Regione, tanti nomi per il toto-assessori di Zingaretti

02/03/2013 di
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Massimiliano Smeriglio di certo. Teresa Petrangolini sorvegliata speciale. Amedeo Piva? È una altra ipotesi più che plausibile. Il trio di punta del comitato elettorale che ha portato alla vittoria Nicola Zingaretti potrebbe entrare per intero nella prossima squadra di governo del Lazio.

E poi, questa è una certezza, il neopresidente non farà mancare in giunta la rappresentanza di Rieti, che in Consiglio manca del tutto (fatta eccezione per il listino Daniele Mitolo).

Zingaretti in questi giorni è al lavoro al Comitato elettorale, intento a formulare ipotesi con i suoi più stretti collaboratori. La proclamazione ufficiale dovrebbe essere attorno al 10 marzo. Entro una ventina di giorni, invece, la nascita della sua giunta. La sarabanda di nomi è già iniziata. Tre le questioni da contemperare: le quote rosa (quattro almeno), la rappresentanza territoriale delle cinque province, l’uso (e non l’abuso, fortemente contestato alla Polverini) di assessori esterni. La presidente del comitato Teresa Petrangolini, ad esempio, copre due caselle su tre: è donna ed è ‘internà (listino). La sua esperienza in Cittadinanzattiva la rende perfetta per una delega alla Trasparenza o alla Semplificazione. Incarichi che, si ragiona, possono inoltre ben convivere con l’attività consiliare, perchè la maggioranza è sì, solida, ma non si può rischiare di far mancare i numeri in Aula. Ecco perchè si dovrebbe dedicare tutto al Lavoro e alla vicepresidenza Smeriglio, coordinatore del comitato ed esponente di Sel. Piva, già responsabile del programma, potrebbe occuparsi del Sociale.

Sarebbe più avanti, nelle ipotesi, di Claudio Cecchini (non eletto nella Civica) assessore provinciale uscente al Welfare.
Anche perchè da Palazzo Valentini sarebbe quasi certamente in arrivo Michele Civita (rifiuti e urbanistica le sue specialità). E dalla Provincia, ‘promossò da dirigente ad assessore, sembra essere quotatissimo Giampaolo Manzella, esperto di Ue e innovazione. Attività produttive per lui?  Assessorato delicatissimo poi quello al Bilancio, specie oggi che le casse piangono: Vincenzo Visco, Piero Giarda, Marco Causi, tutti nomi che sono circolati in queste ore ma che non hanno trovato base per esser più che ipotesi. Tutti nomi però rigorosamente maschili. Qualcuno cita allora, per la giunta,
Cecilia D’Elia, vice di Zingaretti a Palazzo Valentini: «Ma è di Sel, e c’è già Smeriglio» osserva qualcuno. Meglio allora puntare su altre donne, come la pontina Sonia Ricci, la ideatrice di RomaEuropa Monique Veaute o, magari, la ciociara Daniela Bianchi, che ha anche un seggio in Consiglio.

Altrimenti, tra gli esterni, si parla di Anna Paola Concia e Imma Battaglia. L’area veltroniana potrebbe spingere per il ripescaggio di Jean Leonard Touadì, non eletto. Ma a quel punto si aprirebbe una partita con il Pd. In Consiglio infatti sono arrivati dei campioni di preferenze che non possono essere sottovalutati, come Daniele Leodori (per lui forse lo scranno più alto dell’Aula) ma anche il viterbese Enrico Panunzi, che sfiora le 15 mila preferenze e ha il plus di coprire anche la casella provinciale. Ma la massa è a Roma e nella sua provincia: Massimiliano Valeriani, Mario Ciarla, Eugenio Patanè, Marco Vincenzi, Rodolfo Lena per fare alcuni nomi ben sopra i 12 mila voti, che rappresentano le diverse anime
del Pd. Dal comitato di Zingaretti il messaggio che arriva però è: no alla vecchia politica dei bilancini. Con l’onda dell’antipolitica ‘grillinà al suo apice, inoltre, riproporre vecchi meccanismi potrebbe essere suicida. D’altronde, ragiona qualcuno, anche la Pisana offre molte occasioni di valorizzare i giovani dirigenti sbarcati in Consiglio: c’è il ruolo di capogruppo (Valeriani in pole), ma anche le presidenze delle commissioni. Per ora, comunque, solo ipotesi.