Pontini contro le espulsioni, tensione nel M5S

27/02/2014 di
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Tutti contro le espulsioni del M5S. Attraverso Facebook si sono schierati i parlamentari pontini: i senatori Ivana Simeoni e Giuseppe Vacciano, e il deputato Cristian Iannuzzi.

«Non sono entrato nel MoVimento per partecipare a regolamenti di conti interni, faide e guerre intestine. Queste modalità – scrive Iannuzzi – non mi appartengono, non mi interessano, mi rattristano. Stiamo perdendo il filo. il MoVimento è prima di tutto una comunità. Ed in una comunità il confronto ed il dissenso devono essere gestiti e risolti in un altro modo, perché possano diventare un arricchimento, piuttosto che un danno».

Ivana Simeoni non lascia spazio a dubbi: «Non condivido le motivazioni e le modalità con cui è stata avviata la procedura di espulsione dei colleghi Fabrizio Bocchino, Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella e Lorenzo Battista. La libertà di espressione e la democrazia sono i principi su cui si è basata la mia vita. Per questo voterò no alla loro espulsione».

LE ESPULSIONI. Quattro espulsioni decretate dai militanti cinque stelle sul web ed almeno altri quattro senatori pronti a dimettersi che si vanno ad unire agli altri quattro colleghi che nei mesi scorsi hanno lasciato il gruppo del M5S al Senato. Insulti, lacrime, minacce. L’invito di Beppe Grillo dal blog, ad urne aperte, a votare per l’allontanamento dei ribelli con l’accusa di dire «solo cazzate» e una stoccata velenosa: «Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo».

È il giorno più difficile per il Movimento Cinque Stelle da quando ha fatto il suo ingresso in Parlamento: la scissione, tanto temuta al suo interno ma evocata dagli avversari politici, è arrivata. Ormai, non si tratta più di defezioni singole. I fuoriusciti, volontari o obbligati, hanno i numeri per formare un gruppo al Senato, proprio laddove il governo ha una maggioranza meno forte. Come se non bastasse, la rottura rischia di dare vita ad un effetto valanga sul resto dei ‘cinque stellè: la spaccatura iniziata come una piccola crepa a Palazzo Madama, potrebbe contagiare anche la Camera dei deputati dove Alessio Tacconi ha annunciato le sue dimissioni e quelle possibili di altri 5.

Tutto è iniziato con l’avvio della procedura di espulsione dei quattro senatori «ribelli» Francesco Bocchino, Luis Orellana, Francesco Campanella e Lorenzo Battista per le parole di disappunto nei confronti di Grillo per la gestione delle consultazioni con Matteo Renzi. L’assemblea congiunta di tutti i parlamentari, in piena notte ed in streaming, ha dato il via al procedimento ma, soprattutto, ha segnato il primo passo per la rottura: molti senatori hanno protestato per la convocazione «non valida» dell’assemblea, mentre altri hanno chiesto di evitare «un ulteriore motivo di attrito».

Nulla da fare. L’atmosfera si è riscaldata. Le parti sono apparse inconciliabili e sono volati insulti molto pesanti: «venduti» e «approfittatori». Il segno che qualcosa si è rotto. In mattinata, il dissenso dei senatori è cresciuto. Ed è esploso quando in tre, Laura Bignami, Maurizio Romani e Alessandra Bencini, hanno rotto gli indugi ed hanno annunciato le loro dimissioni da senatori a sostegno dei quattro «ribelli»: «Così non può andare, torno a casa», ha detto con gli occhi gonfi di lacrime la Bencini. Inutili sono stati i tentativi di ricucitura nel corso di una assemblea nel pomeriggio. Anzi, la situazione è peggiorata al punto che i quattro dissidenti hanno lasciato l’incontro insieme ad altri sei senatori mentre dalla riunione arrivavano urla e qualcuno replicava: «Siete peggio dei fascisti».

