Arsenico nell’acqua, in Regione sperano nella deroga

19/02/2011 di

Undici comuni e 65 mila cittadini nella Provincia di Roma, 38 centri abitatati e quasi 250 mila abitanti in quella di Viterbo. Otto comuni nella zona pontina. La fotografia più aggiornata dell’emergenza arsenico nel Lazio arriva dalla commissione regionale Ambiente, nel corso di un’audizione-summit con l’assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei e i presidenti delle province di Latina, Armando Cusani, e di Viterbo, Marcello Meroi.

In attesa della decisione dell’Ue sulla deroga a 20 microgrammi/litro (attualmente il limite è fissato a 10), si discute sul da farsi: uniformare le ordinanze comunali sull’utilizzo dell’acqua; realizzare le infrastrutture necessarie per garantirne la potabilità; trovare i fondi. E intanto da un consorzio di Frascati, un comune dei Castelli romani, una cittadina denuncia «emergenza arsenico, legata a un pozzo privato inquinato, che va avanti da tre anni» e che costringe gli abitanti a «comprare acqua minerale anche per lavare i cibi».

Se l’assessore Mattei si dice fiducioso sulla possibilità di ottenere la deroga dall’Ue, è più cauto il presidente della commissione Ambiente Roberto Carlino (Udc), che spiega: «Non c’è dubbio che si debba intervenire comunque subito sulle infrastrutture avendo in mente il limite ben chiaro dei 10 microgrammi stabiliti dall’Ue». E riferendosi alla recente nomina a commissario della governatrice Renata Polverini aggiunge: «Dal 12 febbraio il commissario delegato ha 30 giorni per la predisposizione del piano generale degli interventi urgenti a salvaguardia della pubblica incolumità, attraverso l’individuazione delle fonti di approvvigionamento idrico naturalmente inquinate con valori di arsenico superiori a 20 microgrammi per litro e degli interventi necessari per l’erogazione di acqua ad uso umano rientrante nei parametri».

«Ma serviranno risorse regionali – obietta dall’opposizione Filiberto Zaratti – Come si farà, se le risorse sono state tagliate?». E di risorse parla anche, senza mezzi termini, il presidente della provincia di Viterbo Marcello Meroi: «Per risolvere l’emergenza arsenico nella provincia di Viterbo, che nel Lazio è senz’altro la zona più colpita, al di là delle chiacchiere chiediamo risorse. Tutt’al più ora che c’è un commissario: la presidente Polverini». Anche se in provincia di Roma il problema è meno sentito, a testimoniare la sua vita a contatto con l’arsenico è una cittadina dei Castelli Romani, che racconta: «Viviamo in un consorzio di ville a Frascati servito da un pozzo privato e fortemente inquinato dall’arsenico. Da noi l’emergenza non è iniziata oggi ma dura da tre anni e siamo costretti a comprare acqua minerale non solo per bere ma anche per cucinare e lavare i cibi. Per la mia famiglia (quattro persone) ne acquisto 20 casse a settimana ed è ormai insostenibile».

  1. Questi Cinici Mariuoli, sperano nella deroga cosi’ tutto e’ a posto e probabilmente con questo sistema non sono neanche perseguibili eventuali Responsabilita’!! Detto Tra noi ” SE PARANO IL C….., SEDERE”, E COME AL SOLITO DEI CITTADINI E DELLA LORO SALUTE , CHI SE NE FREGA!!!!!!. BRAVI, MA BRAVI,

  2. non si rendono conto che eludendo le Leggi con deroghe fatte ad hoc generano nella popolazione nei cittadini elettori un allontanamento verso le istituzioni sempre meno credibili.