NUCLEARE, CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA I CRITERI PER LA SCELTA DEI SITI

22/12/2009 di

Via libera del Consiglio dei ministri ai criteri per l’individuazione dei siti su cui potranno essere costruite le nuove centrali nucleari e delle compensazioni per i territori che accoglieranno i nuovi impianti.

centrale nucleare di LatinaIl governo ha approvato due schemi di decreti legislativi, uno sulla "localizzazione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica e nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio, nonchè misure compensative e campagne informative". L’altro sul "riassetto della normativa su ricerca e coltivazione delle risorse geotermiche".

La riunione è presieduta dal ministro anziano, Altero Matteoli (Infrastrutture). Latina potrebbe essere indicata come sede di una nuova centrale nucleare.

Rispetto alla prima versione del decreto, che prevedeva riferimenti anche ai siti militari, «anche su proposta del ministero della Difesa, questo riferimento non c’è: questo non vuol dire che i siti militari sono esclusi, nessun sito è escluso, ma non c’è un riferimento diretto ai siti militari». Lo ha detto, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in merito al decreto sui criteri per l’individuazione dei siti per i siti dove sorgeranno le centrali nucleari italiane.

Il provvedimento, puntualizza il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, fissa i criteri per la localizzazione dei siti «dando come obiettivo prioritario non soltanto la loro sicurezza, ma anche le esigenze di tutela della salute della popolazione e di protezione dell’ambiente». E «sulla base di tali criteri, saranno poi le imprese interessate a proporre in quali zone intendono realizzare gli impianti nucleari». Il provvedimento è stato proposto da Scajola, con il concerto dei ministri dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e delle Infrastrutture, Altero Matteoli, e dopo questo primo atto va all’esame della Conferenza Unificata e al parere delle Commissioni Parlamentari, per poi tornare al Consiglio dei Ministri per il varo definitivo.

Nei tre mesi successivi, il Consiglio adotterà il documento contenente la «strategia nucleare» con il quale saranno delineati gli obiettivi strategici in materia. Successivamente, gli operatori interessati, in un’ottica di libero mercato, formalizzeranno le proposte per la realizzazione degli impianti. Nel dettaglio, i benefici attinenti alla fase di realizzazione degli impianti sono destinati per il 40% agli enti locali per le finalità istituzionali e per il 60% alle persone residenti e alle imprese presenti sul territorio circostante il sito, mediante la riduzione della spesa energetica, della Tarsu, delle addizionali Irpef, Irpeg e dell’Ici, secondo criteri e modalità che saranno fissati dagli enti locali interessati.

Quelli correlati all’esercizio produttivo degli impianti, invece, saranno destinati alla riduzione della spesa per energia elettrica dei clienti ubicati nei territori dove hanno sede gli impianti. Nel dispositivo normativo si prevede, tra l’altro, che nel caso in cui la realizzazione o l’esercizio della centrale per qualunque ragione subisca un arresto definitivo, decadranno automaticamente i benefici riconosciuti alle persone residenti, agli enti locali e alle imprese. Il decreto prevede infine la realizzazione di un deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi la cui realizzazione sarà affidata a Sogin sulla base di un’autorizzazione unica. Ci sarà una consultazione pubblica con manifestazione d’interesse da parte delle Regioni interessate e con l’intesa della Conferenza Unificata. Anche per il territorio che ospiterà il deposito dei rifiuti radioattivi sono previsti benefici economici.

«È il regalo di Natale del governo agli italiani di Monfalcone, della provincia di Gorizia, di Scanzano Jonico in Basilicata, di Palma in provincia di Agrigento, di Oristano, di Chioggia, di Caorso, di Trino Vercellese, di Montalto di Castro, di Termini Imerese e di Termoli. Quattro di queste località ospiteranno subito un impianto nucleare e un sito di stoccaggio. Le altre lo avranno dopo». Lo afferma Paolo Brutti, responsabile del dipartimento Ambiente per l’Italia dei Valori. «La decisione del CdM – continua Brutti – sarebbe ridicola se non fosse tragica, per quei cittadini e per tutto il Paese. Grosse centrali, grossi affari. Poi che c’importa se non sappiamo cosa fare delle scorie radioattive e se ogni centrale costerà quanto il ponte sullo stretto e produrrà elettricità a costi astronomici. L’allargamento del sistema di potere di Berlusconi e del Pdl è il vero scopo della scelta nucleare che illumina questo Santo Natale». «Che dicono i presidenti delle dieci regioni che ospiteranno i siti nucleari? Lo diranno ai loro elettori prima delle elezioni? E i siciliani che sono stati premiati con due siti? Colpa di Lombardo e di Miccichè? Prepariamoci – così conclude il responsabile Ambiente dell’Idv – a fermare il governo con il referendum e con le prossime elezioni regionali».

