BENI CONFISCATI ALLA MAFIA, FORTE E CIRILLI SCRIVONO A BERLUSCONI

07/12/2009 di

“La Provincia di Latina è una delle più efficienti in Italia per l’applicazione della legge sui beni confiscati. Il governo deve rivedere la sua decisione”. I consiglieri regionali Fabrizio Cirilli e Aldo Forte hanno sottoscritto una lettera aperta inviata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

“La Provincia di Latina è tra le prime in Italia, se non la prima in assoluto, per l’applicazione delle legge sui beni confiscati alla criminalità. La decisione del governo di vendere i beni confiscati alla criminalità all’asta equivale a cancellare realtà efficienti come la nostra”. Fabrizio Cirilli ed Aldo Forte rispettivamente consiglieri regionali del Gruppo Misto per la Costituente di Centro e dell’UDC nonché promotori e fautori di leggi regionali ad hoc sulla riconversione dei beni confiscati alla criminalità, all’atto della sottoscrizione della lettera aperta inviata dal collega Enrico Fontana al presidente del consiglio Silvio Berlusconi, stigmatizzano la decisione del governo di mettere all’asta i beni confiscati alla criminalità, evidenziando invece come l’applicazione della legge regionale e le sue recenti evoluzioni, abbiano consentito alle Provincia di Latina di essere tra le capofila a livello nazionale per la riconversione per fini sociali di questi beni.

“In provincia di Latina, è più in particolare nella zona di Formia – affermano i due consiglieri pontini alla Pisana – c’è un alto tasso di beni confiscati ala criminalità al quale corrisponde un tasso di utilizzo parimenti alto. Questo significa che la legge regionale del 2004, grazie alla quale è stato possibile dar vita alla ‘Fattoria Educativa di Piano Rosso’ sita nelle campagne di Cisterna, che è bene ancora una volta ricordarlo era un grosso appezzamento di terreno appartenenti ai casalesi, ha trovato sul nostro territorio la sua massima applicazione. E poi ancora, l’ultima legge che abbiamo proposto e che è stata approvata all’unanimità in Regione, che ha istituito l’Abecol, l’ agenzia regionale dei beni confiscati in grado di assicurare il superamento delle criticità e dei problemi che rendono complesse e difficoltose la destinazione, l’assegnazione ed l’effettivo utilizzo del bene confiscato, alla luce della decisone del governo, invece di porsi come vera e propria normativa pilota anche per una legge nazionale rischia di essere completamente vanificata. Nella lotta alla criminalità, la confisca e la riconversione per scopi sociali di un bene ottenuto a seguito di una condotta criminosa è uno strumento per molti versi più efficace dell’arresto, in quanto si va a colpire lo scopo della condotta criminale: l’accumulo di ricchezza. Questo è un aspetto del quale il governo non può non tener conto e pertanto ci auguriamo che la decisone di mettere all’asta i beni confiscati venga rivista, anche perché significherebbe restituire il bene stesso al legittimo proprietario: la criminalità organizzata”.