Dialetto di Sezze incomprensibile, il giudice nomina un traduttore

26/01/2014 di
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Il dialetto di Sezze è incomprensibile e il giudice nomina due “traduttori” per trascrivere alcune intercettazioni telefoniche. E’ accaduto durante un processo per droga che vede soto accusa 25 persone.

Tra le carte dell’accusa ci sono delle intercettazioni, ma il perito incaricato delle trascrizioni ha ammesso di non aver capito neanche una parola in quanto le conversazioni sono in dialetto setino.

Il giudice ha così nominato un perito e gli avvocati difensori un consulente di parte. I due dovranno provvedere alla particolare “traduzione” che testimonia quantomeno l’enorme valore dei dialetti.

  1. “Sezze, Suso e Siena padri della lingua italiEna”.
    Basta fare un pò di pratica all’ospedale S. M. Goretti e un pò si suezzese si capisce…

  2. Voi sareste la gente colta??? aahhahahhaha oh mio Dio! Si può risollevare l’Italia se c’è gente come voi??? ma di cosa ci meravigliamo??? ma sapete cosa c’è dietro a un “DIALETTO”?? c’è CULTURA, STORIA, TRADIZIONE… voi non arrivate si e no alla 2° generazione! ahahahahahaha IN VOI VEDO IL FALLIMENTO DI UN POPOLO…
    Ma io non me la prendo con voi, neanche con i vostri genitori, IO ME LA PRENDO CON I VOSTRI NONNI, CHE NON HANNO EDUCATO I VOSTRI GENITORI CHE, A LORO VOLTA, NON HANNO EDUCATO VOI… ahahahaha

    PS: non sto difendendo gli infermieri del Goretti che, giustamente, devono sapersi relazionare anche in modo corretto, ma magari sappiamo bene che gente adulta ha più difficoltà a non evidenziare l’accento del dialetto, oppure ha avuto meno possibilità di studiare rispetto a Noi oggi (sicuramente voi che avete scritto questi commenti siete più ignoranti degli infermieri del Goretti) IO STO DIFENDENDO INVECE LA MIA “CULTURA IL MIO DIALETTO” SONO I PAESI COME IL MIO CHE RENDONO RICCA L’ITALIA…ma che purtroppo NOI ITALIANI (ITALIANI COME VOI) NON SANNO VALORIZZARE!!!
    NON SAPPIAMO VALORIZZARE IL COLOSSEO POSSIAMO VALORIZZARE I “DIALETTI”??? avete ragione anche voi… BEATA IGNORANZAAAAAAA CHE AVETE!!!! E’ MEGLIO A NON SAPERE!!!! ahahahahahahh
    Buona serata cari!!! ;)

  3. Avete fatto fare una figuraccia ai vostri concittadini di Latina… So per certo che non sono tutti ignoranti come voi i ragazzi/e di Latina… Dovreste solo vergognarvi… mi permetto di dirvi “gente di poco spessore” lo avete dimostrato con la qualità del vostro “commento”.

  4. Nessuno ha pensato che forse lo facevano di proposito proprio x non farsi capire? Considerando che occorre un consulente, forse sono riusciti nell’intento :)

  5. Le persone di latina pensano di essere perfette! Lasciate che parlino del dialetto sezzese di norma di roccagorga di frosinone priverno e chi più be a più ne metta! Ma io mi chiedo ma la vostra vuta è così poco interessante che state sempre’ a parla di sezze?? Non fanno parte neanche di questa terra sono arrivati qui per sbaglio per una bonifica risiedono sulla cacca di tutti i paesi intorno e parlano…buriniii fate pena il dialetto fa parte del italia!! E dopo non siete manco intelligenti da pensa” ma forse lo facevano apposta a parla cosi???