 

In materia di incentivi economici ai territori, per ogni impianto nucleare, gli elementi più importanti che sono stati definiti oggi sono: 

·         Beneficio economico da corrispondere anticipatamente per ciascun anno di costruzione dell’impianto: 3.000 euro all’anno per 5 anni (durata del cantiere) per ogni MW installato.

Quindi, per una centrale EPR da 1.600 MW, fanno 4,8 milioni all’anno, ovvero 24 milioni su tutto il periodo di cantiere. 

·         A decorrere dall’entrata in esercizio dell’impianto,  beneficio economico commisurato all’energia elettrica prodotta pari a 0,40 euro per MWh, da corrispondere ad imprese e cittadini sulla base di criteri definiti dagli enti locali interessati.

Si stima quindi che questo beneficio ammonterà a oltre 5 milioni l’anno, per circa 60 anni. 

·         I benefici sono attribuiti:

          per il 10% alle Provincie in cui è ubicato l’impianto

          per il 55% ai Comuni in cui è ubicato l’impianto

          per il 35% ai Comuni limitrofi (fino a max. 20 Km da impianto)

 

    • I benefici di cui sopra sono destinati per il 40% agli enti locali per loro finalità istituzionali e per il 60% per benefici ad imprese e cittadini (riduzione spesa energetica, TARSU, addizionali Irpef ed Irpeg, ICI,.. ) sulla base di criteri di riparto e di perequazione e con modalità definiti di intesa con gli enti locali interessati

Lo schema di decreto legislativo, in 33 articoli, attua, si legge in una nota del ministero dello Sviluppo economico, il riassetto della disciplina della localizzazione nel territorio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare e dei relativi impianti di produzione anche del combustibile e dei rifiuti, delineando le procedure autorizzative, i requisiti degli operatori e una serie di adempimenti correlati. La proposta di tali peculiarita’, si precisa nel comunicato del ministero, sara’ fatta dall’Agenzia per la sicurezza nucleare sulla base di dati tecnico-scientifici predisposti da enti pubblici di ricerca, compresi Ispra, Enea e universita’, e conterra’ con uno schema di parametri, i riferimento relativi a caratteristiche in termini sismici, geofisici e geologici, nonche’ di accessibilita’ all’area, distanza dai centri abitati ed infrastrutture di trasporto, disponibilita’ di risorse idriche, valore paesaggistico e architettonico.

Il provvedimento stabilisce anche le misure compensative a favore di amministrazioni, popolazioni e imprese presenti nell’area dove verra’ realizzato l’impianto. Oneri che saranno a carico delle imprese coinvolte nella costruzione e nell’esercizio delle centrali. E’ previsto un beneficio economico onnicomprensivo annuale commisurato alla potenze elettrica nominale dell’impianto nella fase di cantiere, pari a 3 mila euro per megaWatt. Una volta che l’impianto nucleare sara’ entrato in esercizio, il beneficio economico sara’ commisurato all’energia elettrica prodotta ed immessa in rete, pari a 0,4 euro per MWh da corrispondere ad imprese e cittadini sulla base dei criteri definiti dagli enti locali interessati. I benefici sono attribuiti per il 10% alle Province in cui e’ ubicato l’impianto; per il 55% ai Comuni e per il 35% ai comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 km dall’ impianto.

  1. ma ancora con questo nucleare e’ superato e molto pericoloso, e poi in italia non si sa’ dove mettere la spazzatura figuriamoci le scorie

  2. Senza paure, timori nucleari e soprattutto pericoli per l’ambiente ed i nostri figli. Il nostro territorio (Latina)