Lo studio nascosto: arsenico nell’acqua e il boom di tumori mortali a Latina

20/10/2012 di
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Si muore per colpa dell’arsenico contenuto nell’acqua potabile della Regione Lazio. «Dal 1990 al 2009 la contaminazione superiore ai 20 microgrammi/litro ha causato plausibili effetti sulla salute nelle popolazioni residenti. Con un eccesso di mortalità per tutte le cause, soprattutto tumori del polmone e della vescica negli uomini per i cittadini della provincia di Viterbo». A stabilirlo sono i dati della prima indagine “Valutazione epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”, realizzata dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio (Ssr).

Uno studio pronto da aprile scorso e da allora mai presentato al pubblico. A rendere noti questi dati allarmanti ci ha pensato l’Ordine provinciale dei medici di Viterbo, col vicepresidente Luciano Sordini e Antonella Litta dell’associazione Medici per l’ambiente.

Lo studio ha registrato gli effetti nel tempo dell’arsenico sulla salute delle popolazioni residenti in 91 comuni della Regione, sottoposti negli ultimi 10 anni a regime di deroga per i livelli di arsenico nelle acque destinate a consumo umano.

«Nella provincia di Latina – riporta l’indagine – si osserva un eccesso significativo della mortalità per tutti i tumori (+12%). Per quanto riguarda la singole cause tumorali c’è un eccesso per il tumore del polmone e per quello della vescica negli uomini». La ricerca è stata presentata oggi a Viterbo da Antonella Litta, referente dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde Italia) per la zona di Viterbo e da Luciano Sordini, segretario della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Viterbo.

«La ricerca – afferma all’Adnkronos Salute Antonella Litta – risale ad aprile 2012 ma non è mai uscita, mette finalmente nero su bianco quello che denunciamo da anni che l’arsenico è legato ad un aumento delle morti e della malattie correlate». L’arsenico è da decenni considerato un cancerogeno di classe 1 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Eppure è presente nelle acque potabili in Italia, da oltre dieci anni, è «fuori controllo, arrivando a superare in alcune zone di ben 5 volte il limite previsto dall’Europa dei 10 microgrammi/litro. Un rischio elevato per la salute – avverte Litta – e il nostro Paese non è ancora riuscito a bonificare dall’arsenico le reti idriche in molte zone della penisola».

L’analisi del dipartimento del Ssr è stata effettuata per un gruppo selezionato di patologie per le quali in letteratura è stata evidenziata un’associazione con l’esposizione ad arsenico. Nei comuni della Provincia di Roma tra le cause tumorali non si osservano eccessi significativi per il tumore del polmone e della vescica. Ma alcuni risultati indicano un aumento di rischio di ipertensione e di incidenza di patologie ischemiche.Se pur gli effetti registrati si riferiscono ad esposizioni croniche relative ai decenni passati, nelle conclusioni gli esperti indicano «la necessità di un continuo monitoraggio dei livelli di contaminazione da arsenico nelle acque e di interventi di sanità pubblica per assicurare – concludono – il rispetto dei limiti previsti dalla legislatura attualmente in vigore, la direttiva Ue del 98 che stabilisce il limite in 10 microgrammi/litro».

Sintesi dei principali risultati dello studio  “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”

Sono stati valutati in questa indagine gli effetti sulla salute della popolazione nei 91 comuni del Lazio per i quali è stata richiesta deroga per il superamento dei livelli di arsenico (As) nelle acque potabili secondo quanto stabilito dalla direttiva 98/83/EC (livelli di As nelle acque potabili <10 μg/L – microgrammo per litro).

L’analisi è stata effettuata per un gruppo selezionato di patologie per le quali in letteratura è stata evidenziata un’associazione con l’esposizione ad arsenico. Gli effetti sono valutati a livello comunale e per aggregati di comune, separatamente per le diverse provincie. Per la mortalità (periodo1990-2009) sono state analizzate le seguenti cause: tumore del polmone, della vescica, del rene, della prostata, e del fegato; ipertensione arteriosa, malattie ischemiche del cuore, infarto miocardico acuto (IMA), ictus, malattie dell’apparato respiratorio e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), diabete. Inoltre è stata analizzata la prevalenza di diabete e di BPCO nel periodo 2006-2009 e l’incidenza di infarto e di interventi di bypass aortocoronarico nel periodo 2005-2011.