  6. Bisogna pure vedere quale livello di scolarizzazione avevano gli intercettati. Se sono veramente deI cafoni ignoranti, poco c’entra il dialetto. Non si capirebbero neanche se venissero da Firenze, culla della lingua italiana…

  7. Il dialetto e’ riservato a pochi eletti, non riusce mai a comprendere la gioia che si prova a saperlo parlare e comprendere.
    Ricordate che molte espressioni tipiche sono intraducibili, poiche’ esprimono dei concetti che solo chi fa parte di quella cultura ne carpisce il significato vero.
    Per questo mi sento superiore a tanti che poverini non avranno mai il piacere di aver compreso un discorso in dialetto.
    Dante scrisse la divina commedia in volgare e per questo non si puo’ considerare che ci siano delle espressioni molto intense e intraducibili.
    Per questo invito tutti ad abbassare la cresta e documentarsi da quale origine ha avuto la lingua attuale italiana.
    Ricordate: “IL DIALETTO RENDE MEGLIO IL CONCETTO”
    Ma ua’ ua’. (Non si traduce ma vai vai).
    Si traduce “state dicendo delle fesserie”
    Avete capito?

  8. spero ke un giorno arrivi un alluvione e dato ke tanto ci disprezzate x il nostro modo di parlare dandoci gratuitamente degli ignoranti noi armati fino ai denti vi impediremo di salire sulle nostre amate montagne! cari cittadini di latrina quando noi abitanti dei paesi dei monti lepini facevamo la storia voi eravate ancora palude! non dimenticatelo…

  9. Tu impara a parlare la lingua degli zingari visto che a latina è la lingua ufficiale!!!! Fossi in te starei solo zitto…….

  10. La leggenda vuole il mitico Ercole fondatore della città.
    Questi infatti (come narra Berossus, astronomo e storico caldeo del IV secolo a.C. e come conferma Plinio il Vecchio) soggiogata la Spagna venne in Italia per prosciugare una palude ed edificare città: Hercules devicta Hispania in Italiam immigravit, desiccatisque palutibus urbes quam plurimas condidit.
    E che tale palude fosse quella Pontina si deduce dal fatto che Ercole compì tale impresa subito dopo avere sconfitto i Lestrigoni, popolo del basso Lazio.
    Dalle setole del leone Nemeo (setis Nemeaei leonis) con le quali l’Eroe era fiero coprirsi si vuole derivato il nome di Setia. (Nell’immagine: Ercole – particolare della sala omonima – Antiquarium Comunale – autore: Luigi Turchi). In onore di tale superbo fondatore i Setini eressero un maestoso tempio e vollero che il simbolo della città fosse per sempre il bianco leone rampante, da Ercole ucciso, recante tra gli artigli una cornucopia ricolma dei beni della terra e incorniciato dalla scritta: Setia plena bonis gerit albi signa leonis (Sezze piena di beni porta le insegne del bianco leone).
    Ma questa è, appunto, la leggenda, in effetti la storia della vera origine di Setia (calcolata nel V secolo a.C.) è ancora motivo di colto dibattito tra chi la vuole Volsca per la sua ubicazione geografica e chi la vuole avamposto latino.
    Questa seconda ipotesi sembra in verità più attendibile avendo la città capeggiato nel 340 a.C. la rivolta delle città latine confederate, rivolta soffocata da Roma nella battaglia di Trifano.
    Ricordiamo che già nel lontano 490 a.C. Setia fu assalita dall’esercito volsco comandato dal patrizio romano ribelle Coriolano nella guerra che questi aveva scatenato contro la patria.
    Ricordiamo pure che in latino il vocabolo “setius” è un avverbio che significa “diversamente”; Setia era quindi una città diversa, ma diversa da cosa se non dalle città volsche che in pratica la circondavano?
    Assoggettata da Roma, come tutte le città limitrofe, e divenuta colonia romana nel 382 a.C., Setia fu un importante centro urbano grazie alla sua posizione strategica e commerciale a ridosso della via pedemontana e della via Appia, le strade che collegavano la capitale al meridione.
    A causa della vicinanza di Roma la città seguì di questa le alterne vicende. Un esempio su tutti: nella guerra tra Mario e Silla i Setini si schierarono con il primo e vennero duramente puniti dal vincitore Silla con incendi e saccheggi.
    Per le sue fortificazioni e per la sua posizione isolata Setia fu scelta per custodire i prigionieri di guerra e da qui partì nel 198 a.C. (come narra Livio) la rivolta degli schiavi che minacciò la grandezza di Roma.
    Nel periodo imperiale Setia era famosa per le sue ville e per i suoi vini lodati da Marziale, Giovenale e Cicerone.
    Nel medioevo la città ebbe vita travagliata proprio per la sua ubicazione a ridosso di grandi vie di comunicazione, finché nel 956, affrancandosi dall’amministrazione papale, si organizzò come libero comune dandosi usi e leggi proprie.
    Questo status durò molti anni fino a quando la città, dopo decenni di scaramucce e guerre con le vicine Sermoneta e Priverno, fu conquistata dalle truppe della famiglia Caetani nel 1381. Tale condizione durò 12 anni, i Setini, infatti, organizzarono una rivolta sterminando gli occupanti e, una volta liberi, ottennero di ritornare sotto la protezione del Papa.
    Nel 1656 la popolazione setina venne dimezzata sia a causa della peste che colpì l’Italia sia dalle barbariche scorrerie delle truppe spagnole e austriache.
    Nel 1690 a Sezze (così si era intanto trasformato l’antico nome latino) venne fondata l’Accademia scientifico-letteraria degli Abbozzati, una delle prime accademie fondate in Italia.
    Nel 1798 tutto il Lazio venne occupato dai Francesi, i Setini si ribellarono sterminando la guarnigione dimorante in città ed evitarono una sanguinosa vendetta solo pagando una forte somma di denaro.
    Successivamente la città fece parte del Regno d’Italia.
    Il resto è storia nota ma lasciateci un accenno alle distruzioni di chiese e palazzi del centro storico provocate dai bombardamenti americani durante la seconda guerra mondiale.
    E lasciateci anche ricordare le grandi lotte per l’emancipazione del mondo contadino e per la libertà che hanno sempre visto i Setini protagonisti dall’inizio del secolo al periodo fascista e dal dopoguerra ai nostri giorni.
    Ode a Sezze di Amedeo Giusti

