Regione Lazio, stop a Facebook negli uffici

11/11/2010 di

Stop ai social network al Consiglio regionale del Lazio, ma dai monitor ‘sparisconò anche i video dei siti dei grandi quotidiani on-line e parecchi servizi in streaming. Nei corridoi della Pisana la reazione è bipartisan, ma mentre qualcuno grida alla censura i vertici del Consiglio rassicurano: i siti ‘proibitì torneranno a essere visibili per chi ne avrà bisogno professionale. L’allarme è scoppiato in mattinata dalle scrivanie dei gruppi consiliari: oltre a vedersi precluso l’accesso a Facebook e Youtube, anche il tentativo di vedere i servizi multimediali dei più famosi giornali si è scontrato contro un muro, uno stemma della Regione con la scritta «Accesso non consentito. Le attuali policy aziendali non consentono l’accesso al sito richiesto». Apriti cielo. C’è chi in un gruppo di centrosinistra spiega, non senza ironia, di non essere riuscito neanche ad ascoltare l’intervento della presidente Polverini, stamattina a Rai Gr Parlamento. Ma anche nei gruppi di centrodestra, oggi, si respirava un certo disappunto. E se qualcuno pensa a una svista tecnica, per cui insieme ai social network sarebbero rimasti ‘impigliatì nella rete di protezione anche i siti di informazione, non sono mancate dure reazioni da parte dell’opposizione: «Un altro episodio degno del Ventennio – il commento del leader Idv Vincenzo Maruccio – una censura di inaudita gravità. Sono stati oscurati anche siti di emittenti radio e tv senza criterio: un atto deliberatamente violento e anacronistico». Anche i Radicali di Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo non nascondono la loro rabbia per «l’arretratezza culturale e l’efficientismo fasullo» dietro alla decisione di «impedire il libero accesso a internet e ai social network, divenuti strumento essenziale della comunicazione politica». Anche siti di informazione come quello di Radio Radicale sono bloccati. Il verde Angelo Bonelli parla infine di «censura in stile cinese della Polverini» alla quale viene chiesto di ripristinare «immediatamente la possibilità di accesso ai network sociali e alle testate giornalistiche online». A quanto pare però, sebbene un provvedimento simile sia stato varato a metà ottobre tramite circolare nei palazzi della Giunta, l’iniziativa di oggi sarebbe tutta dei vertici della Pisana. Il segretario generale del Consiglio Nazzareno Cecinelli avrebbe infatti inviato stamattina a gruppi e commissioni una comunicazione (che nei gruppi però pochissimi sembrano aver visto) nella quale si legge che «alla luce della decisione intrapresa dall’Ufficio di presidenza del Consiglio in data 19 ottobre 2010 con la presente si informa che l’attivazione dei social network è possibile al massimo per soli due collaboratori per ciascun consigliere. I consiglieri dovranno pertanto comunicare al servizio tecnico strumentale e informatico i nominativi e il relativo account dei collaboratori designati».

  1. e ora come faranno, poverini (anzi polverini !), ad aggiornare freneticamente i loro preziosi spazi di vita quotidiana ?
    che vadano finalmente a lavorare e ad occuparsi di cose serie, visto che son pagati per farlo
    per perdere tempo su quella roba……c’è tutto il tempo a casa propria

  2. ben detto lutammaro, è ora che si decidano a lavorare, sono profumatamente pagati, per farlo no per giocare su facebbook negli uffici, se vogliono tenere i contatti con gli amici lo facciano da casa loro o presso le sedi dei loro partiti.
    Sono abituati e si sentono in diritto di cominicare a spese dei cittadini che pagano le tesse, perchè ce ne sono tanti che non le pagano godono di sussidi o lavorano in nero , ma i primi a vedere il granello di sabbia negli occhi dei contribuenti. Poi ce chi ha trovato lavoro per 3 ore al giorno 450 € mese costui non ha diritto neanche all’esenzione dal tiket sanitario perchè lavora, Ma lo stato lo classifica indigente, però gli fa padare tutto conpèresa l’acqua e la tia, LEI LAVORA, si è vero perchè è fesso, i dritti lavorano ma non dichiarano….