TEATRO, BARBARESCHI BATTE CASSA: “LE BUGIE DI ZACCHEO”

13/09/2007 di
di DANIELE VICARIO *
 
«ADESSO basta. Con chi credono di avere a che fare. Zaccheo la smetta di fare il politicante, è sparito dal giorno dopo la campagna elettorale. Mi chiamava ogni minuto quando gli servivo per i voti, adesso niente».

 
E’ guerra legale tra l’amministrazione comunale e il direttore artistico del Palazzo della cultura Luca Barbareschi. A dare fuoco alle polveri è stato lo stesso attore che ieri pomeriggio ha inviato al Comune di Latina una nota firmata dal suo legale in cui avanza una serie di rivendicazioni, di carattere economico ed organizzativo. Il problema nasce, tra le altre cose, dal fatto che, nella sostanza, non gli sono state pagate le spettanze degli ultimi mesi, soldi previsti da un’apposita convenzione triennale fortemente voluta dalla giunta Zaccheo. Ma non è soprattutto di soldi che parla Barbareschi. Anzi, stando a sentire le parole dell’artista, questo è quasi un aspetto marginale.
 

«Mi sono dedicato con passione a Latina e al teatro. Non ho mai voluto fare polemiche per evitare problemi ma ho capito, fin dal primo momento, che avrei avuto una serie di difficoltà oggettive legate anche ad una mentalità che adesso si conferma a dir poco ottusa». Il direttore artistico del Palacultura è un fiume in piena. Un ciclone. «Non ero d’accordo con l’istituzione, voluta dal sindaco Zaccheo, di una Fondazione teatro. Credevo e ne sono convinto che Latina non fosse pronta per organizzarsi in un modo così complesso. Ho accettato di buon grado questa sfida e, negli ultimi tre anni, le presenze, gli abbonamenti, gli spettatori durante gli spettacoli proposti nel cartellone, mi hanno dato ragione. Ma
la
Fondazione
teatro è rimasta qualcosa di virtuale, nonostante il sindaco si riempia la bocca con un progetto culturale di cui non conosce nulla».

 
Cosa è successo vuole specificarlo, punto dopo punto, lo stesso Barbareschi. «Sono a Latina da quattro anni, nel primo non sono stato pagato e, siccome era una sfida dal punto di vista professionale, non ho avuto problemi ad accettare di buon grado questo compromesso. Poi, come molti sanno, è stato sottoscritto un contratto triennale. Apriti cielo. Da allora i pagamenti sono stati fatti sempre in ritardo. Perenne ritardo. Ed oggi aspetto il pagamento di quest’ultimo anno, mi hanno dato qualche acconto e nient’altro. L’arte, la cultura, non è una questione di potere. Non può esserlo, per quanto mi riguarda».
 
Mentre intervistiamo Barbareschi al telefono, si sente il trillo del cellulare. Il direttore artistico ci chiede di aspettare ma lascia la comunicazione aperta. Dall’altro capo è l’assessore Bruno Creo, neo delegato alla cultura, che chiede spiegazioni. Evidentemente in Comune c’è stata qualche avvisaglia. Barbareschi (che in seguito ci ha autorizzato ad utilizzare il contenuto della sua conversazione con Creo) risponde di essere al telefono con noi e spiega a Creo la situazione: «Siamo alla pazzia – tuona l’artista al cellulare con l’assessore – lei non saprà nulla come dice ma io sono stato abbandonato senza uno straccio di sostegno. Incredibile. Zaccheo è un bugiardo e si riempie la bocca con un progetto culturale tanto per fare campagna elettorale. Non sa niente di niente, è un politicante!».
 
Inutile dire che, anche senza sentirlo direttamente, l’imbarazzo dell’assessore è alle stelle. Inutile tentare di ricucire. Barbareschi quasi non lo fa parlare: «Faccio teatro da trent’anni – urla l’attore – e non mi era mai capitata una cosa del genere. Con chi credete di avere a che fare? Non vi meritate nulla, siete degli irresponsabili. Non siete stati neanche in grado di trovare degli sponsor, niente, il vuoto assoluto. Sì è vero – risponde Barbareschi ad un’affermazione di Creo – Zaccheo è un latitante da mesi».
 
La telefonata si chiude: «Ecco, l’intervista è servita». Ma non c’è niente da fare? «La faccio sorridere: ho chiamato il direttore generale del Comune, sa cosa mi ha detto?». Che le darà una mano. «Macché: “si dimetta, cosa vuole che le dica”, ecco cosa mi ha detto», sottolinea Barbareschi che aggiunge: «Non sono stati in grado di mettere fondi a bilancio, neanche di fare due telefonate per gli sponsor. Sa chi ci finanzierà il teatro per i ragazzi? Il Ministero con 500mila euro, grazie all’interessamento di Goffredo Bettini, che è un deputato Ds. Vede che la politica non c’entra, quando c’è voglia di fare».
 
Adesso si dimetterà? «Vediamo se rispondono ai miei avvocati. Per quanto mi riguarda voglio sapere cosa gli passa per la testa, ormai. Zaccheo faccia le cose serie e solide, se gli riesce, senza fare promesse che non è in grado di mantenere». (* Latina Oggi 13-09-2007)
  1. che bufala Barbareschi e che delusione ! ma le avvisaglie c’erano tutte !!