Mafia Capitale, prima udienza e il processo è già ad alta tensione

05/11/2015 di
inchiesta-mafia-capitale-roma-arresti

inchiesta-mafia-capitale-roma-arrestiNeanche il tempo di incardinare il processo su Mafia Capitale che già si registrano le prime schermaglie tra difesa ed accusa. Ad accendere la scintilla è stato l’avvocato Giosuè Naso, storico difensore di Massimo Carminati, ma anche di altri due imputati, Riccardo Brugia, ritenuto braccio destro dell’ex Nar e detenuto a Terni, e Franco Testa (Secondigliano), manager vicino allo stesso Carminati, le cui presenze in aula (possono assistere solo in videoconferenza) sono state escluse dal tribunale.

Nell’eccepire quella decisione, Naso ha detto: «Questo è un processetto dopato, drogato da una campagna mediatica, ma dietro c’è una regia precisa». «Sulla posizione di Carminati nulla questio – ha proseguito Naso – in quanto in regime di 41 bis, ma questo discorso non può valere per gli altri miei due assistiti».

Soffermandosi, in particolare, su Testa, trasferito da Rebibbia a Secondigliano la settimana scorsa, Naso, rivolgendosi al presidente del Tribunale Rosanna Ianniello, ha aggiunto: «Cos’ha Testa per essere pericoloso, poteva stare a Rebibbia e, le assicuro, in questo momento per lui il processo è un fatto secondario in quanto ha un figlio piccolo ammalato che per colpa di questa vicenda giudiziaria sta peggiorando».

Piccata la risposta del pm Giuseppe Cascini, rappresentante dell’accusa insieme con i colleghi Paolo Ielo e Luca Tescaroli: «Tutti i processi sono molto seri e tutti gli imputati vanno rispettati – ha detto – non è elegante e non è rispettoso per i detenuti dichiarare che questo è un processetto. Io ho uno stile diverso e non vado per i corridoi a dire a tutti i presidenti di tribunale che incontro che sono i migliori». Rispondendo anche all’eccezione sollevata sullo stesso tema dall’avvocato Alessandro Diddi, difensore di Salvatore Buzzi che ha definito il processo una «bufala capitale», Cascini ha definito «equilibrata la decisione del Tribunale e qui va mantenuta». A conclusione della discussione, il tribunale si è ritirato in camera di consiglio ed ha respinto le eccezioni spiegando che la partecipazione al processo di Buzzi, Brugia e testa tramite collegamento in videoconferenza «non lede in alcun modo il diritto degli imputati di partecipare al dibattimento». Intanto alla prima udienza sono state presentate 150′ istanze di costituzione di parte civile. Si va dal Campidoglio alla Regione Lazio, da associazioni fino ad un gruppo di 40 nomadi del campo di Castel Romano, sul quale per la procura la holding di Carminati speculava, a tre profughi.