Un battello elettrico per navigare sui canali di bonifica

Il Polo per la mobilità sostenibile di Cisterna (Pomos) lancia il primo battello fluviale elettrico per la navigazione dei canali pontini. L’ideazione e la supervisione sono del professor Fabio Massimo Frattale Mascioli, responsabile scientifico del Pomos; progettista capo è l’ingegnere Stefano Nardecchia.
L’iniziativa rientra nel progetto «Pianura blu, le vie dell’acqua della regione pontina», nato da un’idea dello scrittore Antonio Pennacchi che prevede la navigabilità dei maggiori fiumi e canali di bonifica dell’Agro Pontino, per una percorribilità complessiva di oltre 300 chilometri.
Costa 40.000 euro di materiali ed è stata realizzata con fondi propri, l’aiuto per il 30% delle imprese del partenariato e il sostegno della Camera di Commercio di Latina. Il natante misura 6,5 per 2,5 metri, la «chiatta» è dotata di un tendalino con un sistema fotovoltaico di ultima generazione ed è predisposta per l’allaccio di una serie di sensori in grado di monitorare la qualità delle acque.
«È una specie di casetta mobile – commenta Mascioli al Messaggero – ed è solo l’inizio. L’idea è quella di mettere insieme un sistema turistico che sfrutti le vie fluviali. Il battello è in grado di trasportare nove persone, l’idea è quella di costruire una piccola flotta di tre tagli, il più grande potrebbe trasportarne venti». Il primo obiettivo del progetto è la praticabilità dei fiumi pontini nel quadrilatero che comprende il Cavata, il Ninfa, l’Astura a nord e l’Ufente a sud.
Credo sia una delle poche idee nuove degli ultimi anni.
L’assenza di “regie” pubbliche mi lascia ben sperare.
Gli imprenditori che ci credono investano.
Speriamo bene.
Bello, molto bello. Speriamo abbia un futuro.
Redazione, ci potete mettere una foto del prototipo?
…Speriamo che non rubano l’idea al GRANDE Saverio D’Ottavi che porta avanti il Progetto “Latina Navigabile”!!!
sai che tour nei canali della bonifica tra monnezza galleggiante zoccole e nutrie, senza contare le puzze nausebonde che a volte appestano lunghi tratti dei canali e fiumi, la navigabilità sarebbe e potrebbe essere un buona idea turistica ma visto lo stato di manutenzione e conservazione delle opere idrauliche di bonifica mi sembra il solito spot in campagna elettorale.
Per la città esiste la versione fogna. I canali di scolo sono altamente navigabili per i liquami puri e profumati che la inondano… e poi si fanno tanti incontri noti: i pifferai fascisti………..
Il tour nelle case degli zingari.
Sul Messaggero on-line nella cronaca di Latina, c’è la foto del prototipo presentato dall’ing. Nardecchia.
progetto copiato pari pari dal mio “Rive del Sisto” che il sottoscritto ha presentato lo scorso anno a Sabaudia.
Ora in campagna elettorale i pifferai ci danno sotto…….. in effetti a “Canale Mussolini” ora circolano motoscafi, gondole, del partito delle libertà… fanno i rutti con le sirene …. hanno portato i loro velieri quà, fanno gincane e vengono applauditi dai sorcini pontini…….. o nò?…. E’ il re nudo……. quindi fate i cortigiani………oh gente…….
scusate ma non vorrei sembrarvi scettico ne disfattista, ma prima di costruire il battello hanno verificato la navigabilità dei canali e fiumi? Perchè da questo articolo e quello del Messaggero si parla di fiume Cavata Foro Appio-Terracina, sono sicuri che il canale Linea Pio lungo Appia sia navigabile con un natante di quelle dimensioni? Tra le piene o secche stagionali ponti bassi e chiuse sarà difficile se non impossibile arrivare a Terracina!
Forse attraverso l’Ufente potranno arrivarci a Terracina ma dal Foro Appio di Borgo Faiti come si arriva all’Ufente? Caricano la barca sulla macchina per calarla dove?
Qualcuno ha la planimetria con i percorsi fluviali?
…magari il desiderio di fare gli innovatori potrebbe renderci ciechi di fronte a elementi contrari di tipo macroscopico…però, forse, non riusciamo a raggiungere un livello di sprovvedutezza così elevato come quello evidenziato… in ogni caso, chiunque ha idee in proposito è benvenuto e può trasmettercele! PS: i battelli navigano anche nei laghi e nelle zone di mare costiere….senza dover buttar giù niente…
@ Fabio Massimo, le mie sono critiche costruttive non giudizi negativi, l’iniziativa della navigabilità è molto apprezzabile, ho percorso diversi canali e fiumi in canoa la fatica e difficoltà sono state in parte ricompensate dalla bellezza del territorio, ma non prima di aver studiato a tavolino le caratteristiche naturalistiche e storiche del territorio prima e dopo la bonifica integrale.
Come accennavo le difficoltà incontrate percorrende le vie d’acqua con un “guscio di noce” sono state tante a volte impreviste, risolte con prontezza di riflessi ed esperienza, quindi trasportare turisti dalle più disparate caratteristiche su di un battello in acque fluviali apparentemete placide è un rischio non di poco conto attraverso una fitta rete di canali primari e secondari utilizzati dal C. di Bonifica senza preavviso, sopratutto da balordi che abusivamente scaricano sostanze inquinanti nelle acque provocando esalazioni irrespirabili, trovarsi quintali di pesci morti in putrefazione, incontrare rifiuti solidi a pelo d’acqua appena visibili ma ostacoli quasi insormontabili, oppure carogne di grossi bovini galleggianti in decomposizione.
Verificare le condizioni di decine di chilometri di canali prima di salire a bordo con i turisti è cosa impossibile, immagina le conseguenze se si verificassero quegli imprevisti.
Cinico allora ci saremo sicuramente incontrati! Ho percorso il Cavata, Ninfa, Selcella, Acque medie ed Alte ed altri canali minori comunque interessanti, sopratutto il diversivo Ufente zona laghi Gricilli, Amaseno, effettivamente di problematiche legate alla fruizione turistica c’è ne sarebbero parecchie, oltre a quelle elencate da te ne ho riscontrate delle altre come la pulizia delle sponde ed argini con i pro e contro, se non vengono puliti diventano difficilmente praticabili con una canoa figuriamoci con natante di quelle dimensioni, oppure se puliti sparisce la tipica flora e fauna, a questo punto cosa vedono i turisti?
….quanto dite ci fa molto piacere. Non si può però in questa sede riportare in dettaglio tutte le fasi di studio di un progetto molto articolato e complesso. Ma mi piacerebbe poter distinguere lo sviluppo tecnico del mezzo con quello che può essere il suo utilizzo ottimale in un territorio. Nel primo caso, stiamo portando a termine la realizzazione del prototipo. Nel secondo, ci possiamo avvalere (per quanto riguarda il territorio pontino) di tutte le esperienze già effettuate e del parere/consiglio di chiunque abbia cose da dire (sensate…). Se pertanto ritenete di poter dare un contributo collaborativo, vi invito a contattarci.
PS: non si fanno le cose “a dispetto dei santi”. La prima motivazione di un progetto territoriale è che il territorio sia pronto a recepirlo…altrimenti non lo si fa o lo si fa da un’altra parte!…semplice.