Roma-Latina, Sel presenta un’interrogazione

«Una cintura di asfalto che rischia di incrementare fortemente l’inquinamento acustico e atmosferico a ridosso dei quartieri della periferia sud della Capitale, con un tracciato che devasta alcune delle aree naturali protette più preziose dell’agro romano, nonché zone agricole di grande pregio, e costi faraonici a carico dello Stato che sono un vero insulto a fronte della politica di tagli imposta al bilancio della città».
Così Loredana De Petris, senatrice di Sel e capogruppo del Misto a Palazzo Madama, facendo sapere di aver «depositato oggi una interrogazione urgente rivolta ai ministri dell’Economia, delle Infrastrutture, dell’Ambiente, dei Beni Culturali e dell’Agricoltura, in merito all’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 3 gennaio scorso della delibera del Cipe che approva il progetto definitivo dell’opera e da il via agli espropri per la realizzazione del tratto urbano della Roma-Latina, destinato a collegare l’A12 Roma-Civitavecchia con il nuovo svincolo di Tor de Cenci».
«Sono previsti – dichiara la senatrice – oneri a carico dello Stato per 970 milioni di euro che potrebbero essere senz’altro impegnati, in modo molto più proficuo, per il trasporto pubblico della città, piuttosto che per un’autostrada a pedaggio di fatto inservibile per il traffico locale. Il progetto approvato attraversa e rischia di devastare la Riserva naturale statale del Litorale romano e, con il previsto prolungamento verso la A1, la Riserva naturale di Decima-Malafede, oltre a danneggiare irreparabilmente la cintura agricola della Capitale».
«Contro questo progetto – conclude l’esponente di Sel – si è già espresso il Consiglio comunale di Roma nella scorsa legislatura. Chiediamo ora ai ministri di sospendere l’iter di approvazione dell’intervento e al sindaco Marino di ribadire con nettezza la posizione contraria dell’amministrazione in carica nei confronti di un’opera che non serve alla città, ma solo alla lobby degli appalti autostradali».
Ogni volta che si stà per arrivare a dama ecco che spunta il solito ambientalista de sta min-chia che prova a bloccare tutto. Intanto chi và a Roma tutte le mattine per lavoro rischia di schiantarsi come un sorcio.
mi dispisce contraddirti Loopone, anche se hai ragione sul disagio e pericolo che gli automobilisti incorrono sul quella “mulattiera” chiamata SR Pontina, ma le condizioni politiche e governative italiane sono disastrose per mancanza di etica e moralità o se preferisci legalità, Loredana De Petris ha espresso perfettamente la problematica, ed io aggiungo che esisterebbero delle alternative meno costose e praticabili di quel progetto “facile” costoso e fallimentare nato da un sistema politico altrettanto fallimentare.
Io non voglio pagare per andare a Roma! Vogliono trasformare una superstrada in autostrada a pedaggio. Pensassero ad adeguarla a standard di sicurezza decenti con gli stessi soldi che hanno stanziato e ad elevare finalmente il limite di velocità a 110 km/h, come dovrebbe essere da codice della strada per una strada con almeno due corsie per senso di marcia.
In quanti dovranno ancora mangiare sulle nostre spalle???
Loopone, io concordo pienamente con te. Solo chi va a Roma poche volte, può schierarsi contro un simile progetto. Effettivamente per chi non pratica quella strada, trasformarla finalmente in un collegamento decente tra due capoluoghi di provincia, è un non problema. Ovviamente non intacca la loro vita quotidiana. Solo chi su questa strada ha perso parenti, amici o più semplicemente ore della propria vita per un incidente o un TRATTORE, può capire quanto sia degradante questo tipo di collegamento. Gli illustri esponenti politici non capisco come facciano a dire che l’autostrada peggiorerebbe le condizioni dell’ agro pontino. Al massimo porterebbe finalmente una line adi collegamento ottimale per sfruttare il litorale (troppo bistrattato da tutte le parti politiche), al massimo porterebbe nuove energie per le aziende che lungo la pontina sono posizionate e potrebbero configurare molto meglio il proprio asset imprenditoriale con un collegamento verso gli altri snodi autstradali della penisola.
