AIELLI LASCIA IL PD: PARTITO VOTATO A PERDERE

06/04/2010 di

Dopo i contrasti interni al Pd di Latina, il consigliere comunale Alessandro Aielli lascia il partito inviando una lettera al presidente del Consiglio comunale, al sindaco Zaccheo e ai vertici del partito: Bevilacqua, De Marchis, Mazzoli e Mansutti. Questa la lettera integrale.

USCITA DAL PD E DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA IN CONSIGLIO COMUNALE

di ALESSANDRO AIELLI

“I contrasti insanabili insorti in seno al Partito Democratico mi impongono di uscire dal partito riconsegnando la tessera al Segretario politico Comunale che legge per conoscenza. Non sto qui a dire il perché e come si sia arrivati a tanto, d’altro canto è abbastanza chiaro ormai: questo PD, votato a perdere non tanto per incapacità (che già sarebbe grave) quanto per mancanza di volontà di una classe politica dirigente locale attenta solo ai particolarismi e priva di un orizzonte politico più ampio, non è il PD in cui ho creduto e di questo passo, quel PD, non nascerà mai.

Nel disastro generale che si è determinato anche nelle ultime elezioni regionali con una nuova (l’ennesima) cocente sconfitta determinata proprio dalla estrema debolezza del PD in questa provincia, mi sarei aspettato uno scatto d’orgoglio, un’assunzione di responsabilità e la presa d’atto della necessità di azzerare i vertici locali del partito, compreso il capogruppo in consiglio comunale.

Sul capogruppo c’è da spendere una parola a parte perché egli, con un’opera pervicace e meticolosa, non riunendo praticamente mai il gruppo, con una gestione a dir poco fallimentare, ha pezzo pezzo smontato e quasi distrutto una compagine consiliare che si è ridotta da subito al lumicino perdendo proprio i tre esponenti più rappresentativi dei sette iniziali (almeno stando ai risultati elettorali, se nono questi che contano). Ancora oggi egli si “incarta” su se stesso e dimostra tutta la sua inconsistenza politica privando il sottoscritto, con un atto di imperio arrogante e misero allo stesso tempo, della partecipazione alle commissioni consiliari più importanti, quella dell’Urbanistica e dei Lavori Pubblici, non considerando che quelle commissioni mi sono state attribuite non da lui ma dall’elettorato nel momento in cui ha indicato nel sottoscritto il consigliere più votato del centro-sinistra nel comune capoluogo. Il suo è un atto non contro di me ma contro l’elettorato. Ma in questo PD evidentemente funziona così: chi prende i voti va punito, non premiato e gli ultimi diventano i primi.

Nonostante questo disastro che è sotto gli occhi di tutti e che ha portato addirittura alla sconfitta nel Lazio, mai una resipiscenza, mai un riconoscimento del male compiuto ad un partito appena nato, mai un gesto anche minimo di ravvedimento rispetto agli errori, sebbene marchiani e spropositati, commessi. Anzi, i primi commenti del Segretario Provinciale sono quelli di una sostanziale tenuta del partito e di un’esigenza di continuità senza bisogno di alcun cambiamento.

No, in questo PD credo non ci sia proprio spazio per chi ha voglia di fare politica seriamente, pur con la fatica e il sacrificio che richiede un territorio difficile come quello pontino per il centro-sinistra.

Perché dunque mi attardo in queste considerazioni se già ho deciso di uscire? Perché amo la politica e la considero una cosa troppo seria ed importante e mi piacerebbe che le cose che ho detto potessero servire, con gli opportuni provvedimenti, ad evitare che altro male venga fatto alla politica, oltre a quello commesso al PD, da certi personaggi.

Esco dal partito, esco dal Gruppo Consiliare e faccio presente la mia dichiarazione di indipendenza in seno al Consiglio Comunale, in attesa di definire un percorso politico che mi ricondurrà, in tutta coerenza, alle origini della mia militanza politica che sono nella Democrazia Cristiana prima, nel Partito Popolare Italiano poi, ne La Margherita fino alla confluenza nel PD”.

  1. Premetto che le lettere aperte non mi piacciono: sono tanto carine quelle “chiuse” che magari allontanano dalla ribalta mediatica ma fanno discutere un po’ di pi

  2. “I contrasti insanabili insorti in seno al Partito Democratico…” si dice !