CONTROLLAVANO IL MERCATO ORTOFRUTTICOLO, 70 ARRESTI

10/05/2010 di

Sessantotto ordinanze di custodia cautelare, sequestri di beni per 90 milioni di euro, tra aziende, appartamenti, terreni, conti bancari e una flotta di automezzi commerciali. Provvedimenti eseguiti tra la Campania, il Lazio e la Sicilia. È il bilancio di una operazione della Dia e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha fatto luce sul controllo del trasporto e la gestione del mercato ortofrutticolo attuato da un cartello di clan della camorra, della mafia e della ‘ndrangheta.

Le indagini, condotte dai pm della Dda Cesare Sirignano, Francesco Curcio e Ivana Fulco, si sono avvalse anche della collaborazione di due collaboratori di giustizia: Felice Graziano, capo dell’omoniMo clan di Quindici (Avellino) e di Carmine Barbieri, già «uomo d’onore» della famiglia Madonia di Gela e definito dagli investigatori di «elevatissimo spessore». Nel mirino degli investigatori i clan camorristici dei Casalesi e Mallardo alleati con le famiglie mafiose dei Santapaola-Ercolano.

Tra gli arrestati anche Paolo Schiavone, 27 anni, cugino del boss casalese Francesco Schiavone, soprannominato Sandokan. Gli uomini della Dia lo hanno catturato nel porto di Napoli di ritorno dalla luna di miele trascorsa su una nave da crociera. Gli inquirenti hanno accertato che l’organizzazione imponeva il monopolio ai commercianti ed agli autotrasportatori di prodotti ortofrutticoli in tutto il centro-sud Italia, con la conseguente lievitazione dei prezzi della frutta. I capi delle organizzazioni camorristiche e mafiose si riunivano nella sede di un’azienda di trasporti del Casertano per decidere le strategie e le alleanze. La Dia ha inoltre sequestrato nel corso di perquisizioni un gran numero di armi provenienti dalla Bosnia. La Coldiretti stima che anche per effetto della malavita organizzata i prezzi di frutta e verdura dal campo alla tavola triplicano con rincari anche del 200 per cento. E il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso per spiegare il sistema di alleanze tra cosche per il business derivante dal settore ortofrutticolo ha parlato di «federalismo mafioso».

Grazie agli accordi tra clan della Campania, della Calabria e della Sicilia, i Casalesi hanno ottenuto il monopolio del trasporto dei prodotti ortofrutticoli in gran parte d’Italia. Ne conseguono quelle che Grasso ha definito «cose impensabili». Ad esempio, per essere impacchettate, le fragole vengono inviate da Vittoria, in Sicilia, a Fondi nel basso Lazio; da lì vengono poi distribuite in tutto il Sud Italia e a Milano, con conseguenze sui prezzi enormi. «Con questa operazione viene accertato un collegamento operativo tra i Casalesi e Cosa Nostra nel settore del trasporto della frutta. È un’altra grande operazione della Polizia contro il sistema di criminalità che, ogni giorno, viene colpito duramente», ha dichiarato il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Anche il ministro della Giustizia, Angelino Alfano ha espresso soddisfazione per l’esito dell’operazione: «Gli uomini delle istituzioni, dal governo al Parlamento, dalla magistratura alle forze dell’ordine, tutte insieme a formare una grande squadra,chiamata Stato che continua a vincere contro la criminalità organizzata»

PD: COMUNE DI FONDI ANDAVA SCIOLTO – «Dopo l’operazione portata a termine oggi contro l’alleanza tra camorra e mafia nella gestione dei mercati ortofrutticoli del Centro Sud, tra i quali quello di Fondi, il ministro Maroni farebbe bene ad ammettere che il governo ha fatto un bel favore a tutte le organizzazioni criminali decidendo di non sciogliere il comune di Fondi. L’operazione di oggi conferma che quello scioglimento andava fatto per troncare i legami tra le mafie e il fitto reticolo di affaristi in contatto con la politica. Senza quella scelta, le relazioni delle mafie sono state messe al sicuro. Anzi, a Fondi sono tornate a comandare». Lo ha detto Laura Garavini, capogruppo del Pd nella commissione parlamentare Antimafia.

