VIDEO Operazione antimafia a Fondi, arresti all’ombra del Mof

Operazione antimafia dei carabinieri a Fondi. Stamani sono state eseguite 6 misure di custodia cautelare e un sequestro preventivo delle quote e del patrimonio aziendale di una società che opera nell’ambito del Mercato Ortofrutticolo di Fondi.
Su disposizione della Dda di Roma sono state eseguite 6 ordinanze di custodia cautelare tra le città di Fondi, Terracina e Mondragone, a carico dei componenti della famiglia D’Alterio che controllavano l’indotto del Mof anche grazie ai legami con clan camorristici campani.
In carcere Giuseppe D’Alterio, Luigi D’Alterio e Armando D’Alterio. Agli arresti domiciliari Melissa D’Alterio, Anna D’Avia e Matteo Simoneschi. Altre due persone destinatarie delle misure cautelare sono attualmente ricercate.
Gli indagati sono a vario titolo accusati di estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, impiego di denaro di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni.
Tutti reati commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Nell’ambito della stessa operazione si è proceduto poi al sequestro preventivo delle quote e del patrimonio aziendale di una società di trasporti, la Suprema srl.
Secondo l’indagine, denominata «Aleppo», il gruppo, capeggiato da Giuseppe D’Alterio detto «Peppe ò Marocchino», aveva esercitato un potere intimidatorio di tipo mafioso per monopolizzare i trasporti del Mof, arrivando ad imporre una propria tassa ai movimenti effettuati da altre ditte. I D’Alterio avevano inoltre assunto il controllo della Suprema srl, amministrata da prestanome ma di fatto gestita dai figli di D’Alterio. Tra gli episodi contestati anche la minaccia a un imprenditore di Viterbo che aveva acquistato in un’asta pubblica alcuni beni sottratti ai D’Alterio in esecuzione di una misura di prevenzione.
I carabinieri, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, hanno dato esecuzione tra Fondi, Terracina e Mondragone (Caserta) a 6 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere e 3agli arresti domiciliari) emesse dal gip presso il Tribunale di Roma nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, impiego di denaro di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni, commessi con l’aggravante del metodo mafioso (art. 416 – bis.1 del codice penale).
Colpito da sequestro preventivo il patrimonio aziendale e le quote di una società di trasporto, “La Suprema S.r.l.”. Altre due persone non ancora rintracciate sono ricercate dai carabinieri.
IL COMUNICATO STAMPA. I provvedimenti – si legge in una nota – sono scaturiti da un’articolata attività d’indagine denominata “Aleppo” avviata sulla base di accertamenti compiuti dalla Tenenza Carabinieri di Fondi e proseguita, sotto la direzione della citata D.D.A. dal Nucleo Investigativo, che ha consentito di acclarare il controllo esercitato dalla famiglia D’Alterio sull’indotto del M.O.F., ottenuto anche grazie a radicati collegamenti con i clan camorristici casertani.
In particolare, le investigazioni hanno consentito di accertare che il gruppo familiare capeggiato da Giuseppe D’Alterio alias “Peppe o’ Marocchino” ha esercitato un potere intimidatorio di tipo mafioso al fine di monopolizzare i trasporti da e per il M.O.F., imponendo anche una propria “tassa” ai movimenti effettuati dalle altre ditte”.
Inoltre secondo le accuse ha assunto il controllo della ditta “La Suprema S.r.l.”, fittiziamente amministrata da prestanome ma di fatto gestita dai figli di D’Alterio, al fine di acquisirne i profitti eludendo le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali; ha minacciato un imprenditore della provincia di Viterbo per tornare in possesso di beni che il medesimo aveva acquistato a un’asta pubblica, dopo che erano stati sottratti agli stessi D’Alterio in esecuzione di una misura di prevenzione.
Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati impiegati 50 Carabinieri del Comando Provinciale, supportati da quelli della provincia di Caserta e da un velivolo proveniente da Pratica di Mare.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
In carcere:
- D’ALTERIO Giuseppe (alias “Peppe o marocchino”), 62enne originario di Minturno (LT) e residente a Fondi;
- D’ALTERIO Luigi, 38 anni originario di Formia e residente a Fondi;
- D’ALTERIO Armando, 35 anni originario di Formia e residente a Fondi;
Agli arresti domiciliari:
- D’ALTERIO Melissa, 36 anni originaria di Formia e residente a Fondi;
- D’AVIA Anna, 46 anni di Fondi;
- SIMONESCHI Matteo, 31 anni originario di Fondi e residente a Terracina (LT).