VIDEO Scuola costruita senza fondamenta, arresti e sequestri dei carabinieri

19/09/2018 di

Sarebbe quasi certamente crollata la scuola in costruzione a Sperlonga, il cui appalto fu truccato. La ditta non eseguì neppure le fondamenta, riducendo anche lo spessore della struttura del tetto da 22 a 12 cm. I carabinieri hanno portato a termine l’operazione Tiberio 2 eseguendo 2 arresti sequestrando la nuova ala del polo scolastico “Sottotenente Alfredo Aspri” di Sperlonga, ma anche la palestra del liceo scientifico “Enrico Fermi” di Gaeta.

Dopo l’indagine “Tiberio” che portò a 10 arresti eccellenti il 16 gennaio 2017, il Nucleo Investigativo del comando provinciale e della compagnia di Terracina hanno accertato che due imprenditori di Formia – Pietro Ruggieri, 70 anni, e il figlio Francesco di  38 anni – avevano ottenuto l’appalto di ampliamento, messa a norma e adeguamento dell’ “Aspri” (circa 900.000 euro, tratti da fondi europei) non solo promettendo denaro all’allora responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Sperlonga, Isidoro Masi, che era anche architetto presso il Settore politiche della scuola, fabbricati ed energia dell’amministrazione provinciale, tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Tiberio”, ma anche presentando un’offerta al ribasso fuori mercato.

A questo punto, per ottenere un congruo risparmio, avevano eseguito numerose lavorazioni in difformità dal progetto e con l’impiego di materiali non previsti. In sostanza avevano effettuato solo scavi limitati e non delle vere fondamenta.

Gli stessi imprenditori avevano anche ottenuto dalla Provincia, con gli analoghi metodi, l’appalto per l’ampliamento e completamento della palestra del “Fermi” di Gaeta (circa 290.000 euro).

I due sono stati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere per corruzione, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture e truffa, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Latina su richiesta della Procura. Gli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Latina.

Altre 5 le persone indagate, tra le quale Isidoro Masi, già arrestato nell’inchiesta Toberio, accusato di aver intascato una tangente per l’appalto della scuola di Sperlonga. Tra le anomalie dell’offerta c’era anche l’indicazione di tempi di realizzazione assolutamente impossibili, con una media di 1 mc di cemento ogni 5 secondi.

La scuola, per fortuna, non è stata ancora ultimata. Se i carabinieri fossero intervenuti in ritardo la struttura sarebbe stata aperta mettendo a rischio centinaia di alunni.

UNA COSTOLA DI TIBERIO. L’inchiesta nasce dall’appalto per il complesso archeologico di Villa Prato a Sperlonga, finito al centro della prima indagine. La ditta DR costruzioni presentò un’offerta al ribasso del 20%, una delle più vantaggiose. Ma i due imprenditori non sapevano che quell’appalto doveva essere assegnato a qualcun altro. I titolari della DR vennero quindi invitati a ritirare l’offerta e in cambio gli venne data la possibilità di vincere le altre due gare.

Ad occuparsi della pratica era Isidoro Masi, già finito agli arresti, ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Sperlonga ed ex funzionario del settore Politiche della scuola della Provincia di Latina. A Masi i due imprenditori avevano elargito denaro, attraverso bonifico bancario e cessione diretta di contanti. Ma per vincere la gara per i lavori di ampliamento della scuola di Sperlonga la ditta DR era stata costretta a presentare un ribasso ulteriore rispetto a quello già praticato da altre concorrenti. La ditta era fuori di circa 380mila euro, ma il funzionario del Comune aveva garantito all’impresa una perizia di variante di aumento che avrebbe consentito, in corso d’opera, di recuperare le spese.

Con l’arresto di Masi a gennaio del 2017 il meccanismo però si era bloccato e la DR costruzioni, che si era aggiudicata l’appalto, decise di avviare i lavori risparmiando sui costi e sui materiali. Le fondamenta, che dovevano essere di almeno un metro e mezzo, non vennero realizzate e le traverse del solaio, che avrebbero dovuto essere spesse di almeno 22 centimetri, risultavano di appena 12 centimetri.

«La scuola era destinata a crollare addosso ai ragazzi – ha spiegato il colonnello Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri – Era ancora un cantiere, ma abbiamo fermato tutto prima che potesse entrarci qualcuno».

Con lo stesso metodo i due imprenditori erano riusciti ad ottenere anche l’appalto per l’ampliamento della palestra del Fermi di Gaeta, offrendo una ricompensa a Masi in qualità di funzionario della Provincia. Nel caso di Gaeta però non risultano elementi che possano far dubitare della stabilità della struttura, perché alla gara aveva partecipato solo la ditta di Pietro e Francesco Ruggeri. I due sono ora in carcere a Latina, mentre il cantiere dell’ala del plesso di Sperlonga è finito sotto sequestro.