IL GOVERNO NON SCIOGLIE FONDI, MARONI: PROBLEMA RISOLTO. L’OPPOSIZIONE: REGALO ALLA MAFIA

09/10/2009 di

Roberto MaroniIl consiglio dei ministri ha «preso atto oggi dello scioglimento del Consiglio comunale di Fondi. I cittadini andranno a votare a marzo». Lo ha detto al termine del Consiglio dei ministri il responsabile del Viminale, Roberto Maroni. «L’amministrazione comunale non c’è più, il problema è stato risolto», ha detto Maroni. «Io ho proposto di scegliere la via della democrazia, che è sempre meglio di ogni commissariamento. Le prossime elezioni si terranno dunque a marzo e il popolo sovrano sceglierà la nuova amministrazione comunale». «Nei giorni scorsi – ha ricordato il ministro – il prefetto di Latina ha nominato un commissario per la gestione straordinaria». «Risolto il problema, ha aggiunto Maroni, avevamo due scelte: procedere comunque al commissariamento per 18 mesi, oppure ridare la parola al popolo sovrano. E io ho proposto, e il Consiglio dei ministri ha accolto la mia proposta, di scegliere al via della democrazia. A marzo, quando ci saranno le elezioni, tutti saranno in grado di valutare i candidati che ci sono e il popolo sovrano, che è sempre meglio di qualunque commissario, sceglierà la nuova amministrazione».

Fazzone. «Oggi è stata fatta giustizia, restituendo in un Comune sciolto la parola al popolo sovrano, che potrà scegliere da chi farsi governare e a chi affidare l’amministrazione della propria città». Lo dichiara il senatore Claudio Fazzone, coordinatore del Pdl in Provincia di Latina. «Noi – prosegue – siamo dalla parte della legalità, e il governo lo sta dimostrando con i fatti. La sinistra invece sta utilizzando la lotta alla criminalità organizzata per tentare di sovvertire i risultati che il centrodestra ottiene democraticamente. Il tutto a danno di migliaia e migliaia di cittadini, dipinti come malavitosi per la sola brama della sinistra di accaparrarsi qualche voto in più. Se proprio vuole combattere la criminalità, l’opposizione farebbe bene piuttosto a guardare in casa sua. I cittadini non sono stupidi, e hanno compreso perfettamente quale strumentalizzazione politica sia stata messa in atto da parte della sinistra contro la città di Fondi, diffamata a livello nazionale e internazionale senza che vi sia mai stato un solo esponente politico arrestato per mafia. La sinistra ha sempre usato il popolo di Fondi come paravento per le sue manovre. Ora quel popolo tornerà a pronunciarsi, e forse – conclude Fazzone – proprio di questo l’opposizione ha paura».

Cusani. «La decisione assunta dal Consiglio dei ministri sul caso Fondi restituisce serenità a una comunità che è stata per quasi due anni messa alla gogna dai media». Così il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani (Pdl) ha commentato la decisione presa dal Consiglio dei ministri di non procedere allo scioglimento del Comune per infiltrazioni della criminalità organizzata. «Una giusta decisione – ha detto Cusani – come sempre fatto nei casi analoghi. Le dimissioni del sindaco e della maggioranza dimostrano la completa assenza di interessi diversi da quelli del bene comune della collettività. Il ritorno alle elezioni darà la possibilità alle forze politiche di esporre le proprie tesi e ai cittadini di Fondi di scegliere democraticamente i propri amministratori».

Parisella. «Sono contento perché oggi si è affermata la verità. Abbiamo sempre detto di non essere collusi con nessun tipo di criminalità». Anche l’ex sindaco di Fondi Luigi Parisella (Pdl), che si è ufficialmente dimesso sabato scorso, commenta la decisione del Consiglio dei ministri di non sciogliere il Comune di Fondi per infiltrazioni della criminalità organizzata. Il Comune è attualmente commissariato per le dimissioni della maggioranza. Per quanto riguarda la prossima tornata elettorale per il rinnovo del consiglio comunale Parisella, da pochi mesi consigliere provinciale, ha aggiunto: «Il popolo sovrano si è già espresso alcuni mesi fa. Sono stato il più votato alle elezioni provinciali».

