Latina Calcio, zero gol e rimpianti contro il Lanciano

21/09/2013 di
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Vittoria rimandata a data da destinarsi. Si legge come un cartello, un foglio appeso sul cemento dello stadio Francioni. Il Latina non va oltre lo zero a zero nella sfida di ieri contro il Lanciano. Ed è la seconda volta, consecutiva, in cui i nerazzurri pareggiano senza regalare un urlo di gioia ai tifosi. Era successo sette giorni fa a Cittadella quando Roberto Breda debuttava sulla panchina pontina.

Qualcuno parla già della malattia del pareggio: la pareggite. Non sarebbe affatto male bloccare a un punto le migliori squadre del campionato cadetto. Ma prima o poi bisogna vincere. Il Latina ci ha provato spingendo sull’acceleratore a metà del secondo tempo. Eppure considerando qualche cross da destra e sinistra l’estremo difensore degli abruzzesi non ha mai corso grossi pericoli.

Al triplice fischio dell’arbitro Abbattista di Molfetta il risultato della partita è zero a zero. Come a Cittadella, seconda volta consecutiva. Ma ai punti, sul chiaro stile boxeristico, poteva definirsi sull’uno a uno perché di occasioni ghiotte se ne contano due, una per parte: Negro impegna Sepe con un diagonale destro che per poco non arriva sui piedi di Barraco; De Cecco chiama Cottafava a compiere un miracolo sulla linea deviando il pallone in angolo. Poco altro in tutta la partita. Qualche ciccata di Ghezzal, Crimi come Zidane (così dicono per qualche numero da giocoliere), Ristovski corre come un matto e poi impacchetta la sfera per l’omaggio alla curva, Morrone generoso, diffidato e ammonito, Alhassan che difende, attacca e poi si perde. Poco altro in una partita che bisognava vincere. Lo chiedevano i tifosi, lo chiedeva il presidente Paola Cavicchi e i dirigenti tutti. Lo chiedeva Breda. Ma il risultato non inganni perché il Latina visto ieri è di un altro spessore rispetto a quello confuso osservato durante la gestione Auteri. Il trio difensivo Cottafava, Esposito, Brosco ha limitato gli attacchi di un Lanciano imbattuto nelle prime cinque gare della stagione. Il centrocampo a cinque si è mosso creando spazi e pericoli. Bene Alhassan in fase difensiva anche quando si è trovato a contrastare il gigante Maminho che dalla tribuna tutti hanno assegnato somiglianze con Balotelli. Benissimo Ristovski che si danna l’anima per cercare il gol del vantaggio, corre, fa e disfa. Ma almeno non risparmia la gamba. Bravissimo Crimi all’esordio in nerazzurro. Offre spunti di alta scuola calcistica, addomestica il pallone come se questo fosse un chihuahua e ruggisce da leone alato tatuato sulla maglia.

E poi Morrone, Cejas, Bruno che alzano la diga in mezzo al campo ingaggiando duelli da wrestling con il riccioluto Buchel e il volitivo Paghera. Benino Ghezzal che si fa vedere poco fino al fuorigioco inesistente fischiato dall’arbitro. Poi si arrabbia per il resto della partita. Alla fine si leccano le ferite, si disgustano i rimpianti per questo o quello che si poteva fare. Ma col poi c’è poco da fare. Si comprende, riflette, pensa, aggiusta.

E martedì c’è la trasferta di Padova per la sesta giornata del campionato cadetto. Tre giorni per preparare una sfida che sa di ancora per la salvezza. I veneti di Marcolin resteranno a un punto anche se questa sera devono giocarsi la partita contro l’Empoli giustiziere del Latina all’esordio. Sarà la sfida per capire chi sarà dentro e chi fuori. Sarà la sfida di Marcolin che in estate poteva sedersi sulla panchina nerazzurra oggi occupata dal buon Breda. Sarà la sfida in cui dovrebbero rientrare Milani e Jonathas. E per questo, forse, non sarà la sfida da zero a zero.

  1. Rispetto alla gestione Auteri si è visto qualche timido fraseggio a centrocampo che fa capire che il tasso tecnico non è poi così scarso. Per il resto era più la paura di perdere che la voglia di vincere e poi giocatori come Barraco non devono stare in panchina. 50 punti (quota salvezza) per questa squadra è come scalare l’Everest, considerato che a Latina non si vede una vera punta da anni e far giocare 85 minuti un inguardabile Ghezzal rimane uno dei misteri del calcio!

  2. “Poi si inca…. per il resto della partita e maledice i santi cercandoli per tirargli il pallone addosso”
    queste sono perle da alta scuola di giornalismo.
    O è un tifoso a scrivere il tutto?

  3. Davvero ma chi ha scritto l articolo??gente dei palazzi bianchi amici del famoso personaggio?

  4. Perchè noi tifosi e commercianti delle zone dello stadio siamo costretti a sperare che il Latina retroceda???? Perchè per una partita che si gioca alle 19 bloccano tutte le strade dalle 16????? Perchè solerti vigili decidono autonomamente di spostare le transenne ad un altro incrocio e minacciano i cittadini che non possono rientrare a casa con la spesa? Perchè il Latina è in serie B ed i nostri amministratori No???? Neanche all’olimpico si creano tutti i disagi che sono capaci di creare i funzionari comunali di Latina.Per non parlare dell’arroganza dei nostri vigili