Delitto Buonamano, il consulente scagiona Romolo Di Silvio

La prima ricostruzione in 3D del delitto di Fabio Buonamano è stata realizzata dal consulente della difesa, l’ingegnere Fabio Boscolo, che lavora nel team di Luciano Garofano e che si è occupato di casi celebri, come il delitto di via Poma.

Ieri, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Latina, Boscolo ha proiettato una ricostruzione del delitto avvenuto in via Monte Lupone ipotizzando due scenari diversi. Il primo con la presenza sul luogo del delitto di due persone (la vittima e Costantino Di Silvio detto «Patatone»), il secondo con la presenza di tre persone (la vittima, Costantino e Romolo Di Silvio).

Il consulente – scrive Il Messaggero – ha poi analizzato alcuni elementi emersi dalle precedenti perizie e li ha messi in relazione con gli elementi da lui raccolti durante un accurato sopralluogo sulla scena del crimine. Alla fine di questa analisi la sua conclusione: sulla scena del delitto potevano esserci solo due persone, non tre. Una conclusione alla quale il tecnico è arrivato valutando la vicinanza della pistola al bersaglio, la posizione dei bossoli, le tracce di sangue e una serie di altri elementi fisici che, secondo lui, escluderebbero la presenza di tre persone in via Monte Lupone.

Tale conclusione è in contrasto con la tesi dell’accusa: fino ad oggi il pm Marco Giancristofaro ha sostenuto che fu Romolo a sparare a Buonamano mentre Costantino (già condannato a vent’anni) teneva ferma la vittima. Ma il pm ha contestato il consulente affermando che le sue deduzioni si basano solo su ipotesi e non su dati certi, ad esempio la posizione dei bossoli così come illustrata da Boscolo potrebbe essere stata diversa in origine. «Durante la colluttazione – ha detto il pm – oppure durante i soccorsi qualcuno potrebbe aver dato un calcio al bossolo, spostandolo anche di molto».

Il consulente ha poi evidenziato alcune lacune nei rilievi della polizia: «Dalle immagini – ha detto in aula – si vede chiaramente che il giubbotto della vittima, sporco di sangue, è stato piegato su se stesso e infilato in una busta dell’immondizia di Latina Ambiente. In questo modo sono state contaminate delle tracce che potevano essere fondamentali: il sangue si è sparso in altre aree del giubbotto. La procedura corretta sarebbe stata mantenere il giubbotto in piano e coprirlo con due veli sterili in modo da mantenere il più possibile inalterate le tracce di sangue».

La difesa – rappresentata dagli avvocati Carlo Alberto Melegari, Luca Melegari e Giuseppe Poscia – sosterrà l’assenza di Romolo sulla scena del crimine così come evidenziato dal consulente. Prima di lui ha parlato il perito fonico che ha confermato la somiglianza delle voci intercettate con quelle di Romolo Di Silvio e della moglie.