Ordinava cocaina con il telefono della Regione, sotto processo l’ex autista di Fazzone

16/10/2014 di
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regione-lazio-latina24ore-001Un dipendente della Regione Lazio, ex autista di Claudio Fazzone, è accusato di peculato per aver ordinato cocaina utilizzando il telefono di servizio. Paolo Benedetto Peppe, 49 anni di Fondi, è sotto processo insieme ad altre tre persone di Fondi, ma risulta tuttavia “irreperibile”.

Il caso – scrive Il Messaggero – si è presentato ieri in tribunale, davanti al collegio penale presieduto da Pierfrancesco De Angelis il quale ha disposto le ricerche di Peppe attraverso la polizia giudiziaria, anche se l’uomo risulta residente a Roma dove lavora stabilmente.

L’uomo, difeso da Maurizio Forte, deve invece rispondere di peculato «per aver utilizzato – si legge nel capo d’imputazione – in modo improprio e per fini personali, quale autista dipendente della Regione Lazio, la scheda telefonica intestata alla regione Lazio e a lui assegnata per ragioni di servizio».

Altre tre persone sono accusate di aver falsificato le intestazioni di schede sim da usare per prendere accordi sullo spaccio, nel tentativo di eludere i controlli. L’udienza è stata rinviata al 13 maggio 2015 quando dovrebbe concludersi il processo.

  1. questi individui vanno licenziati e condannati all’interdizione dai pubblici uffici per tutta la vita!

  2. ma che brave personcine che ha/aveva alle dipendenze l’augusto senatore

  3. No ma che sono ragazzi ,poi il senatore che ne poteva sapere !!!!
    E come dico sempre chiudiamola qua ,che è’ meglio !!!!!

  4. …..hai la fortuna di avere un lavoro statale retribuito ferie pagate nessuno ti licenzia niente cassa integrazione nè calo dei consumi nè tantomeno crisi della domanda insomma ti hanno sistemato e ti vai ad inguaiare così….vabè che tanto non lo licenzia nessuno, i posti statali na volta presi sono a vita….

  5. L’inchiesta per la cocaina ai politici non è una novità, ma vedrete che presto verrà tutto messo a tacere come le altre volte (spacciatori che entravano nei palazzi della politica senza che niente è stato fatto contro la ”casta degli intoccabili”).