Licenziato dà fuoco all’ufficio, è in coma

12/02/2011 di

Bruciato da fiamme di rabbia e disperazione per sua figlia e il suo futuro. E il fuoco che lui stesso ha appiccato non lo ha risparmiato, divorandolo vivo. È finito in coma farmacologico un ex-dipendente romano di un’ agenzia immobiliare, che la scorsa notte ha incendiato la filiale a Roma dove lavorava, dopo essere stato licenziato: era ormai nuovamente disoccupato e, a 36 anni, senza alcuna prospettiva per poter sostenere la sua unica figlia, gravemente malata.

Oggi Pierluigi, licenziato il mese scorso, avrebbe dovuto formalizzare la sua nuova condizione di disoccupato e accordarsi sulla liquidazione: contratto non rinnovato. Ma la paura di restare senza un lavoro e rimettersi alla dura ricerca di un’ occupazione lo tormentava quasi quanto il pensiero delle condizioni di sua figlia, ricoverata all’ospedale per una malattia genetica. Ieri notte, intorno all’una, si è avviato da solo in via Monte della Capre, al Trullo, nella filiale di Tecnocasa per la quale lavorava. È entrato nei locali utilizzando le chiavi e ha cominciato a cospargere di benzina il posto. Contratti, foto, opuscoli e volantini. Ormai tutto andava in fumo. Poi il fuoco ha ‘aggreditò anche lui. Dopo pochi attimi l’impiegato incendiario si è trasformato in una torcia umana che si agitava in strada avvolta dalle fiamme, come in una danza della disperazione. A dare l’allarme è stato proprio un inquilino del palazzo, che aveva assistito alla scena dopo aver sentito un’esplosione. L’ex-dipendente è stato portato all’ ospedale Sant’Eugenio con ustioni sul 50% del corpo ed è ora in coma farmacologico. Pierluigi sbarcava il lunario proponendo appartamenti in vendita o in affitto ai potenziali acquirenti e girava in zona per capire chi aveva intenzione di vendere casa. Poi li contattava per convincerli a fissare un appuntamento. Guadagnava ‘a provvigionì più un piccolo fisso mensile. Ma quel lavoro, intrapreso dopo aver chiuso definitivamente a chiave il sogno di diventare un portiere professionista, per lui era pieno di difficoltà. «Se sei st… ti adulano, se sei buono ti fregano», è una degli aforismi che si leggono sulla sua bacheca di Facebook. Parole di sconforto che annunciavano vendetta: «Non piangere per quello che ti è stato fatto – scrive – Ma ridi per quello che gli farai». «Non riesco a spiegarmi cosa sia successo – ha detto sconvolta la moglie, che lavora come impiegata -. Sapevo che il suo contratto di lavoro era scaduto ma non pensavo che avesse particolari problemi con l’agenzia. Mio marito è stato sempre una persona tranquilla». Anche gli amici sono increduli. Ma in un’altra frase scritta sul suo profilo web Pierluigi, l’ex-portiere e impiegato dalle spalle di ferro che è in coma nel letto piantonato dai carabinieri, sembra giustificarsi agli occhi di chi non lo comprende: «Nessuno – scrive – può colpire più duro di come fa la vita».

  1. Una vicenda terribile che tuttavia è la sintesi della condizione dell’uomo-lavoratore neodisoccupato italiano del 2011…
    Una vicenda che deve fare riflettere, oggi senza un lavoro sembra che non esistano possibilità di sopravvivenza per chi voglia portare avanti una famiglia, forse è tempo che le istituzioni si impegnino molto di più per proporre delle risposte valide.