DELITTO DEL CIRCEO, GIANNI GUIDO RESTA LIBERO
La cronaca e i verbali dei processi raccontano che Gianni Guido si prese «una pausa» durante il massacro compiuto esattamente 34 anni fa, nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975 nella villa di Andrea Ghira a San Felice Circeo, e tornò a cenare in famiglia nell’elegante appartamento del quartiere Trieste a Roma dove ancora risiede. Ma quello descritto oggi nelle sei pagine dell’ordinanza del giudice di Sorveglianza come una persona devastata dal rimorso e «non più in grado di delinquere» e in sostanza totalmente riabilitata, sembra essere lontano anni luce dal Gianni Guido massacratore del Circeo, assassino e violentatore di Rosaria Lopez e aguzzino di Donatella Colasanti.
Per Gianni Guido, tornato in libertà il 25 agosto scorso dopo aver scontato 20 dei 30 anni di reclusione per l’omicidio di Rosaria Lopez e quello tentato di Donatella Colasanti, il giudice del tribunale di Sorveglianza Enrico Della Ratta Rinaldi, accogliendo la richiesta dell’avvocato Massimo Ciardullo, ha respinto la richiesta di applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata fatta dalla procura di Roma nell’aprile del 2008 quando il quasi 53enne pariolino, amico di Angelo Izzo ed Andrea Ghira, fu affidato ai servizi sociali. Il giudice doveva valutare se Guido fosse tra l’altro socialmente pericoloso. Ma l’ex massacratore del Circeo dalle considerazioni espresse dal magistrato, viene fuori totalmente riabilitato.
«Massimo sconcerto» esprime Letizia Lopez, sorella di Rosaria. Mentre da Angelo Izzo, condannato all’ergastolo per avere ucciso Maria Carmela e Valentina Maiorano, madre e figlia, commenta: «Trovo incredibile tutto questo chiasso attorno ad un fatto assolutamente normale. Dovevano tenerlo in carcere anche oltre la condanna?». «Il reato commesso – si legge nelle sei pagine dell’ordinanza – ha costituito per Gianni Guido un evento che ha radicalmente modificato l’evoluzione della sua personalità, contribuendo ad orientarla verso la riflessività, la consapevolezza della complessità, la ricostruzione etica e rendendola attraversata dal tormento e dal rimorso e il tormento per il crimine commesso». Il giudice, oltre che valutare la condotta tenuta da Guido, parla del suo percorso di studi: «Studi condotti con molta serietà che hanno portato alla laurea in lettere ottenuta con pieni voti». Guido, riferisce il giudice, ora «collabora alla gestione del patrimonio di famiglia e fa traduzioni». L’ex pariolino, come era emerso dalle relazioni dei magistrati, ha collaborato anche con la Caritas e in particolare traduceva testi di filosofia e religiosi dallo spagnolo, lingua che conosce molto bene. «Sono soddisfatto della conclusione di una vicenda giudiziaria – ha confidato Guido al suo difensore, l’avvocato Massimo Ciardullo – ma resterà per sempre il segno di un cammino doloroso, di una tragedia che non potrò mai dimenticare e come il nulla cancellerà il dolore e la pena per le vittime e i loro parenti».
NON CI PUO’ ESERE PERDONO PER CIO’ CHE E’ STATO COMMESSO, LA GIUSTA PENA SAREBBE STATA LA CONDANNA A MOPRTE PER TUTTI GLI INPUTATI, MA DAL MOMENTO CHE NEL NOSTRO PAESE NON E’ PREVISTA AVREBBERO DOVUTO SCONTARE L’ERGASTOLO NEL PIENO DEL SUO SIGNIFICATO E CONTENUTO. SE CIO FOSSE AVVENUTO CI SAREBBERO STATE DUE VITTIME IN MENO.