Cusani risponde all’Anm, la maggioranza lo sostiene

05/07/2012 di
armando_cusani

Botta e risposta tra Anm e il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani a tre giorni dalla sentenza che lo ha condannato a due anni per abusivismo edilizio. In una nota inviata ieri, la sezione di Latina dell’Associazione Nazionale Magistrati era intervenuta definendo inammissibili le dichiarazioni del presidente che aveva commentato l’esito del processo come una “sentenza politica”, “attaccando” anche uno dei giudici che compone il collegio penale. Oggi Cusani risponde all’Anm con una lettera.

“Nelle mie parole nessun “inammissibile attacco personale ad uno dei componenti del collegio”, né forme di delegittimazione della magistratura, ben lontane,  per contenuti e continenza espressiva,  dalle “minacce ed intimazioni rivolte in udienza al Dott. Giancristofaro”  alle quali strumentalmente sono state associate dal Dott. Tuccillo e dal Dott. De Robbio in nome della ANM sottosezione di Latina, nel  comunicato firmato ed inviato alla stampa, e dalle dichiarazioni rese da quest’ultimo, in una intervista televisiva, in ordine alle quali,  per primo, come istituzione della Provincia, sono a  rassegnare ogni più ampia condanna, unita alla mia piena solidarietà e vicinanza, ma con le quali non posso e non devo essere confuso o pretestuosamente assimilato.

Non sfugge quanto le mie parole siano unicamente frutto di un diritto di critica del provvedimento giudiziario e del comportamento dei magistrati, costituzionalmente riconosciuto nel modo più ampio possibile, non solo perchè la critica può essere tanto più penetrante, quanto più alta è la posizione dell’homo publicus oggetto di censura e più incisivi sono i provvedimenti che può adottare, ma anche perchè la critica è l’unico reale ed efficace strumento di controllo democratico dell’esercizio di una rilevante attività istituzionale che viene esercitata –è bene ricordarlo- in nome del popolo italiano da persone che, a garanzia della fondamentale libertà della decisione, godono giustamente di ampia autonomia ed indipendenza, ma che non sono al di sopra della legge e la loro attività esente da qualsivoglia giudizio.

Ho manifestato il mio dissenso al pari di ogni cittadino, ritenendo ingiusto, sotto diversi profili, il provvedimento reso nei miei riguardi,  che farò valere in sede di gravame all’esito della pubblicazione delle motivazioni.

Ho manifestato il mio pensiero, così come mi viene riconosciuto, esprimendo  “personali” dubbi circa la serenità e terzietà del Collegio nei riguardi di “un” processo, celebrato prim’ancora dalla stampa, scandito da quest’ultima, e poi dall’aula giudiziaria, nei termini in cui è facoltà, garantitami proceduralmente dall’istituto della ricusazione, che pure non ho inteso esercitare, confidando in quello stesso Collegio.

Sorprende dunque la reazione “abnorme”  della ANM di Latina, un sindacato di categoria, che si mobilità pubblicamente per censurare  “ingiustamente” l’esercizio legittimo della mia libertà di pensiero”.

Intanto la maggioranza lo sostiene sottolineando la “smodata rilevanza che la stampa locale ha riservato alla notizia, soprattutto all’indomani del dispositivo della sentenza di condanna resa dal Tribunale di Latina, per i fatti di cui al procedimento penale che lo ha interessato come imputato”.

La giunta provinciale sottolinea “che l’operato ed impegno sia politico che istituzionale del Presidente della Provincia Armando Cusani, del tutto improntato ai principi della buona e corretta gestione dell’Ente, appare  comprovato dai risultati che, peraltro, riconfermati nel secondo mandato della consiliatura in corso, hanno consolidato ed implementato lo sviluppo economico-sociale del territorio locale; che lo stesso, ben interpretando il nuovo e complicato ruolo assegnato dal Legislatore agli Enti Locali, ha intrapreso le molte battaglie a sostegno e difesa dei diritti dei cittadini in ossequio a quel mandato dagli stessi conferitogli, ed è bene precisare, per ben due volte.

Riteniamo che, in attesa  di una  sentenza definitiva, ad oggi non sussistano motivi ostativi alla prosecuzione del mandato elettivo del Presidente Cusani, il cui termine si auspica sia quello naturale, nella convinzione che questa amministrazione molto altro ancora possa realizzare in termini di sviluppo, sostegno e competitività del territorio provinciale di Latina.

Ritenuto il proposito del Presidente Cusani di proporre appello avverso detta sentenza al fine di accertare ed acclarare la propria posizione relativamente ai fatti di causa ed attesa la fiducia che questa Giunta nutre nei confronti della Magistratura Italiana che, nell’esercizio del proprio potere indipendente ed autonomo, non vè dubbio, nei successivi gradi di giudizio addiverrà ad una pronuncia probatoriamente completa, esprimere solidarietà e vicinanza al Presidente della Provincia di Latina Armando Cusani spronandolo a proseguire nella Sua azione di Governo”.

  1. Quindi alla fine un CRIMINALE interdetto ai pubblici incarichi può restare con un pubblico incarico? Che cosa è che mi sfugge? Spiegatemelo vi prego…

  2. non c’è dubbio che una maggioranza che “sostiene” il presidente sia a lui equiparabile quanto a curriculum criminale

  3. la maggioranza lo sostiene per forza, se cade lui loro vanno a casa e perdono il lauto stipendio. Cusani credo che lei abbia un concetto sul diritto di critica verso la magistratura leggermente distorto: un conto e’ criticare, un conto e’ fare nome e cognome del giudice e dire che si muove solo per ragioni politiche.

  4. Non ho ancora capito se questi personaggi nostrani “alla Cusani” siano ancora li per la loro unica e smisurata dote (la faccia da didietro) o per la certezza dell’impunità dovuta al sistema clientelare-elettorale ben collaudato che li sostiene. In entrambi i casi non mi rassegno a tacere devono DIMETTERSI, anzi sparire

  5. QUOD ERAT DEMOSTRANDUM……. ……. La maggioranza lo sostiene? Cioe’ Il P.D.L. CHE TRADOTTO SAREBBE Il Partito Dei La…ri, appunto, se ce ne fosse stato bisogno, cio’ che si voleva dimostrare, e alla prima occasione VOILA’ tutti coperti e compatti. Ma se e’ stato0 interdetto dai pubblici Uffici…….Non dovrrebbe decadere ‘IMPERIO?