La lettera/Pontinia e le strade trappola per le biciclette

13/02/2014 di

Gentile redazione,

oggi una mamma, in qualche parte del mondo, sta piangendo un figlio scomparso che non riabbraccerà mai più: quel figlio è stato investito, mentre percorreva in bicicletta la Migliara 53. E’ una mentalità diversa dalla nostra quella dei numerosissimi indiani e cingalesi che lavorano nelle nostre campagne, una mentalità che non avverte il pericolo rappresentato dagli automobilisti – spesso distratti e spericolati – che sfrecciano al loro fianco mentre si recano tranquillamente al lavoro in bicicletta, come farebbero nei loro
paesi. Come in Bolivia è normale viaggiare sul tettuccio del treno o in Africa aggrapparsi all’esterno degli autobus, così per gli indiani non c’è alcun pericolo nello spostarsi in bicicletta: ma qui siamo in Italia e in Italia è pericoloso andare in bicicletta, addirittura ci
si muore e la triste notizia dell’altro giorno ce ne da conferma.

Cosa stiamo aspettando? Che anche a Pontinia ci sia qualche fatto simile? Chiediamo – in nome della sicurezza di tutti, ma soprattutto in nome del rispetto della persona umana – che la Polizia Municipale di Pontinia provveda a regolamentare la circolazione dei braccianti indiani, anzi a tal proposito chiediamo di rendere pubblici i dati degli interventi finora effettuati: chi viaggia in maniera irregolare, mettendo a repentaglio la propria vita e quella altrui, deve essere sottoposto a sanzione, come previsto dal Codice della Strada; allo stesso tempo, chi di competenza, deve fornire ai lavoratori che si spostano in bicicletta tutti quei supporti – quali i giubbotti catarifrangenti ed i dispositivi luminosi da applicare alle biciclette – per rendere sicura la loro circolazione.

Chiediamo a codesta Amministrazione di intervenire e di farlo subito, così che non abbiano ad accadere in futuro i tristi eventi di cronaca che troppo spesso funestano le nostre strade.

Cordialmente, Associazione Liberi e Forti

  1. salve, visto che ci tieni tanto agli indiani e il resto…..perche’ non li vai ad accompagnare te, tutte le mattine al lavoro……ti compri un pulman e fai una grande opera di bene, visto che solamente loro hanno bisogno di aiuti…..buona giornata

  2. Io tutte le mattine passo per pontinia x andare a lavoro a latina passo x la migliara 47 verso le 6 ed e’ ancora buio e di indiani in bicicletta ce ne sono a decine e nessuno ha una lampadina sulla bicicletta… e cara signora e tutti quelli che vanno in bici e sono ubriachi? Ci dia una risposta

  3. Ma che commenti truci e razzisti! In realtà in bicicletta vorrei andarci anche io (italiano al 100%) ma non è possibile dalle nostre parti..perchè non è proprio contemplata dai normale ricchi e italiani cittadini dell’agro! Io sono italiana e ho mamma e papà che mi danno la macchina, chi non può permettersi la macchina deve girare in bicicletta! Ma che società stiamo diventando? Ma come vi viene in mente di fare commenti del genere? È morta una persona umana perchè qui è impossibile andare in bicicletta..invece di chiedere piste ciclabili e maggiore attenzione agli automobilisti vi sporcate cin oensieri razzisti!

  4. Girare in bicicletta è lecito ed è un diritto, per italiani ricchi e poveri e per stranieri anche essi spesso più poveri che ricchi.
    PERO’ SI RISPETTA IL CODICE DELLA STRADA E NON SONO AMMESSE IGNORANZA E GIUSTIFICAZIONI VARIE!
    E’ ridicolo giustificare dicendo che nel loro paese fanno tutti così oppure che poverini non sanno la lingua e non conoscono il codice della strada.
    Se io vado in un altro paese e butto una cartaccia per terra mi fanno la multa e non c’è giustificaziopne che tenga!
    Poi vorrei dire che a parte tutte le violazioni del codice che gli ho visto fare (indiani, rumeni, ecc.) una volta uno si è staccato dal gruppo, che è rimasto indietro, forse come testimone, e si è deliberatamente buttato davanti alla mia macchina e l’ho evitato veramente per un pelo!!!
    BASTA COL BUONISMO INSENSATO!!! LE REGOLE ED IL CODICE LO DEVONO RISPETTARE TUTTI!!!

  5. non credo sia il caso fare un discorso mirato sulla nazionalità di chi rimane vittima della strada. Faccio , personalmente, un discorso generico in merito a questo tipo di accadimento che a volte viene divulgato per mezzo dei media ed altre no. Mi concentrerei piuttosto sul senso civico e sul rispetto della propria vita ( chi va in bicicletta indossando giubbini catarifrangenti o luci sul proprio mezzo) e della vita altrui (automobilisti che non rispettano i limiti di velocità e quant’altro) che se fosse rispettato abbasserebbe notevolmente la percentuale di incidenti. Il mio cordoglio verso chi perde la vita sia esso italiano..sia esso di altra nazionalità.