Pensate a migliorare le reali condizioni di vita dei cittadini, a migliorari i servizi per i quali paghiamo provumatamente e non a fare i falsi moralisti.
Ma che vuol dire consumare centinaia di ettari di terreno agricolo. Con questi numeri e parole vi riempite la bocca, ma onestamente guardando il progetto presentato al CIPE a me non sembra proprio che vengano “consumati” così tanti ettari di terreno agricolo. Soprattutto nell’ area pontina. Probabilmente il territorio più a rischio è all’ altezza di Pomezia. Ma il problema, almeno secondo il mio punto di vista, è sempre a monte: come mai, visto che di questa autostrada se ne parla da 20 anni, è stato permesso la costruzione di abitazione o di impianti agricoli? Se chi amministra avessa avuto una visione lungimirante, oltre che responsabile, ad oggi non ti ritroveresti a dire queste cose o magari si dava all’ agricoltore un periodo a termine per le raccolte. In questo modo un espropio futuro avrebbe avuto un impatto negativo decisamente inferiore. Per quanto concerne il traffico veicolare su gomma che vuoi evitare, mi piacerebbe sapere quali sono le alternative a tuo modo di vedere per collegare degnamente Latina con la parte sud di roma (vedi zona EUR). Ti rendi conto che le attuali amministrazioni non hanno la capacità di migliorare un servizio ferroviario già esistente? Figurati ad intravederne uno da fare partendo da zero.
Allora:
1. nessun ambientalista nel mondo si scaglia contro i pedaggi autostradali semmai fa la battaglia opposta e pretende che vengano impiegati, almeno in parte, per potenziare i mezzi pubblici;
2. i quartieri periferici, di qualsiasi città e di Roma in particolare, sono già oggi allo stremo, a causa di una cementificazione che fa ORRORE. Nessuno, dice “a”, quando vengono rilasciate concessioni, anche solo per tutelare il lavoro di molti … a danno però nel lungo di tutti. Dall’Eur a Ostia è già una bella chiazza di asfalto!
3. Qual è il tratto della famigerata “nuova pontina” rispetto alla mulattiera di oggi? Non l’ho capito … mi pare che in larga parte (attorno ai 40 km) si preveda un potenziamento di quello che già c’è.
a Pasquino e Salvatore,
siete degli esperti in opere pubbliche, cioè ingegneri che progettano infrastrutture?
sarebbe opportuno da parte Vostra che approfondiate le tematiche e problematiche legate alle opere pubbliche infrastrutturali iniziando dalla semplice regola dei COSTI BENEFICI e RICAVI, e scoprirete che quel tipo di soluzione non è vantaggiosa per la collettività ma lo è solo per chi costruirà la “nuova pontina” e per la società che la gestirà facendo pagare un pedaggio su un opera pubblica realizzata con soldi pubblici, così veniamo fregati due volte!
un piccolo calcolo aritmetico per Salvatore, moltiplica la lunghezza del nuovo tracciato per un larghezza stradale minima di 30 metri e vedrai quante centinaia di ettari di terreno agricolo sparirebbero insieme alle aziende che lo lavorano.
chi parla a favore di questa opera, per favore vada a vedersi il tracciato. Passerà per una delle riserve naturali più importanti di Roma, quella di Decima-Malafede, nonché laddove ci sono aziende agricole. Non si tratta di pochi km, si tratta di una vera e propria devastazione. Che tra l’altro aumenterà il traffico, invece di diminuirlo. Se vogliamo rimanere al medioevo, continuiamo con costose e inquinanti autostrade, se vogliamo diventare davvero all’avanguardia, guardiamo alle capitali europee, dove si è incrementato il trasporto pubblico e non quello privato per i collegamenti con l’hinterland. La pontina va messa in sicurezza, questo è vero, ma basta adeguarla e poi si costruisce una metropolitana per unire Roma e le città di quel quadrante. Il modello Napoli insegna.