Dossier immigrazione, aumentano gli indiani a Latina

30/05/2013 di
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 Ammontano a circa 615 mila gli immigrati regolari nel Lazio alla fine del 2011, come sottolinea il 22° “Dossier statistico sull’immigrazione”, redatto ogni anno dal centro studi e ricerche Idos, per conto dalla Caritas Migrantes, che fa il punto sullo stato dell’immigrazione regolare e irregolare in Italia e nelle province italiane.

Nello specifico della provincia di Latina, il totale degli stranieri non comunitari ammonta a 20.398 unità, con una forte prevalenza degli immigrati indiani. Il numero degli indiani soggiornanti nella provincia è di 6.191 persone, con un’incidenza sul totale nazionale del 4,2%.

È noto – si legge nel Dossier – come questo gruppo, in larga parte formato da sikh, si sia specializzato nella manodopera in ambito agricolo e sia particolarmente apprezzato nel settore vivaistico”. Nella provincia di Latina l’incidenza dell’agricoltura costituisce il 34,5%, ed è “cresciuta di quasi un punto percentuale rispetto al 2010”, per questo le aziende agricole presenti nel territorio pontino sono alla continua ricerca di personale straniero da impiegare nei campi, soprattutto con contratti stagionali. Ciononostante, rileva il Dossier della Caritas, “va segnalata una tendenza inquietante: quella per cui ad una prima chiamata per lavoro stagionale segue un rapporto lavorativo che scivola quasi ineluttabilmente nel sommerso e nel sottopagato”. Una tendenza sottolineata, a più riprese, anche dalla cronaca locale.

È da rilevare, tuttavia, come, ad un’analisi più approfondita della realtà dei migranti, coloro che si rivolgono agli sportelli operanti sul territorio, si differenzino notevolmente in base ai comuni di residenza. Per esempio, nel comune di Aprilia, secondo i dati dell’associazione “Senza confine”, c’è un progressivo cambiamento dell’utenza con i maghrebini sostituiti quasi interamente da romeni e indiani.

A Cisterna di Latina, gli utenti che si rivolgono agli sportelli per immigrati sono nigeriani, maghrebini, ma anche indiani, filippini e bengalesi. A Norma, invece, ci sono quasi solo nigeriani, mentre a Sezze ci sono romeni, africani e albanesi. Scendendo nella parte sud della provincia, troviamo a Sabaudia una presenza di indiani Sikh, mentre a Gaeta gli utenti principali sono romeni (con il 40 – 50% degli utenti), seguiti da moldavi, polacchi, albanesi. Infine, nel comune di Formia, il 20% degli utenti è romeno, il 16% albanese, il 15% ucraino e il 10% moldavo; seguono con percentuali minori marocchini, polacchi e senegalesi. Viene confermato, così, il dato della numerosa presenza romena in provincia, seguita, però, da una crescita del numero di indiani e nordafricani.

Per quanto riguarda la presenza delle donne, nella provincia di Latina, c’è da rilevare come, “in ragione della sua specializzazione agricola”, la presenza femminile è minore rispetto alle altre provincie laziali, con una percentuale del 43%, a fronte di una media regionale del 51,4%. La distribuzione dell’età degli stranieri in provincia vede una prevalenza dei ragazzi fino a 17 anni (18,2% del totale, secondo le statistiche del 9° Rapporto dell’Osservatorio romano sulle migrazioni), seguito da coloro che hanno tra i 30 e i 34 anni, con il 13,9% del totale. Ben al di sotto del 10% si attestano coloro che hanno dai 45 anni in su.

I motivi che spingono gli immigrati a stabilirsi nel territorio pontino sono lavorativi, in primo luogo, seguiti da motivi familiari e di studio. I permessi di soggiorno rilasciati per motivi lavorativi, nella provincia di Latina hanno un’incidenza maggiore rispetto alle altre provincie del Lazio, attestandosi al 64,5% del totale, a fronte di una media regionale del 56,8%. Ben più distante l’incidenza dei permessi per motivi familiari, che si colloca intorno al 30%, in linea con la media delle altre province.

Un ultimo dato rilevante, sottolineato dall’Osservatorio romano sulle migrazioni, secondo i dati della Banca d’Italia, riguarda le rimesse in denaro che gli stranieri spediscono nei loro paesi d’origine. La provincia di Latina, escluso il caso di Roma, si pone al primo posto con più di 47 milioni di euro, su un totale di oltre 90 milioni, lasciando a molta distanza le altre province laziali.

  1. Oggi sono gli unici ad avere potere d’acquisto in Italia,anche perche’ sono gli unici che lavorano.
    Nei supermercati i loro carrelli della spesa sono sempre pieni,nei western union dove trasferiscono soldi in india fanno la fila(pensate ad un milione d’indiani che mandano la media di 200 euro al mese in india).
    Dormono in 30 dentro un’appartamento,gli indian store crescono a vista d’occhio mentre i negozi degli italiani chiudono.
    IN UNA nota AZIENDA DI FLORICOLTURA locale NE LAVORANO almeno 200,
    tutti a nero a 2,50 euro all’ora e nonostante tutti i controlli che hanno fatto,LA NOTA AZIENDA ancora e’ li’ .

  2. Chi vive a Latina se ne è accorto da tempo dell’invasione indiana ma il problema è che molti sono clandestini o disoccupati… Sono sempre alle pompe di benzina negli orari di chiusura e tutte le sere con quelle rose che di venderti in modo molto insistente e sgarbato in bar ristoranti pub e quant’altro.