Infermiera malata, salgono a 52 i neonati positivi

30/08/2011 di

Con i 18 del bollettino di ieri sera, salgono a 52 i bimbi nati al Policlinico Gemelli di Roma risultati positivi ai test della tubercolosi avviati dalla Regione Lazio dopo la scoperta di un’infermiera del nido ammalata. E, per la prima volta, ci sono dei neonati che hanno visto la luce a febbraio, al di fuori cioè del periodo marzo-luglio individuato in un primo momento (e calcolato sulla base dei tempi presunti di contagiosità dell’infermiera), poi anticipato di un mese su impulso della stessa governatrice Renata Polverini dopo aver constatato che diversi bimbi positivi erano nati a marzo. Ora, con la presenza dei positivi di febbraio, i controlli saranno ulteriormente retrodatati? A decidere se farlo o meno saranno le autorità in queste ore al lavoro per concludere i controlli entro la data fissata del 31 agosto.

I numeri, comunque, sarebbero entro le attese ‘normalì dell’infezione: su 1271 bambini, a cui vanno aggiunti i 208 di febbraio, sono 917 quelli che sono già stati visitati; 729 i risultati già pervenuti. I 52 positivi, le cui famiglie sono state tutte avvertite, rappresentano una media del 7,13% (contro un’attesa dagli esperti del 10-12%, ricordava l’altra sera a Lourdes Polverini), e nessuno di loro è ammalato. L’unica ammalata, finora, è la bimba ricoverata al Bambin Gesù, il cui caso va ancora collegato con certezza all’infermiera. E oggi si è tornato a parlare della dipendente del Gemelli, ricoverata allo Spallanzani. Il sasso l’ha lanciato il Codacons, con un esposto alla Procura di Roma: «Il marito dell’infermiera avrebbe avuto la Tbc nel 2004 e desta sconcerto che il Gemelli non abbia fatto le visite periodiche obbligatorie alla dipendente ogni anno». Inoltre, la donna lavorava al nido da 2 anni e mezzo: è quello il periodo di tempo a cui allargare i controlli. Ma la direzione del Gemelli frena: «Non ci è mai giunta nè da parte della dipendente nè dalle autorità sanitarie competenti, segnalazione di patologia tubercolotica, di cui sarebbe stato affetto un familiare dell’infermiera». «Il Gemelli ha già risposto – il commento di Polverini al Codacons – non ho nulla da aggiungere».

Il più critico è però il presidente della commissione Sanità di Roma Capitale, Fernando Aiuti. Si confondono, sostiene l’immunologo, tempi d’incubazione dell’infezione e tempi d’incubazione della malattia: «No alla caccia all’untore», il suo appello. Intanto, si è insediata oggi la commissione di indagine istituita dalla presidente-commissario. Guidati dal docente di Malattie infettive della Sapienza Vincenzo Vullo, i ‘Sette saggi della Tbc’ indagheranno a largo spettro e con ampi poteri sulla vicenda per 90 giorni. E chissà se non decideranno di sentire anche l’infermiera, così come ha già messo in programma la Procura di Roma. Al termine dei tre mesi, e solo allora, comunicherà i suoi risultati. «Lo scopo di questa commissione è fare chiarezza – ha commentato Polverini – e non presuppone alcuna epidemia – ha concluso – una parola che in questo momento non è necessario nè utile usare. Non c’è alcuna epidemia». Ma per il leader del Pd al Consiglio regionale del Lazio Esterino Montino, la governatrice ha così «esautorato l’Asp e l’osservatorio dell’Asl Roma E. Serve più trasparenza e coinvolgimento delle istituzioni».