PDL LAZIO: NO ALLE CORRENTI, MA INTANTO LATINA CADE E FAZZONE DISERTA

17/04/2010 di

Circa tre ore di coordinamento regionale, dalle 16 alle 19 ieri sera, per definire attorno a un tavolo l’assetto del Pdl Lazio che verrà e che, con l’elezione di Renata Polverini, si appresta a governare la Regione. Un Pdl che, come ha auspicato qualcuno, «possa uscire dal gioco del correntismo» chiedendo «luoghi di confronto nel partito».


Più collegialità, insomma, e «basta col partito delle tribù», anche nella formazione della nuova giunta regionale. E se, come era prevedibile, la questione del caos liste che ha portato all’esclusione della compagine romana è stata posta, a essere al centro della questione ora sarebbe più il ruolo da attribuire, per il futuro, a quei dirigenti che le ben note vicende hanno lasciato fuori dall’Aula della Pisana.

Esponenti politici spesso di lungo corso che, giunta o non giunta, ci tengono oggi a far sentire il loro peso. Anche perchè, si è anche detto, inevitabilmente «la non presentazione della lista è un vulnus che rimarrà per altri 5 anni» in un Consiglio che sarà chiamato a decidere su questioni fondamentali come, ad esempio, il Piano rifiuti ma che rischia, come qualcuno l’ha definito, di essere «un’anatra zoppa».

Ecco perché da più parti, ma in particolare dagli ex An, sarebbe emerso l’auspicio di un «luogo di discussione politica», se non proprio di una vera «cabina di regia per un rapporto organico con la Polverini» dove la linea venga discussa «nel dialogo e nella discussione», perché, come spiegherà qualcuno dopo la riunione, «un Berlusconi va bene, ma tanti sono una rovina».

E il luogo dovrebbe essere il coordinamento regionale stesso: «Direi che la riunione è andata bene – ha commentato il coordinatore laziale Vincenzo Piso al termine del tavolo – abbiamo parlato essenzialmente di partito, della configurazione che vogliamo darci. Abbiamo messo il coordinamento a disposizione di chi volesse dialogare con la Polverini». Insieme a Piso, che ha aperto la seduta, tutti i principali dirigenti locali, dal coordinatore vicario Alfredo Pallone al coordinatore romano Gianni Sammarco con il vice Luca Malcotti ma anche deputati come Fabio Rampelli e Marco Marsilio, e il sottosegretario Vincenzo Giro. Per la provincia di Roma il coordinatore Francesco Lollobrigida, Cicchetti e Cicolani per Rieti, Adriano Roma per Frosinone.

Grande assente, però, il leader pontino Claudio Fazzone protagonista dello scontro interno a Pdl che ha portato alla caduta del sindaco Zaccheo a Latina, proprio per una guerra tra correnti: ex An contro ex FI.

Al tavolo anche quei consiglieri uscenti più interessati a un chiarimento politico, come Vincenzo Saraceni, Fabio Desideri e Donato Robilotta, quest’ultimo tra i più convinti sostenitori della necessità di «un nuovo corso per il Pdl Lazio». «Nella riunione – ha spiegato ancora Piso – è stata chiesta inoltre l’apertura della stagione dei congressi. Se ne parlerà probabilmente dopo l’estate. Lollobrigida, inoltre – ha ancora riferito Piso – ha chiesto di prestare particolare attenzione all’Udc» che non può avere un «doppio passo» tra Regione e alcuni enti locali. Sulla riunione, comunque, pesava l’ombra delle vicende nazionali, quel dissidio Berlusconi-Fini che rischiava oggi di complicare ulteriormente un tavolo già di per sè complesso: nessuno, a quanto pare, avrebbe preso però posizione per l’uno o per l’altro dei contendenti, ma anzi l’auspicio comune sarebbe l’unità del partito. Una posizione condivisa «anche dagli ex An».