GIORNALISMO, CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO CONVEGNO A SAN FELICE

06/10/2007 di
“Il Parlamento deve cambiare radicalmente il disegno di legge Mastella sulle intercettazioni telefoniche. E’ un provvedimento che mette il bavaglio ai giornalisti e che nega ai cittadini il diritto di sapere e conoscere i fatti di rilevante interesse pubblico”.

 
Con queste parole il presidente nazionale della Federazione della stampa italiana Franco Siddi ha aperto il convegno sulla libertà di stampa che si è tenuto questa mattina presso il Park Hotel a San Felice Circeo, nell’ambito del XVIII Congresso nazionale dell’Unci, l’Unione nazionale cronisti italiani.
 
Un dibattito vivace dove non sono mancate opinioni divergenti, in particolare tra il sostituto procuratore Vincenzo Saveriano e il presidente dell’Unci Guido Colomba, ma che ha visto i rappresentanti dei giornalisti italiani uniti nel ribadire la netta contrarietà al ddl firmato dal ministro della giustizia Clemente Mastella e licenziato dalla Camera il 17 aprile scorso.

Un provvedimento che prevede tra le altre cose, multe fino a 100 mila euro per il giornalista che pubblicherà intercettazioni legali ma coperte dal segreto. “Invitiamo il Parlamento – ha detto Siddi – a riflettere prima di approvare definitivamente questo disegno di legge. Non è possibile che ogni volta che scoppia uno scandalo, come è successo con calciopoli e con le scalate alle banche, si tenti di mettere il bavaglio alla stampa”.

Di diverso avviso il sostituto procuratore Saveriano: “La pubblicazione delle intercettazioni telefoniche – ha sostenuto il magistrato – può ledere diritti garantiti dalla costituzione. In ballo non c’è solo il diritto d’informazione, ma anche quello alla riservatezza e il diritto alla difesa”. Gli ha fatto eco il Presidente della camera Penale di Latina Carlo Alberto Melegari. “Bisogna contemperare questi diritti costituzionali, ma innanzitutto è necessario garantire il rispetto della persona umana. Piuttosto ritengo che il ddl rischi di creare un black-out informativo quando prevede che le notizie non possano essere pubblicate fino al termine delle indagini preliminari”.

Nettamente contrario, invece, il presidente del Unci, Guido Colomba. “L’interesse della collettività è prevalente rispetto all’interesse del singolo. Il giornalista ha il dovere di accedere alle fonti e di informare i cittadini”. Infine è intervenuto il presidente dell’Assostampa pontina Gaetano Coppola che ha denunciato le numerose problematiche del giornalismo in provincia, in particolare quelle legate al precariato.

All’incontro, moderato da Giovanni Del Giaccio e organizzato in collaborazione con l’Associazione Stampa Pontina e il Comune di San Felice Circeo, erano presenti le autorità istituzionali della provincia: tra gli altri, il prefetto di Latina Bruno Frattasi, il vicequestore Maurizio Mancini, il comandante provinciale dei Carabinieri Leonardo Rotondi, il consigliere regionale Aldo Forte e il presidente del Consiglio comunale di San Felice Circeo Giuseppe Schiboni.

  1. Sembra che i giornalisti di notte trafughino illegalemnte i brogliacci delle intercettazioni. O corrompino un custode o un usciere per farseli consegnare. In ogni caso criminali. Forse la Procura di Latina non usa le intercettazioni nelle sue indagini oppure chi le maneggia, quindi anche gli avvocati degli inquisiti, non le da in visione ad un giornalista come fanno altri. Di certo un giornalista ha l’obbligo di pubblicare una notizia. Sono altri che non hanno l’obbligo di consegnare delle carte che devono rimanere segrete.
    Eppure c’era il presidente nazionale dell’Ordine, il convegno era organizzato dal sindacato, il tema era importante per la professione ma di giornalisti della provincia di Latina pochini. Forse mi sbaglio ma l’unico giornalista che ha un ruolo importante e di resposnsabilit