Armi siriane, giovedì l’annuncio del porto italiano per lo scalo
L’Italia intende annunciare giovedì il porto dove avverrà il trasferimento delle armi chimiche in arrivo dalla Siria sulla nave americana che le distruggerà. Le destinazioni candidate restano soprattutto Brindisi, Cagliari, Augusta, Taranto, Gioia Tauro, e la decisione verrà presa in base alle valutazioni tecniche in corso. Sembra ormai esclusa l’ipotesi del porto di Gaeta.
Le preoccupazioni internazionali emerse nelle ultime ore, quindi, dovrebbero trovare risposta il 16 gennaio.
Damasco, anche se in ritardo, sta trasferendo le sue armi nel porto di Latakia, dove una parte è già stata caricata su una nave danese. Questa nave le trasferirà nel porto dove verranno caricate sulla Cape Ray, l’unità americana attrezzata a distruggerle con l’idrolisi. Gli Stati Uniti non possono prelevare direttamente le armi nel porto siriano, per ovvie ragioni diplomatiche, e quindi effettuare il transito in sicurezza è diventata una delle priorità più importanti per la Organization for the Prohibition of Chemical Weapons, che gestisce l’intera operazione.
L’Italia ha offerto un porto, ma appena sono emersi i candidati sono arrivati anche i rifiuti. Il «Wall Street Journal» ne ha parlato ieri in un pezzo intitolato «Local Opposition in Italy Risks Delaying Syrian Arsenal Destruction», cioè le resistenze locali in Italia rischiano di ritardare la distruzione dell’arsenale siriano. Il «Wsj» cita in particolare il no di Brindisi, e la lettera che il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci ha inviato al presidente del Consiglio Letta, dicendo che «noi rigettiamo l’ipotesi di Cagliari con rabbia e choc, e la combatteremo in ogni maniera possibile».