Pedica. Il parlamentare dell’Italia dei Valori, Stefano Pedica, ricevuto dal segretario generale di Palazzo Chigi per seguire i lavori del Consiglio dei ministri sulla vicenda è poi sceso e parlando con i cronisti ha sottolineato che: «E’ una vergogna assoluta che il Consiglio dei ministri abbia bocciato la tesi di Maroni e su pressione di alcuni ministri abbia deciso di tenere il commissariamento e far tornare al voto gli stessi consiglieri che si sono dimessi. Il Comune non è stato sciolto ma è stato deciso il commissariamento. Maroni in pratica è stato sconfitto e se è coerente dovrebbe dimettersi». Pedica spiega che a questo punto il Consiglio dei ministri avanzerà la proposta di commissariamento al presidente Napolitano «per la promulgazione». «Noi – conclude – dovremo andare sotto il Quirinale con le magliette ‘Giorgio non firmarè, perchè non può firmare questa porcata».

Di Pietro. «Chiediamo le dimissioni del ministro Maroni. E’ vergognoso che questo governo non abbia sciolto – ma solo commissariato – il comune di Fondi. E’ un atto gravissimo che conferma la collusione fra la politica e la mafia». Lo afferma il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando la decisione del Consiglio dei ministri di commissariare e non di sciogliere il comune di Fondi. «La legalità, la trasparenza e il rispetto delle istituzioni – spiega – sono un optional per questo esecutivo aggiunge Di Pietro – che continua a calpestare le più elementari regole di civiltà. L’Italia dei Valori che sin dal primo giorno ha denunciato le connivenze pericolose dell’amministrazione di Fondi, certificate anche dal Prefetto, sta dalla parte dei cittadini onesti e continuerà a battersi, senza se e senza ma, a difesa della legalità. Non ci si nasconda dietro una foglia di fico: con la decisione presa oggi il Governo Berlusconi da il via libera alla candidatura, per le prossime elezioni, al sindaco e ai consiglieri dimissionari».

Il Comune di FondiMoscardelli. «Un regalo alla mafia». Così Claudio Moscardelli, vice capogruppo del Pd alla Regione Lazio, commenta in una nota la decisione del Cdm di non sciogliere per mafia il Comune di Fondi. «Si crea un precedente pericolosissimo. D’ora in poi sarà sufficiente – spiega – quando gli organi dello Stato ravviseranno la presenza di infiltrazioni mafiose in un’amministrazione pubblica, che il Presidente, il Sindaco e i consiglieri di turno si dimettano per evitare lo scioglimento per mafia. Di tutte le nefandezze messe in campo da questo Governo – conclude Moscardelli – la decisione di oggi merita il primo posto».

Laurelli. «Dopo oltre un anno di colpevole impasse, Il Governo partorisce il topolino, e sul Comune di Fondi prende una decisione gravissima nel metodo e nel merito. Stabilisce infatti di commissariare l’amministrazione, non per infiltrazioni mafiose, comprovate lunghe e accurate indagini della magistratura, bensì per non meglio specificati motivi tecnico-amministrativi». Lo dichiara in una nota Luisa Laurelli (Pd), presidente della commissione sicurezza della Pisana. «Una manovra – dice Laurelli – che consentirà, di fatto, agli amministratori uscenti, alcuni dei quali indagati, di potersi ricandidare alla guida del Comune alle prossime elezioni senza che, nel frattempo, il commissario designato abbia ricevuto il mandato di agire in profondità per liberare l’amministrazione comunale dalle infiltrazioni che la infestano. Commissariare il Comune per motivi di mafia avrebbe significato, infatti, il riconoscimento da parte del Governo della gravità della situazione in tutto il sud pontino, dove la criminalità organizzata è ormai una presenza stanziale. Lungi dal fare questo, il Governo con una manovra tanto paradossale quanto vergognosa, non solo favorisce la ricandidatura degli stessi amministratori locali indagati ma, per giunta, fornisce loro la possibilità di andare al voto a marzo con un argomento politico forte come il mancato riconoscimento di infiltrazione mafiosa. Un »capolavoro« cui va aggiunta la non meno eclatante circostanza che, per la prima volta nella storia della Repubblica, vede un Ministro, quello degli Interni, pubblicamente sconfessato dai suoi colleghi: se Maroni intende rispettare il ruolo di rappresentante dei cittadini è bene che agisca di conseguenza e rassegni, immediate, le sue dimissioni».

