Open Day contro le leucemie in ricordo di Alessandro Laganà

Giovedì 15 novembre, con una serie di importanti iniziative che avranno luogo presso la sede di Latina della Facoltà di Medicina, in corso della Repubblica, sarà ricordata, a quattro anni dalla prematura scomparsa, la figura di Alessandro Laganà, brillante avvocato che ha lasciato un segno indelebile nel cuore della città e di tantissimi amici e colleghi.
Dalle ore 14, i laboratori di ricerca biomolecolare ed ematologica del polo pontino della “Sapienza” saranno aperti ai cittadini nel quadro dell’iniziativa “Open Day della Ricerca Scientifica contro le Leucemie”, organizzata dall’Associazione “Alessandro Laganà” Onlus e dal Dipartimento di Ematologia Universitaria.
Tutti gli interessati saranno accolti dai docenti e dai ricercatori universitari che ogni giorno, a Latina, portano avanti studi avanzatissimi per individuare le più efficaci terapie contro le malattie del sangue. I professori Marella Maroder, Giuseppe Cimino e Clara Nervi, insieme ai loro collaboratori, condurranno i visitatori in un percorso guidato all’interno delle aule e dei laboratori di ricerca, per illustrare i progetti di studio avviati nella Facoltà di Medicina del polo pontino della “Sapienza”.
Alle ore 16 è prevista la visita ai laboratori del Magnifico Rettore prof. Luigi Frati, del Sindaco di Latina avv. Giovanni Di Giorgi, del prof. Carlo Della Rocca e del presidente dell’Ordine degli Avvocati Giovanni Malinconico, insieme alle più alte autorità accademiche ed istituzionali della provincia di Latina.
Alle ore 16,30, nel corso di una solenne cerimonia, sarà consegnato al professor Giuseppe Avvisati, docente di ematologia presso il Campus Bio Medico di Roma, il “Premio Alessandro Laganà 2012 per la lotta contro le leucemie”. Il prestigioso riconoscimento viene conferito ogni anno ad una eminente personalità del mondo accademico o istituzionale che si è particolarmente distinta per il contributo reso nel contrasto alle malattie del sangue.
«Con questo evento – ha spiegato Giovanni Sillitti, presidente dell’Associazione “Alessandro Laganà” Onlus – vogliamo far sentire ai giovani ricercatori ed agli illustri docenti a cui sono legate le nostre speranze per la definitiva sconfitta delle leucemie, tutto il calore della città di Latina».
Bella Giornata in Memoria di Alessandro, ma potrà diventare MERAVIGLIOSA solo se le personalità scientifiche che interverranno, riconosceranno che la chemioterapia usata da decenni per combattere il cancro in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende ‘immune’ il tumore a ulteriori trattamenti.
La scoperta, “del tutto inattesa”, è stata pubblicata sulla rivista “Nature” ed è frutto di uno studio statunitense sulle cellule del cancro alla prostata tesa ad accertare come mai queste ultime siano così difficili da eliminare nel corpo umano mentre sono estremamente facili da uccidere in laboratorio.
Sono stati analizzati gli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata.
Sono state scoperte “evidenti danni nel Dna” nelle cellule sane intorno all’area colpita dal cancro.
Queste ultime producevano quantità maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali.
La scoperta che “l’aumento della WNT16B…interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali…era del tutto inattesa”, ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle nello stato di Washington.
La novità conferma tra l’altro un elemento noto da tempi tra gli oncologi: i tumori rispondono bene alle prime chemio salvo poi ricrescere rapidamente e sviluppando una resistenza maggiore ad ulteriori trattamenti chemioterapici.
Un dato dimostrato dalla percentuale di riproduzione delle cellule tumorali tra i vari trattamenti. “I nostri risultati indicano che il danno nelle cellule benigne può direttamente contribuire a rafforzare la crescita ‘cinetica’ del cancro”, si legge nello studio che, hanno spiegato i ricercatori, ha trovato conferma anche nei tumori al seno e alle ovaie.
Ma la scoperta potrebbe aprire la strada allo sviluppo di un trattamento che non produca questo dannoso effetto collaterale della chemioterapia: “Per esempio un anticorpo alla WNT16B, assunto durante alla chemio, potrebbe migliorarne la risposa uccidendo più cellule tumorali. In alternativa si potrebbero ridurre le dosi della chemio”.
:((((( che tristezza!!! ma se consigliano di farle con quale coraggio tirarsi indietro???e soprattutto quali sarebbero le alternative….ci sono?
Un plauso particolare lo faccio a Dario, fratello di Alessandro, che si è sobbarcato di tutta una serie di organizzazioni per far riuscire nel migliore dei modi questa manifestazione in memoria di suo fratello.