Canone per l’uso dei canali di bonifica, nuova stangata sulle bollette dell’acqua

Un canone di oltre due milioni di euro all’anno a carico del gestore idrico per utilizzare i canali del Consorzio di bonifica. L’Otuc di Latina, l’organismo che si occupa di tutelare i consumatori del servizio idrico, protesta contro la delibera della Giunta regionale del Lazio.
«Il Consorzio – scrivono i vertici dell’Otuc – come al solito batte cassa e viene accontentato nelle sue esose richieste a fronte di un’attività di manutenzione che, a ben guardare lo stato dei canali di bonifica, non brilla certo per assiduità ed efficacia». L’ordine del giorno dell’assemblea dell’Otuc è stato stravolto proprio dalla notizia della delibera numero 158 del 10-04-2012. «In tempi brevissimi, sessanta giorni – spiega l’Otuc – dovrebbero quindi essere firmate convenzioni opportune tra Ato e Consorzi di Bonifica il cui costo, naturalmente, ricadrebbe totalmente sulle spalle ormai debilitate degli utenti. La delibera ignora totalmente inoltre l’esistenza in Ato4 di liti giudiziarie in corso sull’entità della somma che il Consorzio di bonifica pretende ma non giustifica adeguatamente. Viceversa esistono perizie giurate da parte di docenti universitari che valutano il reale costo del servizio appena superiore ai 300.000 euro annui in base all’utilizzo effettivo dei canali».
Insomma i costi sono notevoli e c’è, come al solito, il rischio che a pagare siano i cittadini. «E’ evidente – continua l’Otuc – quale differente impatto avrebbero le due cifre, due milioni contro trecentomila euro circa, sulle bollette degli utenti». Contro la delibera si è schierato l’assessore ai Consumatori Silvio D’Arco, alla riunione è intervenuto anche l’ingegner Ennio Cima, responsabile tecnico di Acqualatina, il quale ha illustrato nei dettagli le cause di illegittimità della delibera e gli eventuali suoi effetti sulle bollette dei cittadini.
gli aumenti continueranno ad esserci fino a quando non si invertiranno i principi amministrativi, cioè meno burocrati negli uffici e più personale qualificato ed operativo sul territorio.
Quando il numero dei dipendenti dietro le scrivanie supera nettamente quelli operativi dediti alla gestione logistica e manutentiva è chiaro che si creano problemi economici.