FAZZONE – “Un plauso convinto alle forze dell’ordine, agli inquirenti e al ministro Maroni. Un altro durissimo colpo alla mafia e alla camorra è stato inferto, per di più in un settore di primaria importanza in particolare per l’economia del centro-sud”. Lo dichiara il senatore del PdL Claudio Fazzone. “Dispiace solo – prosegue – che nel giorno in cui l’antimafia dei fatti del governo fa registrare l’ennesimo successo, qualche esponente della sinistra abbia perso una buona occasione per tacere e si sia profuso ancora una volta in dichiarazioni strumentali contro la città di Fondi, volte a disgregare una intera comunità, a diffamare un’amministrazione di persone perbene elette democraticamente dal popolo e a colpire una struttura importante come il mercato ortofrutticolo, dove lavorano operatori onesti che soffrono la crisi e il momento di grande difficoltà in cui versa il comparto agroalimentare. Respingiamo dunque al mittente le illazioni della sinistra che vorrebbe coinvolgere la città di Fondi nelle attività criminose di soggetti estranei al territorio, che giustamente sono stati colpiti e che io stesso alcuni anni fa segnalai alle forze dell’ordine. E invitiamo questi maestri della speculazione a venire un mese in vacanza a Fondi: scoprirebbero una comunità onesta, laboriosa e soprattutto – conclude Fazzone – stanca delle strumentalizzazioni politiche che rischiano di minare il suo futuro”.

POLVERINI, BENE OPERAZIONE DIA SU CONTROLLO COMPARTO ORTOFRUTTA  – «Un’importante battuta d’arresto alla malavita». Lo dichiara il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, commentando l’operazione che ha portato all’arresto numerosi esponenti di clan camorristici e mafiosi ed esprimendo «apprezzamento per l’operato delle forze del’ordine e della magistratura. Il comparto dell’ortofrutta è rilevante nel Lazio che vanta uno dei mercati più grandi d’Europa». «Da parte della Regione – continua – sarà massimo l’impegno a tutela dei cittadini e delle realtà produttive, anche attraverso una nuova politica regionale per la sicurezza che guardi alla realizzazione di un sistema integrato con il coinvolgimento delle autorità locali».

PEDICA (IDV), A FONDI CONFERMATO CIÒ CHE DICEVO – Il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, grande accusatore dell’amministrazione comunale di Fondi, trova una conferma alle sue tesi nella relazione della Dia e del prefetto Frattasi dalle quali, secondo Pedica, emerge che il mercato ortofrutticolo di Fondi è sotto il controllo della camorra. Pedica ricorda anche che il prefetto è stato «pi— volte osteggiato da noti esponenti politici del centro destra locale». Il senatore afferma che il fenomeno da lui denunciato assume dimensioni ancora maggiori nella relazione della Dia e del prefetto Frattasi. Secondo Pedica il ministro Maroni e tutto il governo «dovrebbero sentirsi ancora più colpevoli perch‚ con il loro silenzio e la loro omert… hanno permesso che la mafia e la camorra prosperassero nel comune di Fondi. Dovrebbero farsi un esame di coscienza tutti quegli amministratori locali che hanno sempre negato l’esistenza della mafia nel sud pontino. Non siamo dinanzi ad un risultato politico, ma al successo della magistratura e delle forze dell’ordine che continuano a lavorare senza avere neanche i soldi della benzina. Ero certo che il caso Fondi non finiva con il voto anomalo delle amministrative. Ora sono serviti e – conclude Pedica – sono certo, si accoderanno (senza averne titolo) al coro di coloro che plaudono al successo dell’operazione di oggi».

  1. e’ Fazzone… ora ha la faccia tosta di fare persino i complimenti a Maroni
    ndr Maroni non lo chiamava nemmeno per nome, ma lo etichettava con “quella persona”. non aggiungo altro..

  2. di Andrea Cinquegrani

    L’ombra delle cosche sul voto di marzo? Il peso del clan dei Casalesi sulla prossima consultazione amministrativa? Sono in parecchi a pensarlo, tra Lazio e Campania, soprattutto lungo il litorale domiziano che da Castelvolturno porta sino a Formia e poi al Circeo, bellezze sfigurate in decenni di malgoverno e malavita super organizzata che ha macinato milioni di euro, inghiottito vite nel cemento, avvelenato il territorio.

    Due grandi elettori del candidato di casa Pdl, Renata Polverini, hanno non poche gatte giudiziarie da pelare. Si tratta del senatore berlusconiano Claudio Fazzone, dominus incontrastato di Fondi e dintorni, e di Romolo Del Balzo, consigliere regionale uscente e numero uno del consiglio comunale a Minturno, altro presidio delle truppe del Cavaliere a ridosso del Garigliano. Sono coinvolti in due inchieste al calor bianco avviate dalla procura di Latina su una serie di fatti e misfatti, appalti e raccomandazioni: uno dei bubboni, quello della sanita’, in comune tra Fazzone e Del Balzo.

    Fazzone chi? Uno che di strada ne ha fatta davvero parecchia. Da autista a uomo di fiducia per vip, fino a politico di rango e capace di dettare i destini regionali. Il suo nome, per la prima volta, fa capolino tra le pagine del volume