L’indagine ha utilizzato un disegno di studio di tipo ecologico. Nell’analisi l’unità in studio è rappresentata dal comune. L’associazione tra esposizione ad arsenico ed effetti sulla salute (mortalità, prevalenza ed incidenza di malattia) è espressa in termini di Rischio Relativo (RR) ossia di rapporto tra il tasso nei comuni esposti ed il tasso nel gruppo di comuni di riferimento (RR=1, non esposti per le Province Roma e Latina, gruppo a livello di arsenico più basso – fino a 10 μg/L – per la provincia di Viterbo); i tassi sono standardizzati per età ed aggiustati per potenziali confondenti (livello socio-economico dell’area, dati di vendita tabacchi, livello di gas radon).

I dati di esposizione utilizzati nell’analisi si riferiscono ai valori medi di arsenico su un campione della rete degli acquedotti e sono relativi al periodo 2005-2011. Non sono disponibili dati riferibili ad un periodo precedente. Per la provincia di Viterbo sono stati considerate 3 classi crescenti a concentrazione media di arsenico (fino a 10 μg/L; tra 10μg/L<As<=20μg/L; As>20μg/L). Per le province di Latina e Roma è stata utilizzata una sola classe di esposizione (Nel periodo 2005-2011 per Latina il range concentrazione media annuale As è pari a 1-6-19.8 μg/L, per Roma è pari a 3.3-18.5 μg/L).

Provincia di Viterbo. Nei comuni con livelli di esposizione più elevata (As> 20μg/L) si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause (RR=1.11) e complessivamente per tutte le cause tumorali (*RR=1.10 negli uomini e *RR=1.12 nelle donne). Tra le cause tumorali risultano in eccesso i tumori del polmone (*RR=1.25 negli uomini ed 1.26 nelle donne) ed il tumore della vescica negli uomini (RR=1.21). Si osserva inoltre per le cause non tumorali un eccesso di mortalità per ipertensione arteriosa (*RR=1.91 negli uomini e *RR=1.75 nelle donne), per malattie ischemiche del cuore (*RR=1.17 negli uomini e RR=1.16 nelle donne), per BPCO (*RR=1.69 negli uomini e RR=1.29 nelle donne) e per Diabete (*RR=1.53 negli uomini e *RR=1.61 nelle donne). Infine negli uomini si osserva un eccesso di incidenza di interventi di Bypass aortocoronarico (*RR=1.41). Nel gruppo di comuni con livelli di As più bassi, tra 10μg/L<As<=20μg non si osservano eccessi per le cause di decesso analizzate. Per quanto riguarda i dati di incidenza e di prevalenza, non si osservano eccessi per le patologie analizzate (BPCO, diabete, IMA, interventi di Bypass).

Provincia di Latina. Nei comuni esposti la mortalità per tutte le cause risulta pari all’atteso, mentre si osserva un eccesso significativo della mortalità per tutti i tumori (+12%). Per quanto riguarda le singole cause tumorali si osserva un eccesso per il tumore del polmone (*RR=1.16 negli uomini e *RR=1.30 nelle donne) e per il tumore della vescica negli uomini (*RR=1.31). Per le cause non tumorali si osserva un eccesso della mortalità per Ipertensione arteriosa (*RR=1.24 negli uomini e RR=1.29 nelle donne) e per malattie ischemiche nelle donne (*RR=1.30). I dati di incidenza e di prevalenza mostrano un eccesso di BPCO nelle donne (*RR=1.31) ed un eccesso di interventi di Bypass sia negli uomini (*RR=1.38) che nelle donne (*RR=1.62).

Provincia di Roma. La mortalità per tutte le cause e per cause cardiovascolari risulta pari o inferiore all’atteso. Tra le cause tumorali non si osservano eccessi significativi per il tumore del polmone e della vescica. Anche tra le cause non tumorali non si osservano eccessi significativi. Si rileva un eccesso di incidenza di IMA (*RR=1.11 negli uomini e RR=1.10 nelle donne), mentre non si osservano aumenti di interventi di Bypass aortocoronarico.

I risultati dell’indagine evidenziano alcuni eccessi di mortalità, di prevalenza e di incidenza, per patologie per le quali è stata già evidenziata nella letteratura internazionale un’associazione con esposizione ad Arsenico (gruppo di comuni a maggior esposizione nella provincia di Viterbo: Caprarola, Castel Sant’Elia, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Carbognano, Capranica, Nepi, Ronciglione) e nei comuni esposti della provincia di Latina. E’ da sottolineare che nei comuni esposti della provincia di Roma non si osservano eccessi per le patologie in esame.

