Aids, il vaccino della pontina Ensoli diventa privato. Interrogazione al ministro

11/05/2014 di
ensoli-barbara

Un’interrogazione al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sulla gestione dei 49 milioni di euro di fondi pubblici stanziati per il vaccino italiano anti-Aids. Ad annunciarla è Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, per stabilire «in tempi rapidissimi» la veridicità dei contenuti di un’inchiesta del mensile Altreconomia.

Emergerebbe infatti – spiega una nota diffusa in occasione del primo Congresso internazionale Ice-Insieme contro l’epatite, Epatiti virali tra presente e futuro, al via a Milano – che «una parte rilevante dei brevetti» relativi al prodotto in sviluppo «è stato ceduto alla Vaxxit Srl, con un capitale sociale pari a 10 mila euro per il 70% appartenente a Barbara Ensoli», direttore del Centro nazionale Aids dell’Istituto superiore di sanità e “mamma” del vaccino sperimentale, preventivo e terapeutico, contro l’Hiv.

«Se questa notizia corrispondesse al vero urgerebbe fare chiarezza», sostiene De Biasi. Da qui, «per non sbagliare», l’annuncio dell’interrogazione. «Non soltanto perchè ci sono di mezzo questioni delicate di mercato, ma soprattutto perchè è in gioco la salute della persona e del cittadino».

Rosaria Iardino, presidente Donne in rete Onlus, fra i promotori del meeting milanese, sottolinea che «sono stati spesi quasi 50 milioni di euro di soldi pubblici per il vaccino. A breve invierò una lettera alle istituzioni per richiedere chiarezza su questa notizia, perchè se i soldi spesi sono pubblici, il brevetto appartiene all’Iss.

Nell’eventualità di una simile notizia verificata, “assisteremmo a un conflitto di interessi imbarazzante”, evidenzia Iardino: “Il ricercatore italiano, pagato dall’Iss, finanziato con i soldi pubblici, apre una sua società che ne detiene la gran parte dei diritti. Per una questione di rispetto istituzionale nei confronti dell’Iss, negli ultimi due anni non abbiamo fatto trapelare le nostre perplessità su modalità e risultati di questa ricerca. Nella speranza che ci sia stata qualche incomprensione da parte dei giornalisti – conclude – rimaniamo in attesa di dettagli prima di chiedere un supplemento di indagini a chi di dovere”.