GIUNTA POLVERINI, UDC VERSO DUE ASSESSORATI

09/05/2010 di

Sono ore decisive per affrontare i nodi tra la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il Pdl e l’Udc, ora fuori dalla giunta all’appoggio esterno. I tempi stringono: il 12 maggio bisognerà eleggere il presidente del Consiglio regionale, e sarà quello il banco di prova per la tenuta della coalizione. I centristi però tengono duro. I numeri in Aula, che con loro fuori dalla maggioranza danno a Polverini una maggioranza risicata, li spingono a non cedere: «Noi non abbiamo fatto proprio nulla, è la Polverini che non ha rispettato gli accordi, è un problema suo – è sceso in campo oggi Pier Ferdinando Casini – Noi abbiamo stipulato patti che non sono stati rispettati. Non siamo accattoni, che ci tengono buoni con un assessorato o due… Avevamo un accordo e chiediamo che venga rispettato».


Parole dure, che fanno riferimento ai patti pre-elettorali con la ex sindacalista (che prevedevano tre posti e la vicepresidenza) ma che sembrano anche togliere spazi alla controproposta della governatrice, che invece vorrebbe chiudere in fretta includendoli in giunta per assicurarsi serenità amministrativa: due assessorati, la vicepresidenza del Consiglio regionale e tre o quattro presidenze di commissione la sua offerta. Dopo l’affondo di Casini, la governatrice nel pomeriggio ha telefonato a Cesa, che ha però ribadito la via della fermezza: non ci sono accelerate nè frenate, Polverini vada avanti col programma, per ora è appoggio esterno con la possibilità della vicepresidenza della Pisana e le commissioni.

Il discorso giunta dunque resta aperto, e a pesare è ora soprattutto il sesso dei possibili assessori centristi: l’Udc vorrebbe piazzare due uomini (forse Ciocchetti e Forte). Polverini sarebbe invece più propensa a concedere un uomo e una donna per non intaccare in modo drastico gli equilibri della giunta. I maschi, infatti, non possono da Statuto regionale superare il numero di 11, già raggiunto, e, a meno di cambiare la Carta (un’ipotesi al vaglio), l’uomo che Polverini potrebbe ‘sacrificarè sarebbe l’Ugl Stefano Cetica (avrebbe un prestigioso ruolo extragiunta).

Due uomini Udc però costringerebbero un altro Pdl a fare un passo indietro, presumibilmente un ex Forza Italia, perchè gli ex-An appaiono oggi blindati. Al massimo, per loro, si parla di un inevitabile turn-over delle deleghe: i nomi che circolavano nelle scorse ore per gli spostamenti interni erano quelli di Luca Malcotti (al Bilancio) ma anche di Fabio Armeni che a parità di vicepresidenza potrebbe passare al suo posto ai Lavori pubblici lasciando l’Urbanistica ai centristi, anche se quest’ultima ipotesi appare più lontana (più vicina all’Udc l’influente delega al Personale). Una prospettiva che comunque non è vista di buon occhio dal partito di maggioranza, in particolare dalla componente azzurra.

Polverini però ha già perso la pazienza, e vuole prendere in mano la situazione, Pdl o non Pdl: in fondo, sarebbe il suo ragionamento, questo garbuglio non l’ho voluto io. E, decisa, negli scorsi giorni avrebbe anche battuto il pugno sul tavolo minacciando dimissioni. In serata, per fare il punto della situazione c’è stato un incontro tra la Polverini, il sindaco Alemanno e il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, nella sede della Fondazione Nuova Italia. A quanto si dice potrebbe essere la giunta comunale, a settembre quando è previsto un allargamento-rimpasto, a fare da camera di compensazione per gli equilibri del Pdl romano. «Renata ci ha illustrato la situazione attuale. Si spera sia tutto a posto per il 12 maggio», ha detto Alemanno al termine della riunione. «Rispetteremo gli impegni. Non so ancora bene i tempi ma l’Udc entrerà in giunta. Renata Polverini ha lasciato dei posti liberi», ha aggiunto Gasparri. «Se ci sono le condizioni – ha chiosato la Polverini – da parte nostra e dell’Udc per farlo entro il 12 maggio credo sia la soluzione più auspicabile».