Dolori all’addome, donna di Cisterna muore a Velletri: la denuncia

12/05/2014 di
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E’ morta di settecemia il 18 gennaio scorso al pronto soccorso di Velletri dove si era presentata per alcuni forti dolori all’addome. La donna di 64 anni di Cisterna di Latina da qualche tempo soffriva di una diverticolosi al colon. Fra il novembre e dicembre 2013, si era recata più volte presso l’Ospedale di Velletri per dolori all’addome.

“Nel novembre 2013 – piega l’avvocato Renato Mattarelli – dopo un primo ricovero di 12 giorni era stata mandata a casa  con una semplice prescrizione farmaceutica. Tornata al pronto soccorso del P. Palombo con codice verde per dolori insopportabili all’addome, dopo un giorno in osservazione, la donna era stata rimandata a casa con codice verde. Tornata nuovamente in ospedale, agli inizi di dicembre, i medici si accorgono finalmente che qualcosa non va: la donna è in peritonite acuta viene ricoverata d’urgenza e sottoposta prima ad un intervento chirurgico per la resezione del
retto e poi ad una altro per la resezione parziale dell’intestino”.

Quello che poi sia accaduto lo stabiliranno i giudici visto che la famiglia ha deciso di citare in giudizio l’ospedale di Velletri, ma una cosa è certa durante l’intervento la donna è stata sopraffatta da una sepsi severa (setticemia). Nella richiesta dei danni dell’avvocato Renato Mattarelli, nominato dalla famiglia, la setticemia può dipendere dall’omessa diagnosi tempestiva dell’infezione in corso sin dai primi di novembre 2013 oppure anche dal primo degli interventi di resezione del retto a cui è seguito quello dell’intestino nel dicembre 2013 ed infine un terzo intervento di revisione nei primi giorni del gennaio 2014.

Nella richiesta di danni l’avvocato Mattarelli evidenzia ulteriori profili di colpa che possono aver contribuito a far degenerare il quadro clinico della donna poi morta il 18 gennaio come la mancanza di un valido consenso informato agli interventi: in un caso telegrafico, in un altro dato in bianco e in un ultimo caso mancante del tutto; la inutilità e inopportunità delle 14 trasfusioni di sangue; la mancanza di assistenza post-chirurgica; la mancanza di monitoraggio e di cure durante il lungo periodo delle festività di natale e capodanno (2013-2014); la certificazione di morte per bradicardia e non per  setticemia.

Dal giorno della morte della donna di Cisterna, il marito e la giovane figlia, sono sgomenti e non si danno pace. Non riescono a spiegarsi come è possibile che la loro congiunta sia entrata in ospedale in assenza di una situazione clinica preoccupante (tant’è che venne prima dimessa e poi di nuovo mandata a casa dal pronto soccorso in codice verde) e poi sia stata ricovera d’urgenza ed operata per 3 volte fino alla morte.

  1. Bravissimi basta capire questa donna nell’arco della giornata di quali alimenti a introdotto. ..dio mio come stiamo messi bene