Fava. «Decidendo di non sciogliere il consiglio comunale di Fondi, il Consiglio dei Ministri ha scelto di essere oggettivamente colluso con le cosche che controllano gli affari di quella amministrazione». Lo afferma in una nota Claudio Fava, del Coordinamento Nazionale di Sinistra e Libertà in queste ore impegnato in una serie di iniziative pubbliche a Paternò (Catania), «la cui giunta comunale – dice Fava – presenta analogie al caso di Fondi con intrecci con organizzazioni mafiose». «Permettere a quel sindaco e alla sua giunta – conclude l’esponente di Sl – di ripresentarsi compatti al voto a marzo come se nulla fosse accaduto più che una beffa è un gravissimo atto di irresponsabilità politica».

Minniti. «Al di là delle chiacchiere di Maroni e delle meraviglie illustrate oggi c’è un fatto solo: il mancato scioglimento del comune Fondi per mafia costituisce una Caporetto dello stato di diritto e della lotta contro la mafia». Lo sottolinea il parlamentare del Pd, Marco Minniti. «Il balletto di questi mesi, di un governo che ha rimandato continuamente lo scioglimento per mafia del comune di Fondi, pesantemente infiltrato dalla malavita organizzata – continua Minniti – è servito soltanto a coprire l’operazione che ha portato all’auto scioglimento del consiglio comunale con le dimissioni di sindaco e consiglieri». «Oggi il governo ha deciso la procedura di commissariamento ordinario, situazione in cui il commissario non ha poteri di intervento contro i fenomeni di illegalità mafiosa. Infatti, come è noto, il legislatore aveva stabilito la differenza tra scioglimento ordinario e per mafia, proprio per dare al commissario poteri reali contro la presenza delle mafie. Infatti in un comune ove sussiste un condizionamento della malavita organizzata è chiaro che essa influisca anche sullo stesso percorso elettorale. Altro quindi che parola agli elettori, il rischio – conclude Minniti – è di ridare voce agli stessi attori dei condizionamenti mafiosi».

Associazione Caponnetto. «Un atto vergognoso. Un regalo alla mafia». Così Elvio Di Cesare, presidente dell’associazione Caponnetto di Latina, commenta la decisione del Consiglio dei ministri di non sciogliere il Comune di Fondi per infiltrazioni della criminalità organizzata. «Maroni – ha aggiunto Di Cesare – ora dovrebbe dimettersi per tutelare la sua immagine. Fino a un certo punto aveva fatto il suo dovere poi è stato sconfessato. È la prima volta che accade questo nella storia italiana, con tanto di richiesta del prefetto e documentazione che attesta i legami tra l’amministrazione di Fondi e la criminalità organizzata. Ci auguriamo ora che il presidente della Repubblica non firmi il decreto».

Granata. «Per evitare ulteriori polemiche e non creare precedenti pericolosi, il Pdl a Fondi, non ricandidi gli uscenti e Maroni vigili in tale direzione, coerentemente con le posizioni assunte altrimenti si rischia di creare un vulnus alla credibilità delle istituzioni e un preoccupante incancrenirsi della situazione politica e amministrativa su un territorio oggettivamente caratterizzato da forti presenze mafiose». Lo afferma Fabio Granata (Pdl), vice presidente della commissione nazionale antimafia.