Addio Banca d’Italia, la sede di Latina chiuderà entro il 2018

20/02/2015 di
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banca-italia-latinaLa Banca d’Italia annuncia una nuova cura draconiana per la rete delle filiali che porterà a chiuderne 22 entro tre anni. Tra queste c’è anche Latina. I circa 20 dipendenti saranno trasferiti a Roma entro il 2018.

Un piano varato in autonomia e contestato nettamente dai sindacati interni preoccupati per il futuro dell’istituzione. I sindacati in un tavolo di confronto con la Banca durato oltre un anno hanno presentato varie proposte su potenziali nuovi “mestieri” del personale di via Nazionale soprattutto in vista della riforma della P.A., tutte proposte rimaste inascoltate.

La banca guidata dal Governatore Ignazio Visco, dopo il taglio degli emolumenti del Direttorio deciso a novembre, ha quindi deciso di andare avanti da sola con il nuovo piano che riguarda 360 dipendenti sui 7mila totali. Bankitalia a regime avrà una rete di 39 filiali. Il primo taglio della rete fu varato da Mario Draghi nel 2008 e portò alla chiusura di ben 39 filiali dalle 97 originarie con un risparmio strutturale a regime di 80 milioni annui. 

Nella messa a punto del nuovo piano via Nazionale ha tenuto conto dei tagli effettuati dalla Bundesbank (tra il 1999 e il 2013 ha tagliato da 154 a 50 i suoi uffici sul territorio tedesco) e dalla Banque de France (da 211 a 127 dipendenze) con ulteriori interventi in programma nei prossimi anni per entrambe. A novembre il Consiglio Superiore della Banca d’Italia rimodulando al ribasso i compensi per il Direttorio (450mila per il Governatore, 400mila per il Direttore Generale e 315mila per i Vice) aveva esortato l’istituto a proseguire nell’opera di razionalizzazione organizzativa che ha portato, dal 2009 al 2014, a ridurre del 7% il numero dei dipendenti e del 14% in termini reali i costi operativi. Il piano della Banca d’Italia prevede, nel dettaglio, innanzitutto il salvataggio di sei filiali (Agrigento, Sassari, Livorno, Pescara, Lecce e Reggio Calabria) che vengono promosse da Unità al servizio dell’utenza a Filiali ad ampia operatività quindi con maggiori compiti.

Il destino però è segnato per le altre. Nelle elenco delle sedi da chiudere ci sono tre filiali in Lombardia (Como, Sondrio e Varese), quattro in Sicilia (Caltanissetta, Messina, Ragusa e Trapani), tre in Toscana (Grosseto, Pisa e Siena), due nel Lazio (Viterbo e Latina) e due in Campania (Avellino e Caserta) oltre a Novara, Treviso, La Spezia, Reggio Emilia, Taranto e Cosenza.

Nel piano però la banca non indica un calendario di chiusure: c’è solo indicata una soglia minima di personale (7 addetti) che una volta raggiunta porta alla chiusura automatica della sede anche in anticipo rispetto alla scadenza ultima che vale per tutte: fine 2018.

  1. sono sicuro che non se accorgerà nessuno, solo parassiti con stipendi molto alti e buoni pasto da ristorante di lusso

  2. non ho mai capito cosa ci sta a fare, visto che non è aperta al pubblico

  3. Dovrebbe svolgere funzioni di sorveglianza e monitoraggio sulle altre banche, mah……..
    Non ho mai capito il perché di tutti i privilegi, a cominciare dagli emolumenti altissimi in rapporto alla funzione ed alla responsabilitá, al livello degli impiegati di Camera,Senato e Quirinale, dove l’usciere sta sui 5.000 al mese

  4. chiude la banca ma i dipendenti non verranno licenziati, verranno smistati in altri carrozzoni pubblici con gli stessi stipendi.
    Come al solito in Italia tutto cambia per non cambiare nulla.

  5. E ti pareva che i sindacati non si muovessero per contrastare questo piccolo intervento atto a rendere più efficiente il Paese. Sono sempre dalla parte dei parassiti e dei privilegiati in generale.