 anni, avvocato e consigliere comunale; Gianfranco Sciscione, imprenditore televisivo di 60 anni che prende il seggio andato con i resti regionali alla lista civica Polverini e Gina Cetrone, imprenditrice olearia di 39 anni che entra grazie al “listino” della Polverini. Restano fuori i già citati Romolo Del Balzo, che spera nelle dimissioni di Fazzone, e Domenico Di Resta, oltre a Fabrizio Cirilli eletto nel 2005 con An e oggi secondo nell’Udc dov’era candidato come indipendente. «Ringrazio la comunità che mi ha sostenuto e con la forza dell’entusiasmo mi ha portato alla Pisana – dice Giovanni Di Giorgi – Adesso c’è un progetto politico importante da portare avanti, a difesa del territorio». Per il neo consigliere regionale: «La gente ha cercato il nuovo, possiamo far capire che esiste un’altra anima importante all’interno del Pdl». Euforico Stefano Galetto: «E’ una grande soddisfazione – dice – oltre 20.000 preferenze sono un risultato molto importante. Dobbiamo metterci subito al lavoro sul fronte dello sviluppo del territorio e sulla costruzione del Pdl». L’area ex An è andata bene: «Sono contento per Giovanni, è un amico e la sua affermazione, è anche un segnale a chi dava la nostra area perdente, ma guardiamo avanti e pensiamo al Pdl, a un partito che svolge il suo ruolo politico e non è solo degli eletti». Non ha dubbi Gianfranco Sciscione: «Sapevo che ce l’avrei fatta. E’ una grande gioia, ringrazio la mia città». Claudio Moscardelli approfondisce: «Ho dimostrato di avere avuto sempre un rapporto con l’elettorato, anche quando sono stato eletto senza preferenze – dice – è premiato un lavoro di cinque anni». Il Pd in provincia?: «Deve prendere atto di questo risultato e cambiare, capire il suo reale profilo – aggiunge – in Regione avrò un ruolo diverso ma continuerò a guardare alle istanze del territorio». Poi i problemi della campagna elettorale: «La Bonino è venuta una sola volta e abbiamo avuto difficoltà a proporla nel nostro elettorato, anche su questo è necessaria una riflessione». Da segnalare, infine, l’elezione a Roma dell’ex comandante provinciale dei vigili del fuoco e pontino di “adozione” Luigi Abate con la lista Polverini. (* Fonte: Il Messaggero 31-03-2009)

CIRILLI E DI RESTA, GLI SCONFITTI

Non sono bastati i quasi seimila voti dell’uno e gli oltre 11mila dell’altro a riportali al consiglio regionale del Lazio. La partita della Pisana, per Fabrizio Cirilli e Domenico Di Resta, si chiude con una mancata riconferma. Ma analizzata da due prospettive diverse. Fabrizio Cirilli, candidato indipendente della lista dell’Udc, perde quota su Latina e sconta il dato dell’astensione, lo ammette lui stesso, ma con i seimila voti contribuisce non poco a quel 10,12% conquistato dal partito. La percentuale più alta raggiunta nel Lazio. Segno che il nuovo progetto politico battezzato con le regionali dà i suoi frutti. «Sapevamo che l’unione con l’Udc ci avrebbe fatto pagare un prezzo elettorale – commenta – era una riflessione che avevamo già fatto quando due anni fa abbiamo intrapreso questo discorso. E tutto sommato i numeri ci fanno ben sperare e vanno comunque analizzati all’interno di un contesto diverso, che come “l’altra faccia della politica” ci vede crescere all’interno di un progetto politico nuovo come l’Unione di centro ». La partita ora è nelle mani di Aldo Forte, che con il 10% ottenuto dal partito in provincia può aspettarsi, come aveva già annunciato, un posto in giunta. Diverso il caso del Pd: «Neppure gli scontri interni del Pdl – dice Di Resta – hanno cambiato la dimensione del voto. Il partito dovrà ora analizzare la sconfitta e ripartire, con la premessa che si vive di rendita in nessuna realtà della provincia». La.Pe. (Fonte: Il Messaggero 31-03-2009)