Tra le cause tumorali è stato evidenziato un eccesso di rischio per il tumore del polmone e della vescica nei comuni esposti della provincia di Viterbo e di Latina, sedi tumorali per le quali è stata dimostrata un’associazione con l’esposizione ad arsenico. La valutazione di un panel internazionale di esperti (CONTAM,2009) sui rischi in popolazioni con esposizione cronica a bassi livelli di arsenico ritiene tali indicatori adeguati per valutare la presenza di effetti sulla salute. Tale risultato dovrà essere confermato da studi successivi poichè si tratta di tumori che hanno un’eziologia complessa.

E’ comunque da sottolineare che a causa del lungo periodo di latenza tra esposizione ed insorgenza di patologie tumorali, l’effetto osservato può essere attribuito ad esposizioni che si sono verificate nel passato e non sono attribuibili alle esposizioni attuali.

Alcuni risultati indicano un aumento di rischio di ipertensione e di incidenza di patologie ischemiche (aumento della mortalità per cause ischemiche, aumento dell’incidenza di IMA e di interventi di Bypass aortocoronarico). Anche questo risultato dovrà essere valutato in modo più approfondito.

Nell’analisi si è tenuto conto di potenziali confondenti: tuttavia non si può escludere che alcuni risultati siano dovuti al confondimento di altri fattori di rischio di cui non è stato possibile tener conto nello studio, in particolare di esposizioni occupazionali.

I risultati indicano la necessità di attivare studi epidemiologici più approfonditi (studio di coorti di residenti) attivando una campagna di biomonitoraggio per la stima dei livelli di As nella popolazione residente.

In conclusione i risultati dell’indagine indicano plausibili effetti sulla salute nelle popolazioni residenti comuni di Viterbo con livelli Arsenico >20 μg/L ed in minore misura nei comuni esposti della provincia di Latina. Gli effetti si riferiscono ad esposizioni croniche relative ai decenni passati, nei quali i livelli di arsenico potevano essere superiori a quelli attuali. I risultati indicano la necessità di un continuo monitoraggio dei livelli di contaminazione da As delle acque e di interventi di sanità pubblica per assicurare il rispetto dei limiti previsti dalla legislazione attualmente in vigore (direttiva 98/83/EC, As<10 μg/L).

  1. Ci mancava solo quest’altra preoccupazione. Ora sì che siamo a posto. Acqualatina non è a conoscenza del rischio che corrono i propri clienti? O non gli interessa niente? Verranno intraprese dai vari Comuni che hanno dato in gestione ad ACQUALATINA la fornitura idrica delle iniziative per tutelare la salute dei propri cittadini?
    In questi casi Il vostro eventuale silenzio, sapete a cosa corrisponde? A superficialità e menefreghismo……. Quindi noi tutti attendiamo una risposta concreta, soprattutto per tutelare la salute dei nostri bambini, a cui mi risulta che l’arsenico è più fatale.
    Signori Sindaci l’invito che vi si rivolge è di fare al più presto qualcosa, non aspettiamo nuovi studi scientifici, perchè forse già da tempo questa situazione era nota, o no?

  2. ma quale risposte, questi vann8 menati, menati,menati ed ancora menati nella maniera piu’ grezza possibile……

  3. non paghiamo piu’ uniamoci come ad aprilia basta co sti papponi

  4. E certo che i comuni ne sono a conoscenza…. Ma evitano installazione di abbattitori fintanto che ci saranno deroghe da parte della comunita’ europea….

  5. Sappiamo tutti chi sono stati i presidenti di acqualatina negli ultimi anni e chi è l’attuale presidente, tutti noti politici che hanno percepito stipendi enormi per questo incarico delicato e di responsabilità. NON HANNO MAI FATTO NULLA PER RISOLVERE IL PROBLEMA, mai pensato ai dearsenizzatori, solo pensato a richidere le deroghe per i limiti e ad aumentare le bollette. Tutti politici che noi abbiamo votato e che ci richiederanno il voto a breve.