Le voci di nuove defezioni si sono rincorse per tutto il giorno. Tra i nomi più probabili – si dice – quelli di Maria Mussini, Monica Casaletto, Enrico Cappelletti e Cristina De Pietro. Numeri importanti che, uniti a quelli dei quattro espulsi di oggi e degli altri quattro fuoriusciti degli scorsi mesi (De Pin, Anitori, Mastrangelo e Gambaro), porta a 15 senatori: più che sufficienti per formare un gruppo. Tutti hanno annunciato le dimissioni ma difficilmente l’Aula del Senato le accetterà. Più probabile la formazione di un nuovo gruppo «dialogante». Quando arriva il voto dei militanti sul web alle 19 che decreta l’espulsione dei «dissidenti» i giochi sembrano già chiusi. I militanti M5S accreditati per votare sul web decidono in larga maggioranza per l’allontanamento dei quattro: 29.883 voti a favore e 13.483 contro. I dissidenti annunciano che anche loro si dimetteranno. Orellana conferma che, per ora, sono in nove. Si apre così una nuova partita al Senato, dove il possibile nuovo gruppo di fuoriusciti «cinque stelle» potrebbe crescere, attirando anche qualche senatore Pd civatiano.

  1. Si dimettano lasciando la carica e non il Movimento, per il quale ho votato.

  2. Adesso sono diventati tutti “espressione di democrazia” e di “comunità”…
    VI ABBIAMO VOTATO PER FARE LA RIVOLUZIONE, NON I PALADINI DELLA DEMOCRAZIA!! SIETE COME TUTTI, ENTRATI NEL FORMAGGIO NON VOLETE PIù USCIRVI!

  3. Situazione facilmente prevedibile.
    E’ il sistema della c.d. democrazia liquida che non può funzionare.
    Alle prossime occasioni di voto forse sarà più chiaro che esistono due tipi di elettori: quelli iscritti ai meetup, che possono partecipare alle votazioni online e quindi contribuiscono attivamente alle scelte (elettori di serie A) e tutti gli altri (elettori di serie B). Solo che gli elettori di serie A sono una minuscola minoranza, rumorosa quanto si vuole ma sempre ultra minoranza. Perché se su 8,5 milioni di elettori si esprimono circa 50.000 persone, stiamo parlando dello 0,5%.
    Se questa è democrazia, rivediamo cortesemente lo Zanichelli.
    Poi le pratiche da Savonarola, coi guru che, con tutta evidenza, non valgono uno, si commentano da sé.

  4. ognuno dovrebbe essere coerente e conseguenziale alla proprie affermazioni: dunque per favore fuori dai 5stelle, con cortese sollecitudine, vi conviene anche economicamente, giusto?

  5. ma se non vi riconoscete nel movimento e vi “siete sbagliati” chi vi trattiene, ci sono tanti “bei partiti” ad aspettare la vostra ics.

  6. Ora hanno scoperto che quel movimento é leggermente fascista nella sua dirigenza e permeato dal nulla……. ai nostalgici della rivoluzione: la si fa, dopo aver smantellato, per costruire qualcosa……. invece…… zero assoluto

  7. state boni esponenti pontini del M5S, o perderete il consenso elettorale, non mostrate debolezza alla concorrenza spietata degli altri partiti e dei media nazionali che vi faranno a fettine, l’espulsione era giusta affatto piacevole ma sacrosanta, chi non rispetta le direttive impartite dalla leadership e sottoscritte nel documento politico e programmatico è bene che tolga il disturbo rassegnando le dimissioni oppure venga espulso, per il bene collettivo del M5S.

  8. attenzione che cio’ che avete costruito in questi anni si polverizza..verrete inghiottiti dalla vera politica ricordate sempre perche la gente vi ha votato ..percio l espulsione dei 5 esponenti e molto giusta , se non rispettate il programma voi non esisterete piu e dovete lavorare