Latina, imprese in crisi nera: i dati di Federlazio

07/02/2013 di
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Economia pontina, scendono i numeri delle piccole e medie imprese. A confermarlo sono i numeri dell’indagine congiunturale relativa al secondo semestre del 2012. I dati sono stati presentati questa mattina nella sede di Federlazio, a Latina

“La fotografia sullo stato di salute delle piccole e medie imprese della nostra provincia – ha spiegato il Direttore di Federlazio, Saverio Motolese, nel corso del suo intervento – ci dice che il semestre appena trascorso è stato forse il più duro degli ultimi 50 anni. I dati si confermano negativi su tutti i fronti”. Solo per citarne qualcuno, in questi ultimi sei mesi a Latina la produzione è scesa al –25% rispetto al –20% del 1° semestre; male anche gli ordini passati da un –11% ad un ancora più preoccupante –25%. In una situazione del genere alle imprese pontine non resta che cercare ossigeno rivolgendosi al altri mercati. Le imprese più virtuose sono, infatti, quelle che lavorano con l’estero, che hanno cioè incrementato il loro export verso altri paesi più floridi e fiorenti del nostro.

“Le aziende pontine che lavorano con l’estero, con  l’Unione Europea – continua Motolese – fanno registrare l’unico dato positivo che è un +25% per quanto riguarda il fatturato e un + 33% per quanto riguarda gli ordini. Questo significa che aumenta il numero delle aziende che puntano sull’internazionalizzazione. I piccoli e medi imprenditori della provincia, davanti ad un mercato interno fermo, hanno avuto la prontezza e il coraggio di investire nei mercati esteri con un grande sforzo non solo economico ma anche organizzativo”. Se l’Unione Europea rappresenta il primo mercato verso il quale esportano le nostre azienda, in ripresa è anche il mercato extra europeo che dal –11% registrato nello scorso semestre sale a zero per quanto riguarda ordini e fatturato.

“L’immagine che emerge – ha concluso Motolese – è quella di un malato di lungo corso, arrivato a un bivio; l’ultima cura possibile è solo quella di uno choc elettrico, una scossa per rianimare, per riprendere forza. La nostra è un’ultima chiamata: abbiamo bisogno di sostegno, di una efficace politica di rilancio dell’economia”.

“Siamo purtroppo davanti alla possibilità che si vada verso lo smantellamento delle piccole e medie imprese del manifatturiero e dei servizi che rappresentano il suo indotto – ha precisato il Presidente di Federlazio, Michele Fantasia – La situazione è chiara, sotto gli occhi di tutti e quello emerso dalla congiunturale Federlazio lo conferma. La verità è che stiamo morendo di lavoro e non possiamo permettercelo. E’ sul lavoro che si gioca la sfida della nostra rinascita”.

In questa situazione di profonda crisi per le aziende pontine, quattro sono gli aspetti che per Federlazio, in qualità di associazione di categoria a sostegno dei piccoli e medi imprenditori, diventano prioritari e assolutamente non più rinviabili: la ripresa degli investimenti, che deve essere immediata per la crescita del mercato; la creazione di nuovi cantieri con la formula degli appalti a Km zero, come già succede in altre parti d’Itali, per dare una boccata d’ossigeno alle PMI e rimettere in moto il motore economico della nostra provincia; la riattivazione della patrimonializzazione dei Confidi; la promozione dell’internazionalizzazione facilitando il percorso che le aziende devono fare per conoscere altri mercati e farsi conoscere all’estero.

  1. Giustissima la foto della situazione attuale…purtroppo però c’è un cancro che non si riesce a debellare…e cioè il rapporto della PA con le aziende…non tutti esportano, molti vivono di una realtà locale e hanno necessità di interventi da parte dello stato: primo la riapertura al credito con tassi paragonabili ai francesi o ai tedeschi, secondo la velocità con cui riscuotere ( non è affatto vero che abbiamo recepito la normativa europea, i soldi ancora arrivano dopo 240 giorni circa), creare allo stesso tempo mezzi per compensare i crediti vantati con la PA e i debiti verso la stessa( iva, inps e tasse varie), terzo ridurre drasticamente la spesa pubblica della la politica indirizzando il risparmio con una linea di microcredito. Detassare totalmente per almeno 3 anni le nuove assunzioni. Semplificare le normative ed eliminare molte tasse inutili che servono solo per fare cassa.Tutto questo però purtroppo non sarà fattibile se non cambierà la realtà politica nazionale…speriamo che a marzo si riattivi un pò la ruota, altrimenti non vedo oltre il 2013 per la sopravvivenza del nostro caro paese.

  2. crisi ???
    perchè c’è crisi????????
    tutto tutto niente niente
    il vs cetto lachiunque

  3. l’analisi di Federlazio denota la scoperta dell’acqua calda……. quanto è costata questa “ricerca” che ha messo in luce verità epocali ??

  4. @diego concordo in parte con quanto dici. É anche vero che molte imprese negli anni passati hanno investito poco in innovazione di processo e di prodotto. Esempio: quante imprese edili si sono convertite al mercato delle ristrutturazioni energetiche (che nonostante la crisi con gli incentivi del 55% ha retto)? Poche. Quante hanno puntato allo sviluppo turistico, e fatto magari pressione perché ci fossero strutture che lo aiutassero? Poche.

    La classe politica locale é pietosa, ma anche gli imprenditori hanno le loro responsabilità.

  5. @ cittadino di latina…investimenti?a che condizioni?a me nel 2011 hanno concesso 2000 euro di fido al 14,5%…un prestito di 15.000 con garanzie costosissime e la polizza da 900 euro sulla vita come garanzia…erogato 13.200…più gli interessi sulle rate…poi…il nulla…con fatturati dimostrati nessuna cessione del credito se non con una banca che mi costa il 7.5 a fattura più atto notarile, questo perché la pa mi paga a 240 giorni…e dici che è colpa degli imprenditori???