  6. ….questa è la camorra …….rifiuti acque inquinate e i politici sanno tutto. tanto della gente comune chi se ne frega

  7. ….E questo è quello che sapete…ora vi dico quello che non sapete…Dal Gennaio 2013, per un decreto sulle privatizzazioni del vecchio governo Prodi,la quota di capitale pubblico delle municipalizzate scenderà dal 51% al 30%…cosa significa?? ve lo spiego subito…AcquaLatina avrà il suo capitale ed assetto societario composto dal 30% del Comune di Latina e …leggete bene 70% dal partner privato…ora avete capito? Noo??..Significa che il costo al metro cubo dell’acqua lo deciderà il Sig. XYZ e chi ha il 30%…..può far solo lo spettatoe e subire bollette da capogiro….SVEGLIATEVI…

  8. Nel leggere queste notizie provo solo tanta rabbia per quanto non viene fatto per tutelare la nostra salute da parte di chi invece è deputato a vigilare.
    A quanto pare nulla conta davanti al DIO DENARO, neanche il più importante diritto umano: LA VITA.
    Poi pretendiamo che l’Italia cambi? Cominciamo a piccoli passi, ma quì mi sembra che non ci sia proprio la volontà. I Sindaci che tengono ancora in piedi questa mastodontica creatura impongano ad essa l’utilizzo dei dearsenizzatori, non c’è altra soluzione!!!!

  9. sai che novità!
    Morire di arsenico nell’acqua, o di inquinamento atmosferico da polveri sottili, oppure per causa dell’alta concentrazione della industrie farmaceutiche che differenza fa?

  10. Una domanda agli scienziati che hanno redatto lo studio:
    Se l’arsenico è presente in forma naturale da centinaia di migliaia di anni (contenuto nelle formazioni geologiche), come è stato correlato l’aumento di mortalità per tumori nel periodo 1990-2009 alla presenza COSTANTE di Arsenico nelle acque da quando questa pianura risulta abitata dal genere umano?
    Ricordo che la concentrazione dell’arsenico non è certo aumentata dal 1990. L’unica novità è che è SCESO IL LIMITE IMPOSTO DALLA NORMATIVA EUROPEA.

    QUALCUNO MI RISPONDE PER FAVORE????

  11. @ Pasquino, è probabile che in passato si siano usati pozzi artesiani di riserva alle fonti di approvvigionamento idrico consuete, uso il condizionale perchè è un ipotesi realistica da appurare, potrebbero aver attinto notevoli quantitativi acqua da pozzi posti in pianura ed in profondità tale d’aver pescato “acqua fossile” ove contenuta alte percentuali di arsenico ed altre sostanze nocive.

  12. Ok, ma allora voglio leggere l’andamento delle concentrazioni di arsenico rilevato nelle acque nel periodo 1990-2009.
    Altrimenti sono solo chiacchiere.

  13. Quindi la correlazione tra incremento delle patologie e presenza di arsenico come viene dimostrata?

  14. suppongo una semplice indagine con i casi di malattia specifica con il numero crescente successivo, ma l’indagine medica non indica la % di arsenico nell’acqua, ma una correlazione con essa.
    Chiaramente delle analisi chimiche sono state compiute dagli Enti competenti, campionando l’acqua in vari punti di erogazione, constatando una presenza di arsenico in % più o meno nelle norme.

  15. se l’articolo descrive in modo esauriente lo studio, allora lo studio non dimostra nulla. da quello che ho capito, hanno semplicemente registrato i trend delle patologie per varie aree della nostra provincia. ciascuna area l’hanno caratterizzata con la presenza attuale di As nell’acqua ingerita. Il risultato è stato che nelle aree con valori di As più alti si sono avuti i maggiori aumenti di patologie. Se così fosse, e gradirei una conferma da parte di chi questo studio l’ha condotto, l’analisi non proverebbe proprio un bel nulla, poichè in quelle aree l’aumento delle patologie potrebbe essere imputato a innumerevoli altre cause (ad es. inquinamento dell’aria, alimentazione, etc.). Ripeto, se non si stabilisce che il numero di patologie è aumentato nel tempo con l’AUMENTO nel tempo di As nell’acqua consumata, è tutta aria fritta. attendiamo chiarimenti da parte della Asl.

  16. presumo che le patologie legate all’assunzione d’arsenico siano ben precise alla scienza medica, quindi un indagine epidemiologica è sufficiente per capire l’origine del problema.
    Come presumo che l’arsenico si possa assumere prevalentemente attraverso l’acqua, non sono un esperto in chimica ma che l’As sia una sostanza volatile e così diffusa sul territorio mi sembra improbabile.