La Provincia, giornalisti fuori dalla sede: interviene la polizia

17/02/2014 di
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Se non fosse una tragedia, con i lavoratori senza stipendio da oltre dieci mesi, saremmo alla farsa. La Effe Cooperativa, editrice de La Provincia Quotidiano, impedisce ai giornalisti e poligrafici di Latina di prendere servizio nella sede di Frosinone o in alternativa di riaprire la sede di Latina.

“Dopo aver unilateralmente deciso la chiusura dell’edizione di Latina (con tanto di sigilli alla sede) l’azienda, violando l’accordo firmato l’8 novembre scorso in Regione, rifiuta di far ruotare i lavoratori sull’unica redazione operativa, quella di Frosinone. Tutto questo – scrivono i sindacati – è opera di un’azienda i cui vertici del recente passato, a cominciare dall’ex presidente Arnaldo Zeppieri, sono stati rinviati a giudizio dalla Procura di Frosinone per truffa ai danni dello Stato e false comunicazioni, ragione per la quale la Presidenza del Consiglio ha anche sospeso il finanziamento pubblico”.

“L’Associazione Stampa Romana e la Slc Cgil di Latina hanno dato mandato ai legali di presentare un ricorso contro la Effe Cooperativa per comportamento antisindacale. Questa mattina siamo stati costretti a chiamare le forze dell’ordine per far certificare la presenza al lavoro dei dipendenti di Latina”, spiegano il Segretario Asr, Paolo Butturini e quello della Slc-Cgil, Bruno Carlo.

“Contemporaneamente – aggiunge Butturini – ho provveduto a segnalare all’Ordine Regionale dei giornalisti del Lazio il comportamento del direttore, Umberto Celani, che si è rifiutato, come sarebbe stato suo dovere, di produrre un ordine di servizio in cui organizzava il lavoro dei giornalisti con la rotazione prevista dall’accordo sindacale. Questo signore, che è anche membro del Cda della Cooperativa, ha costantemente tenuto un atteggiamento di disprezzo e aperta ostilità nei confronti dei colleghi di Latina, rendendosi oggettivamente complice, quando non direttamente protagonista, di tutte le azioni vessatorie nei confronti dei giornalisti. Un comportamento in aperta violazione della clausola di solidarietà prevista dall’articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti”.

Asr e Slc-Cgil provvederanno anche a segnalare agli enti previdenziali le violazioni nell’applicazione dell’accordo sottoscritto, che seguono le continue infrazioni alle leggi e ai contratti che la Effe Cooperativa ha fino ad aggi commesso.

  1. Si parla spesso di classe politica da terzo mondo.

    Parte di quella imprenditoriale non è da meno.

    Solidarietà ai lavoratori de La Provincia.

  2. Purtroppo ormai il futuro e il web internet quindi le notizie si sanno prima qui o face… ecc ecc la carta andava una volta il mondo e in continuo evoluzione e se la gente sta ogni secondo su smartphone tablet dispiace per i lavoratori ma se la gente non compra piu’ un imprenditore che deve pagare tasse stipendi come fa’ se non ha introiti ?

  3. Se l’imprenditore non è in grado di adattarsi al cambio di mercato è semplicemente un imprenditore mediocre.

  4. Più che altro c’era un eccesso di offerta nella comunicazione a Latina. Poi i media locali non vogliono capire che servono più opinioni e meno notizie o meglio notizie corredate da opinioni, perché non è possibile leggere 4 giornali diversi e trovare la stessa notizia che a volte è solo il copincolla di un comunicato-stampa.

  5. Diciamo pure che servono articoli di qualita’. Ben vengano le opinioni, ma quando sono troppo di parte diventano nauseanti!

  6. Mi ricordo che una decina di anni fa o poco piu’ sia Repubblica che il Corriere della Sera avevano una tiratura di circa un milione di copie… Ora ho letto che sono intorno a 300.000 ciascuno, quindi si sono persi i due terzi del mercato. Spiace, ma e’ ovvio che in una situazione del genere i giornali facciano fatica a sopravvivere. Dovrebbero tentare un rilancio serio con gli abbonamenti su internet (tablet,,pc ecc….), ma capisco che non sia facilissimo in un momento come questo

    @LT tu fai dell’ironia su SL48 questa piccola emittente sono anni(tra le piu’ longeve d’Italia) che trasmette.. a differenza di altre che sono sparite.Mi sa che hanno capito tutto

  7. il commento di Fernando Bassoli non fa una grinza : è la verità assoluta!

  8. C’è solo un modo per rilanciare la vendita dei quotidiani locali, vietare la lettura al pubblico dei giornali messi a disposizione dei gestori dei bar. Se li leggiamo utti al bar, li comprano in pochi… I quotidiani, inoltre, costano troppo.

  9. Non sarà il caso del quotidiano La Provincia ma le varie sovvenzioni Statali all’editoria fanno si che si aprano giornali anche per accedere a quei soldi facili, ecco spiegata anche la corretta critica di F. Bassoli sulla qualità del prodotto, che un dato giornale venda o non venda abbastanza comunque riceve denaro pubblico sottoforma di aiuti di Stato.
    Ripeto non sarà il caso de La Provincia ma diversi quotidiani di tiratura nazionale vivono di soldi pubblici.

  10. E’ proprio questo il punto. Finiti i soldi statali per l’editoria gli imprenditori dell’editoria impura italiana chiudono i rubinetti e mandano tutti in mezzo alla strada. Meditiamoci un pò su…

  11. Internet sono 15 anni che ha preso piede in italia… le cose cambiano e purtroppo queste sono le conseguenze.

  12. L’errore dei quotidiani locali è non puntare mai su una marcata diversificazione dell’offerta, ad esempio chiedendo a intellettuali o opinionisti locali – la provincia di Latina è sorprendentemente piena – di collaborare con interventi coordinati e non occasionali, magari curando rubriche come avviene su tutti i quotidiani nazionali.

    Si parte dal presupposto sbagliato che il lettore pontino medio si contenti di poco, di sapere cosa succede e basta. Si parte dal presupposto che sia un lettore distratto, che sfoglia il giornale al bar più a caccia dei numeri della signorine allegre in ultima pagina che di una informazione in profondità con commenti qualificati.

    Ma siccome per informarsi costantemente oggi c’è il web ecco che la carta stampata è andata in tilt. Pensate cosa sarebbe stato Il Corriere della sera senza La stanza di Montanelli, per fare un esempio…