Verdi: “Assurdo interrompere gli scavi a Borgo Montello”

«L’interruzione dei lavori alla discarica di Borgo Montello aggiunge l’ennesimo incredibile tassello di incuria ambientale». Lo affermano, in una nota, il presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio e il Portavoce dei Verdi di Latina, Giorgio Libralato.
«Come è possibile, infatti, che si siano aspettati ben sedici anni dalla deposizioni di un pentito per intervenire e come è potuto succedere che gli enti preposti si siano mossi con tanto ritardo rispetto alle notizie che pure sono state ampiamente diffuse dalla stampa? – continua – Se da un lato può essere apprezzabile l’iniziativa del comune di Latina di effettuare gli scavi dei fusti tossici e di conferire i rifiuti non differenziati a un centro di trattamento prima dell’invio in discarica, di prevenire ulteriori ampliamenti della discarica (o dei relativi impianti di trattamento dei rifiuti) nella zona della stessa discarica con il risarcimento ai cittadini confinanti della discarica non si può dimenticare che: Cirilli, a cui va il merito di aver fatto riemergere lo studio scomparso sui fusti tossici e la richiesta di effettuare gli scavi, attuale vice sindaco e assessore all’ambiente è stato assessore all’ambiente del comune di Latina proprio nel periodo 1993/1997 con la prima giunta Finestra, periodo durante il quale sarebbero accaduti fatti importanti nella discarica; anche l’attuale sindaco Di Giorgi è stato in passato assessore comunale; il comune di Latina è tutt’ora a livelli molto bassi di raccolta differenziata (a parte il balletto dei numeri di poco superiore al 30%) con evidenti problemi da una parte della ditta che gestisce il servizio (Latinambiente) e dall’altra con la restituzione dell’Iva sulla Tia. In merito poi ai rapporti tra comune di Latina e regione e sopratutto tra Regione e provincia, nonostante sia tutti della stessa coalizione e parte politica, l’incapacità di dialogo che speriamo non sia dovuta a obiettivi diversi dal bene comune e dal raggiungimento dell’obbligo di legge, oltre a penalizzare i cittadini sembra che sia fatta apposta per aumentare ancora l’emergenza e non affrontare la questione. In altre parole abbiamo il dubbio che si alimenti questo stato di confusione per non rispondere alle precise responsabilità politiche, ma forse non solo, dei precedenti amministratori, oppure che si voglia spostare l’attenzione dagli scavi di fusti tossici, con inquinamento accertato delle falde, dei corsi d’acqua verso una semplice diatriba politica, al fine di minimizzare le responsabilità».
secondo la logica di chi li ha sotterrati è corretto smettere di scavare, se si venisse a sapere da quale industria arrivano e quale ditta di smaltimento li ha trattati sarebbe peggio, quindi la mancanza di soldi dovuta alla crisi economica capita giusta giusta per seppellire definitivamente la questione.
infatti i cantieri per gli scavi saranno aperti dopo il 22 giugno… lo ha detto oggi l’arpa che ha differito le procedure di scavo esclusivamente per approfondire alcuni aspetti legati allo smaltimento. De Marchis e i verdi possono stare tranquillli (anche se della discarica nn glie ne è mai fregato nulla)