Rifiuti, via agli interrogatori. I carabinieri scavano nella politica

14/01/2014 di
manlio-cerroni

«L’inchiesta della procura di Roma è una svolta epocale», dice Fabio Altissimi, imprenditore dei rifiuti che ha accusato alcuni dirigenti della Regione Lazio di essere al servizio del “Supremo”, Manlio Cerroni. Dalle sue rivelazioni, dalle registrazioni di alcune conversazioni che ha consegnato ai magistrati, potrebbero aprirsi nuovi filoni.

Oggi inizieranno gli interrogatori di garanzia dei sette arrestati davanti al Gip Massimo Battistini. Il primo giorno toccherà al manager di Cerroni Francesco Rando, al suo socio storico Piero Giovi e al direttore della discarica di Albano Giuseppe Sicignano.

Mercoledì sarà il turno di Cerroni, accusato di aver promosso un’associazione a delinquere per mantenere il monopolio dei rifiuti a Roma e nel Lazio; lo stesso giorno sarà sentito il suo “ambasciatore” negli Enti locali, Bruno Landi (Ad di Latina Ambiente). Giovedì infine saranno interrogati i dirigenti della Regione coinvolti, Raniero De Filippis e Luca Fegatelli che preannuncia una memoria scritta.

Intanto l’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) prosegue e si allarga ad altri filoni, tra cui quello dei collegamenti politici del “sistema Cerroni”. I magistrati valutano la posizione del prefetto Goffredo Sottile, fino a pochi giorni fa commissario all’emergenza rifiuti, che scelse Monti dell’Ortaccio, gradito al patron 87enne di Malagrotta, come sito per la nuova discarica di Roma. Sottile non risulta indagato.

Presto sarà sentito dai pm l’ex governatore Piero Marrazzo, indagato per falso e abuso d’ufficio per aver firmato nel 2008 l’ordinanza che autorizzò Cerroni a costruire il termovalorizzatore di Albano. Nuovi spunti importanti potrebbero venire dalle dichiarazioni di Altissimi, titolare della Rida Ambiente, che ha denunciato un «ostracismo» durato 8 anni da parte dei dirigenti della Regione che secondo l’accusa avrebbero favorito Cerroni. Le sue dichiarazioni ai pm compaiono nell’ordinanza d’arresto. Altissimi ha raccontato che nel 2008 Fegatelli – dirigente della Regione finito ai domiciliari – gli disse che se non avesse versato 4-5 euro per ogni tonnellata di rifiuti ad Arcangelo Spagnoli (dirigente della Gestione commissariale, poi deceduto), non avrebbe avuto i permessi. Altissimi ha detto di aver rifiutato. Inoltre Cerroni gli avrebbe proposto di aiutarlo con il ministero dell’Ambiente per un’autorizzazione, in cambio di ‘ospitalita« per i suoi rifiuti negli impianti di Altissimi. »Io declinai – ha detto l’imprenditore -. Da quel momento si è scatenato l’inferno«.

Il legale di Fegatelli, Domenico Oropallo avvocato di Latina, ha anticipato che il dirigente – attualmente a capo dell’Agenzia regionale dei beni confiscati alla mafia – non risponderà giovedì al Gip, vista l’enorme quantità di atti da studiare, oltre centomila pagine. »Presenteremo una memoria tecnica e daremo la nostra disponibilità a essere sentiti più avanti«, ha detto l’avvocato. Fegatelli che respinge ogni addebito. Il legale sottolinea che nel presunto sistema Cerroni “mancherebbe la componente politica”.

“Non si può addossare tutto a due dirigenti della Regione”, ha affermato Oropallo. Intanto il Campidoglio ha fatto sapere che si costituirà parte civile, in caso di processo, se sarà dimostrato che la raccolta differenziata è stata boicottata per favorire Cerroni, con un danno economico per Roma.

I NOMI PONTINI. Nell’inchiesta sui rifiuti nel Lazio sono coinvolti due indagati con ruoli importanti a Latina e provincia. Si tratta del dirigente della Regione, Raniero De Filippis che è di Lenola, e di Bruno Landi, amministratore delegato di Latina Ambiente che gestisce lo smaltimento rifiuti nel capoluogo pontino e a Formia, e di Ecoambiente che gestisce una delle due discariche di Borgo Montello. Landi è stato confermato Ad nel novembre scorso quando il gruppo Unendo e il Comune di Latina hanno trovato una intesa dopo mesi di feroci polemiche sulla gestione di una società in forte perdita. Sono entrambe società pubblico private in cui il Comune di Latina è socio di maggioranza, mentre il Gruppo Unendo (che fa capo alla famiglia Colucci) ne detiene il 49%.

  1. Se entrano nei palazzi del potere e li arrestano possono in j, secondo momento trovare i capi di jmputazione

  2. ECCO IL MOTIVO PERCHE’ NON FANNO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA! I CAMION VENGONO PESATI E SI PAGA IL PESO RISCONTRATO; QUINDI, CON QUESTO SISTEMA SONO PROPENSI A PORTARE TUTTI I RIFIUTI IN DISCARICA ANZICHE’ SCONTARE AGLI UTENTI I RIFIUTI RECUPERATI.