Piccoli Comuni contrari alla fusione, ricorso al Tar

10/04/2015 di

Piccoli Comuni sul piede di guerra. La questione riguarda l’obbligo di accorpamento delle funzioni, considerato «incostituzionale» e soprattutto «irragionevole», visto che la spesa procapite è più bassa in un piccolo centro che in una grande città. Per questo, nel giorno del confronto tra il governo e i sindaci delle città metropolitane sul Def, arriva un’altra ‘grana’ per il governo, ovvero la presentazione di un ricorso al Tar da parte di un gruppo di piccoli municipi contro la circolare del ministero dell’Interno (del 12 Gennaio 2015) che prevede il commissariamento per gli enti inadempienti rispetto alla norma sull’accorpamento delle funzioni comunali. L’iniziativa è promossa da Asmel, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, che raggruppa oltre 2.200 Comuni in tutt’Italia e il ricorso parte dalla Campania, considerata l’esistenza di una legge regionale che, in applicazione della norma nazionale, ha già individuato gli ambiti territoriali entro cui i Comuni devono esercitare congiuntamente le loro funzioni. I Comuni a rischio accorpamento – fa sapere l’associazione – sono 5.700.

Nel ricorso al Tar si evidenzia «l’incostituzionalità della norma perché lede il principio di autonomia degli enti locali garantito dalla Costituzione». Ma l’Asmel contesta soprattutto «la sua irragionevolezza, in quanto i dati Istat evidenziano che i piccoli Comuni hanno una spesa annua di 852 euro pro capite a fronte della media nazionale di 910 euro e della media dei grandi Comuni pari a 1.256 euro». «Nei piccoli Comuni – spiega Francesco Pinto, presidente dell’associazione – funziona da calmiere il controllo sociale sulle spese, tanto più efficace quanto minore è la dimensione demografica e inoltre i piccoli Municipi si avvalgono di amministratori locali attivissimi e a costo vicino allo zero». Il ricorso al Tar Campania è stato presentato dai Comuni di Liveri (Napoli), Dragoni, Baia e Latina (Caserta), Buonalbergo (Benevento) e Teora (Avellino). Oltre al sostegno dell’Anpci (Associazione nazionale dei piccoli Comuni), diversi gli enti delle altre regioni che si costituiranno ‘ad adiuvandum’, come Calliano in Piemonte, Alessandria della Rocca in Sicilia, Cavernago in Lombardia, Siamaggiore in Sardegna, per citarne alcuni.