Alemanno: riaprire le indagini sugli anni di piombo
«Nella memoria condivisa di questa città abbiamo un grosso problema: 6 ragazzi di sinistra e 11 di destra uccisi che non hanno avuto giustizia. Chiedo, come sindaco di Roma, una generalizzata riapertura delle indagini su queste morti».
La richiesta, quasi un appello, è arrivata dal sindaco di Roma Gianni Alemanno che – nel giorno del 30° anniversario della morte di Paolo Di Nella, militante del Fronte della Giovent ucciso nel febbraio 1983 – è tornato a parlare di «indagini ormai archiviate», sulle vittime degli Anni di Piombo a Roma. Tutte le indagini sono archiviate, tranne quella su Valerio Verbano, un ragazzo di soli 19 anni, militante del Collettivo autonomo di Valmelaina del Liceo Scientifico Archimede al Nuovo Salario, ucciso il 22 febbraio 1980. Quello di Alemanno è stato un appello bipartisan, che non ha colore politico e che vuole giustizia per i 17 morti di quegli anni: 6 di sinistra e 11 di destra.
Tra i primi Alemanno ha citato Piero Bruno, militante di sinistra ucciso il 22 novembre 1975 durante una manifestazione a sostegno del popolo angolano; Giorgiana Masi, la studentessa di 19 anni morta il 12 maggio 1977 durante un sit-in indetto dai Radicali nel terzo anniversario del referendum sul divorzio; Walter Rossi, appartenente a Lotta Continua ucciso con un colpo alla testa il 30 settembre 1977 in viale delle Medaglie d’Oro mentre partecipava a un volantinaggio antifascista; Ivo Zini, morto a 24 anni, ucciso il 28 settembre del 1978 davanti alla sezione del Pci della zona Alberone, Auro Bruni morto il 19 maggio 1991 nell’incendio che di notte ha distrutto il Centro Sociale Corto Circuito e, appunto, Valerio Verbano.
La destra, invece, in quegli anni a Roma ha perso 11 giovani militanti per i quali Alemanno è tornato a chiedere giustizia e cioè Stefano e Virgilio Mattei, i due fratellini di 10 e 22 anni morti il 16 aprile 1973 nel rogo della propria casa a Primavalle; Mario Zicchieri ucciso a 17 anni a colpi di lupara davanti alla sezione dell’Msi di via Erasmo Gattamelata al Prenestino (29 ottobre 1975); Angelo Pistolesi (28 dicembre 1977); Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta morti davanti alla sede missina di via Acca Larenzia al Tuscolano il 7 gennaio 1978; Stefano Cecchetti ucciso il 10 gennaio 1979 da alcuni spari provenienti da una Mini Minor verde, azione poi rivendicata dai Compagni Organizzati per il Comunismo; Francesco Cecchin militante missino della sezione Trieste-Salario aggredito e ucciso il 16 giugno 1979; Angelo Mancia dipendente del Secolo d’Italia freddato, il 12 marzo 1980, a colpi d’arma da fuoco e Paolo Di Nella militante del Fronte della Gioventù, aggredito a colpi di spranga di ferro alla testa mentre attaccava manifesti ambientalisti vicino casa.