  11. @savoiardo lavoro??? soldi??? parliamo di latina? scommetto ke non vai a farti curare in un ospedale pieno di ignoranti come noi vero? ah già… a latina avete tutti i soldi andrai sicuramente in qualche clinica privata con il tuo elicottero personale…fate proprio ride siete una città dove conta solo apparire e non mangiate durante la settimana x fare i fighi il sabato sera…giudicate prima voi stessi prima di criticare noi

  12. E allora se dovessero ascoltare i dialetti di alcuni paesi ai confini con la Campania, sempre facenti parte della provincia di Latina, dove il dialetto è un misto tra napoletano, ciociaro, abruzzese e romanesco, che direbbero?

  13. Un populu | mittitulu a catina | spugghiatulu | attuppatici a vucca | è ancora libiru. || Livatici u travagghiu | u passaportu | a tavola unni mancia | u lettu unni dormi | è ancora riccu. || Un populu, diventa poviru e servu | quannu ci arrubbano a lingua | addutata di patri: è persu pi sempri. (da Lingua e dialettu, 1970)
    Ignazio Buttitta.

    Un popolo rimane libero anche se lo mettono in catene, se lo spogliano di tutto, se gli chiudono la bocca; un popolo rimane ricco anche se gli tolgono il lavoro, il passaporto, la tavola su cui mangia, il letto in cui dorme. Un popolo diventa povero e servo quando gli rubano la lingua ereditata dai padri: allora sì, è perso per sempre.

    p.s.: a Latina la “lingua addutata di patri” nemmeno ce l’avete…. forse disprezzate per invidia

  14. conosco tante bravissime persone di Sezze, è disonorevole criticare una città solo per il dialetto
    Sezze produce cultura, ha il più alto numero di laureati in rapporto agli abitanti
    gli studenti del Classico sono mediamente più bravi dei loro colleghi della fighetta e sterile Latina

  15. siamo solo SUV e presunzione, oltre che discretamente ignoranti
    a Sezze c’è un’identità culturale, che a Latina ignoriamo totalmente
    duemila anni contro ottanta, non c’è partita
    un Sindaco come Di Trapano a Latina ce lo sogniamo………

  16. Molti ragazzi di latina, trentenni, sono nati a sezze perchè negli anni 80 c’era un ottimo ospedale…adesso non più. Si parla di europa e qui a 20km di distanza si parla ancora cosi….si disprezza un paese x il dialetto, senza soffermarsi sulla notizia.
    Forse lo facevano di proposito, torno a dire?
    crescerá mai questa italia?

  17. Certo……perchè è il dialetto che rende l’essere ignorante,non la mentalità!…..bhà