Bufera sulla gestione dei rifiuti nel Lazio. Sette arresti tra cui l’Ad di Latina Ambiente

09/01/2014 di

Sette persone sono state arrestate dai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Roma diretti dal colonnello Sergio Di Caprio (noto anche come “Ultimo”, colui che nel 1993 catturò Totò Riina) e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini,  nell’ambito dell’ inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio.

Tra i nomi degli arrestati spiccano quelli del patron della discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni, e dell’ex presidente del Lazio, Bruno Landi, a governo della regione negli anni ’80 e dal novembre scorso amministratore delegato di Latina Ambiente e EcoAmbiente. Oltre ai nomi noti agli arresti anche Luca Fegatelli, fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia, il manager Francesco Rando, l’alto dirigente della Regione Lazio Raniero De Filippis, originario della Provincia di Latina, l’imprenditore Pietro Giovi e Pino Sicignano. L’accusa per gli arrestati, che si trovano ora agli arresti domiciliari, è quello di associazione a delinquere finalizzata al traffico dei rifiuti. Secondo l’ordinanza di custodia cautelare infatti, il sodalizio criminale ha operato a partire almeno dal 2008 con l’obiettivo di monopolizzare e condizionare la gestione dei rifiuti nella regione.
A capo della piramide organizzativa proprio il “re delle discariche” Manlio Cerroni, chiamato dagli altri indagati con l’appellativo di “Supremo”. Strategico invece il ruolo di Landi che, come scrive il gip Massimo Battistini nell’ordinanza di custodia, si distingue “per la sua capacità di sapersi relazionare con i pubblici funzionari al fine di pilotare l’attività della pubblica amministrazione verso il perseguimento dei ‘desiderata’ di Cerroni”. Oltre all’arresto degli indagati, è stato disposto il sequestro di beni mobili e immobili di proprietà delle società E.Giovi srl (gestore della discarica di Malagrotta) e Pontina Ambiente srl (gestore della discarica di Albano Laziale) per un valore di oltre 18 milioni di euro.
E’ di 21 persone, tra cui c’è anche Piero Marrazzo, il totale degli indagati nell’ambito dell’inchiesta.
  1. 83 commenti su quella str…ata della faccenda di barboni e solo 2 su una cosa seria come questa. Latinensi…..famo pena.

  2. Marco,forse hai ragione ma forse so il motivo..di questi articoli di arresti-mazzette e politici assessori presidenti che rubano se ne sentono tutti i giorni al telegiornale e la gente si è stancata è stufa di commentare ormai lo prende come pane quotidiano..quello del negozio è un fatto che ognuno si sente di esprimere il proprio parere essendo un fatto isolato

  3. Ma dico, ci sara’ pure un limite oltre il quale il popolo italiano soprannominato per antonomasia “bue” si incassi un pochettino tanto. ..

  4. Ci porterei majetta e di giorgi in discarica xche so sporchi e puzzolenti

  5. di giorgi tempo fa aveva lanciato una campagna (pubblicitaria) contro l’applicazione dell’iva sull’imposta dei rifiuti, ovviamente non se ne è saputo più nulla…lo Stato quando incassa nonn restituisce mai…. ora anche questa…. ma in quanti ci devono mangiare sull’affare spazzatura???
    Maietta riuscirà a nascondere tutto come ha fatto per i guai del padre (vedi patenti facili in motorizzazione…)

  6. Non dimenticate e soprattutto non perdonate la cricca fossero pure vs. Fratelli che vi fanno parte

  7. Ma quale sindaco e quale politici… la colpa è della camorra e degli extraterrestri.

  8. 89 per la precisione …… l’importante è apparire in questa citta’ …….
    belli vestiti e belle macchine e non sapere scrivere l’italiano ……. poveri noi.

  9. Che vergogna all’ italiana. Se in Italia ci fossero più persone come Sergio Di Caprio di sicuro non ci troveremmo in questa situazione. Inoltre, se in Italia le persone come Sergio Di Caprio venissero valorizzate e non bistrattate da uno Stato irriconoscente, probabilmente vivremmo ancora nel bel Paese.