Latina “invasa” dai soldatini, guerrilla marketing sulla violenza

09/02/2011 di
mandarino-guerrilla-latina

Gentile direttore,

l’agenzia di marketing e comunicazione di Latina Mandarinoadv (mandarinoadv.com) a partire da venerdì scorso ha dato il via ad una campagna di guerrilla marketing auto promozionale distribuendo a Latina centinai di soldatini giocattolo, i classici dell’immaginario collettivo, accompagnati da un codice QR con il claim: …“La comunicazione non è un gioco. Enjoy your job”.

Il fine della campagna è di promuovere i servizi pubblicitari dell’agenzia facendo leva sulle professionalità operanti all’interno della struttura. Con questa campagna l’agenzia invita il proprio target ad affidare la propria comunicazione a dei professionisti e non all’improvvisazione interna o esterna all’azienda e a vivere il proprio lavoro con la massima passione e dedizione secondo le proprie specifiche competenze.

In questi giorni in cui la città di Latina si interroga sul rapporto tra media e violenza giovanile, l’agenzia, a seguito anche di un dibattito scaturito tra amici e collaboratori, si è posta la questione sulle immagini di violenza presenti su tutti i media e sulla loro capacità sociale di incidere sui comportamenti umani.

In questo caso il soldatino giocattolo, in quanto veicolo di un messaggio, diventa media, vero e proprio mezzo di comunicazione pubblicitario e per questo ci siamo chiesti se le immagini di guerra siano opportune o fuori contesto.

In realtà crediamo che i media, a partire dalla stampa a caratteri mobili inventata da Gutemberg a metà del XV secolo ,fino ai new media della convergenza digitale, sono lo specchio della società e allo stesso tempo agenti della sua trasformazione (Ciuffolotti, Tabasso Breve storia sociale della comunicazione 2010). A partire da questo concetto, per la promozione del servizio di guerriglia marketing l’agenzia si è avvalsa dei soldatini di guerra dell’immaginario collettivo: marines, cowboy e indiani.

“Offrendo il gioco al giovane, nei secoli, l’adulto dava lui uno strumento predisposto, non solo per l’attività ludica ma altresì per educarlo. Si emulava il grande, si percorreva quella strada che portava al possesso delle capacità intellettive e motorie.

Giocare era un germogliare importante, senza sprecare ore di passività totale davanti a programmi poco edificanti e affatto formativi.

Nell’atto educativo non si può essere rigidi, la formalità è nemica della libertà di crescita, così spesso il gioco, differentemente dalle istituzioni regolate da orari e luoghi, diviene più malleabile ai fini di una buona evoluzione. Eppure questa potenzialità del gioco non viene sfruttata e tutt’altro, è esso mezzo per spargere semi di violenza e cattiveria.

Gli esiti che si ottengono non paiono dei migliori, viste le tante notizie di cronaca nera che ci evidenziano telegiornali e quotidiani, in riferimento alle difficoltà di convivenza anche tra esseri giovanissimi”.

Mandarinoadv

  1. Mi sembra un’ottima idea ed un modo molto originale per farsi pubblicità.
    Bravi.

  2. e’ piaciuta anche a me, davvero, ma non chiamatela guerrilla marketing! Non è guerrilla marketing mettere soldatini in giro, come non lo è attaccare volantini a forma di borsa agli specchietti o distribuire bottigliette d’acqua. Ormai si chiama guerrilla marketing qualsiasi forma di pubblicità non convenzionale, ma così non è…

  3. Io sono allo scuro su questo tipo di pubblicità che cosa si intende per guerrilla marketing?

    Grazie
    Marco De Dominicis

  4. Ciao Gino, in effetti da una parte concordiamo con la sua visione. In questo caso però crediamo che il termine Guerrilla Marketing possa applicarsi nella sua definizione classica. E cioè come “una forma di promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso l’utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi che fanno leva sull’immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali”. (wikipedia)

    Il web è pieno di esempi di guerrilla marketing molto similari a quella da noi realizzata eppure i blog e i portali di settore (alcuni dei quali da noi consultati per un parere) non ci sembrano porre tale questione.
    Cmq grazie e sempre disponibili a confronti in merito.

  5. Si certamente, non era una lezione la mia, per carità, non volevo insegnarvi niente, ovviamente, ma specialmente in Italia, il termine guerrilla marketing ha preso la forma di un termine onnicomprensivo di tutte quelle tecniche di marketing non convenzionale, mentre dovrebbe essere il contrario. Intendiamoci, quando vedo una campagna, per me quello che conta è il risultato finale, poi ognuno ci mette le etichette che vuole, questo va da sè; secondo la definizione classica, però, (promozione pubblicitaria a basso costo/fare leva sull’immaginario collettivo) si potrebbe parlare di guerrilla marketing anche nel caso di ambient marketing, di marketing virale, stickering e molte altre forme di pubblicità alternative. aspetto la vostra prossima campagna, guerrilla o no che sia. ciao!

  6. Concordiamo…in effetti spesso si utilizza il termine di guerrilla anche per ambient, buzz, virali o in genere campagne non convenzionali.
    Ci auguriamo che anche alla prossima potrà darci una sua apprezzata opinione. Un saluto