Un ingegnere di Latina nella missione del primo razzo italiano

22/04/2012 di
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di Marco Cusumano *

«E’ stato il momento più bello ed emozionante della mia vita, dopo quello della nascita dei miei figli». Era il 13 febbraio scorso, ore 11 italiane. Daniele Drigo, ingegnere aerospaziale 39enne di Latina, si trovava al «Centre spatial guyanais» di Kourou insieme a centinaia di colleghi. Davanti a loro «Vega» un razzo alto 30 metri e pesante 128 tonnellate: il frutto degli ultimi 15 anni di lavoro. La partenza è il momento più delicato, il 70% dei lanci finisce male, il che significa con un’esplosione.

«Ci sono componenti – spiega Daniele Drigo – che lavorano a temperature altissime, anche di 3.000 gradi. I rischi sono enormi, in caso di problemi gravi è possibile anche l’autodistruzione mediante cariche esplosive che si trovano sui motori».
Drigo ha un incarico di rilievo in questa storica missione italiana. E’ il responsabile tecnico di uno dei quattro motori, l’ultimo, che permettono il funzionamento del razzo.

Cresciuto a Latina, dove ha frequentato il liceo scientifico Majorana, ora lavora all’Avio di Colleferro, l’azienda che ha progettato e realizzato quasi interamente il razzo Vega.
E’ il primo razzo italiano a essere stato lanciato nello spazio per la messa in orbita di satelliti commerciali di piccolo taglio (intorno a una tonnellata e mezza), e sarà utilizzato prevalentemente per missioni scientifiche. Un traguardo che in Italia si sognava sin dagli anni Sessanta e che ci pone al secondo posto in Europa, dopo la Francia.

Vega è costituito da quattro stadi: i primi tre a propellente solido e l’ultimo stadio – chiamato «Avum» – a propellente liquido. Di questo è responsabile l’ingegnere di Latina. «Di certo un incarico importante di cui vado fiero – commenta Daniele Drigo – anche perché in genere a questo tipo di progetti lavorano centinaia di ingegneri, ma in questo caso eravamo solo sessanta. Forse anche per questo motivo, nel resto del mondo, c’era una sorta di scetticismo sulla riuscita del lancio».

E invece tutto è filato liscio, Vega è decollato regolarmente e ora si potrà iniziare a vendere i satelliti ai privati. Il programma è finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e vede come capofila la società italiana Elv Spa partecipata al 70% dall’industria aerospaziale Avio Spa con sede a Colleferro e al 30% dall’Agenzia Spaziale Italiana «Asi».

Pur con il coinvolgimento di molte aziende estere, il razzo Vega è un sogno tutto italiano che ora dovrà proseguire con un impiego commerciale e scientifico. A bordo di Vega ci sono i satelliti Lares, ALMASat-1 e i sette CubeSats. «Si tratta di satelliti di studio – spiega Drigo – che appartengono soprattutto alle università, naturalmente i privati non hanno investito denaro prima del lancio, i rischi sarebbero stati troppo alti».

L’ingegnere di Latina ora raccoglie i frutti di tanto lavoro: «E’ stata un’esperienza davvero incredibile che ci ha posto ai vertici europei: l’Italia non è solo calciatori, veline e scandali». (* Il Messaggero 22-04-2012)

  1. preciso che non e’ di Latina bensi Sezze Scalo, provincia rumena

  2. come fai signor massimo lanati a precisare questa cosa se non lo conosci, fidati ti dico che è di latina stava nel mio palazzo

  3. é di latina lo conosco pure io, lanati non so chi sia, ma da come ha scritto sembra uno a cui je rode

  4. Finalmente una notizia che ci rende orgogliosi di essere pontini
    complimenti ingegnere.

  5. sicuramente orgoglioso di avere un concittadino rumeno bravo nel suo campo.

  6. fino a prova contraria li a Latina e Sezze siete tutti rumeni

  7. …… non so di quale città tu sia , ma sarà pieno di rumeni anche nella tua come in tutta italia

  8. lanati vai a commentare un tuo concittadino luganese che manda razzi nello spazio ..se ce ne sono

  9. preciso che sono di genitori veneti ma nato a latina e vivo qui in svizzera da molti anni, quindi mi sento pontino,ma ora voi siete quasi tutti rumeni giu, voci dicono che avete messo addirittura i cartelli stradali in lingua italiano/rumeno.

  10. raga’ io penso che questo lanati e’ un ciociaro che sta rosicando oppure e’ uno che vuole giocare. La svizzera mi sa’ che non sai nemmeno dove si trova