Corte dei Conti, ridotti i tempi di fissazione dei giudizi

02/03/2011 di

Danni all’amministrazione per circa 320 milioni di euro, condanne per oltre 100 milioni, tendenza alla riduzione dei tempi di fissazione dei giudizi. Sono alcuni dei dati forniti oggi dal presidente della Corte dei conti del Lazio, Salvatore Nottola, e dal viceprocuratore generale, Pio Silvestri, nelle relazioni per l’apertura dell’anno giudiziario.

I risultati sono nel complesso favorevoli, frutto dell’impegno costante di magistrati, funzionari e impiegati, nonostante le solite consuete carenze di personale. Il presidente Nottola ha parlato di necessità di costruire «un rigoroso sistema di accertamento degli illeciti». Ma il ‘dato-chiavè è che molto spesso, l’appartenenza dei possibili responsabili del danno alla stessa pubblica amministrazione, ha portato a «creare una protezione» intorno a loro; anche perché l’attività istruttoria dei magistrati può iniziare solo sulla base di denunce, e questo rischia di causare difficoltà al loro lavoro «perché non sempre – ha aggiunto Nottola – le amministrazioni spontaneamente denunciano le fattispecie di danno, a volte per volontaria omissione, più spesso perché operano una preventiva autonoma assoluzione dei responsabili».

Eppure, restano nel 2010 segnalazioni di danni per 320 milioni di euro, sintomo di «sprechi ingentissimi», così come ha detto il viceprocuratore generale Silvestri. Due temi su tutti: quello della spesa sanitaria, e quello degli appalti. In tema di sanità un’istruttoria ha segnalato «frodi per 7 milioni di euro addebitate all’Asl ospedaliera ‘San Giovannì per la stipula e la gestione di contratti con fornitori di beni e servizi», e una seconda la «fraudolenta corresponsione da parte dell’Asl Rm/c di risarcimenti milionari a ex dipendenti per inesistenti patologie attribuite a causa di servizio». In tema di appalti, si è parlato, tra l’altro, dei lavori per «danni complessivamente superiori a 41 milioni di euro accertati in riferimento a lavori pubblici appaltati all’Impregilo, nonostante carenze progettuali tali da comportare frequenti interruzioni dei lavori», nonché spese «per consulenze dell’Anas quantificate rispettivamente in oltre 4 milioni di euro dal 2001 al 2006 e in ben 15,7 milioni dal 2003 al 2006».

Sulla sanità, anche un veloce accenno al Piano di rientro della regione Lazio, che, ad avviso del viceprocuratore generale Silvestri, «non ha impedito né il successivo commissariamento disposto dal governo nè il recente diniego di accedere ai fondi Fas (aree sottosviluppate). Una delle ultime contromisure, peraltro a carico di cittadini e imprese, è consistita nell’aumento dell’aliquota regionale dell’Irap e dell’Irpef nel Lazio, indiretta, e tuttavia più che certa, conseguenza degli sprechi e delle truffe nel settore sanitario». E poi, lo ‘spaccatò in tema di sprechi ed inefficienze contabili che ha riguardato Atac e Ama. Esemplari secondo il viceprocuratore generale Silvestri, sono le vicende dell’acquisto, per importi ingentissimi, di materiali mai utilizzati. «Danni per l’Ama di più di 8 milioni di euro per la mancata utilizzazione di costose apparecchiature di lavaggio-cassonetti e di moto per la raccolta delle deiezioni canine» delle quali «non si ha idea dell’effettiva utilità, anche perché, malgrado la spesa abbastanza ingente, né abitanti né turisti che si aggirano per Roma ne hanno sinora tratto un qualche miglioramento in termini di maggiore pulizia delle strade cittadine»; ma anche ingenti danni «in pregiudizio dell’Atac per l’acquisto di 74 tram e autobus o del tutto inutilizzati o solo parzialmente utilizzati in ragione di ripetuti guasti di origine strutturale ovvero per l’inadeguatezza dei mezzi rispetto alle strutture rotabili».