Multe ai clienti delle prostitute, Codacons pone problemi di privacy

Non piace al Codacons il provvedimento annunciato dal vicecapo di gabinetto del sindaco Ignazio Marino, Rossella Matarazzo, sulla ipotesi di multe recapitate a casa dei clienti delle prostitute.
«Si tratta di una misura inutilmente punitiva, che non risolverà il problema della prostituzione a Roma – spiega il Presidente Carlo Rienzi – La questione da affrontare con urgenza, semmai, è quella del degrado delle strade dove operano le prostitute ad ogni ora del giorno e della notte, e lo sfruttamento da parte della malavita organizzata. Problemi che non si risolvono certo multando i clienti».
Ma per il Codacons si apre anche un altro fronte delicatissimo, quello della privacy. «Non sappiamo quale forma avranno le contravvenzioni annunciate dalla Matarazzo, ma una cosa è certa: dovranno essere del tutto neutre e non riportare all’esterno la motivazione della sanzione. In caso contrario, saranno inevitabili i ricorsi contro il Comune per violazione della privacy dei cittadini», conclude Rienzi.
Affermo che le Ordinanze Sindacali ed i Regolamenti di Polizia Urbana devono essere conformi ai principi generali dell’Ordinamento, secondo i quali la prostituzione su strada non può essere vietata in maniera vasta ed indeterminata. Di conseguenza, i relativi verbali di contravvenzione possono essere impugnati in un ricorso. In più per le medesime ragioni, i primi provvedimenti suddetti non possono essere emessi per problematiche permanenti ed i secondi non possono riguardare materie di sicurezza e/o ordine pubblico.
Inoltre, tale operazione è una palese violazione della privacy, la quale può richiamare un certo indennizzo economico.